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L’idea iniziale di Manuel era quella di trovare un punto d’incontro, uno qualsiasi per evitare che Simone andasse a prenderlo sotto casa, in quel quartiere che è l’unico in cui può permettersi da qualche anno il suo bilocale che sembra più un monolocale per quant’è piccolo.

Poi ha ceduto davanti alla proposta dell’altro che gli è sembrato fin troppo euforico di avere un vero e proprio primo appuntamento. Uno di quelli fatti come si deve, in cui uno dei due va a prendere l’altro e ci si guarda per tutto il tragitto tra il portone del palazzo e la macchina.

Si sono guardati, infatti. Con un piccolo sorriso sulle labbra, mentre Simone lo aspettava sul sedile del guidatore e Manuel camminava verso di lui.

“Lo sapevo che avrei dovuto impegnarmi un po’, per l’outfit!” esordisce così, salendo sul sedile passeggero dopo aver visto l’eleganza di Simone. Un tipo di eleganza che è intrinseca, ne è sicuro perché lo ha visto anche in tenuta casalinga e gli è sembrato ugualmente bellissimo e mai trasandato.

Quindi, mentre era davanti allo specchio di casa sua, con un jeans e una t-shirt dei Nirvana, ha pensato fosse meglio sostituire quella t-shirt con una semplice bianca a girocollo infilata nei jeans blu scuro.

Ha sostituito anche le sue comode Converse con un paio di Nike e si è lanciato addosso tre o quattro spruzzi del suo profumo preferito fino a tossire. Ha afferrato la giacca leggera, ché sua madre gli dice sempre -da quand’è piccolo- che la sera potrebbe rinfrescare di colpo e deve avere sempre qualcosa a portata di mano.

“Puoi fare meglio di così?”

“Che è, un complimento?”

“Sì, lo è. Ma ora farò la persona matura ed eviterò di dirti ciò che ho pensato appena ti ho visto”

“E va be, la indovino con una” Manuel ride compiaciuto, girando lo sguardo verso il finestrino. Sente quello di Simone addosso, però, che lo costringe a girarsi di nuovo verso di lui.

“Hai pensato a una cosa porno, non è vero?”

“Mi dichiaro colpevole, signor giudice…”

“Bravo, allora. Perché è esattamente ciò che ho pensato io! Andiamo? Altrimenti facciamo tardi!”

Manuel sospira, già ad un livello di sopportazione vicino al limite. Perché gli piace Simone, gli piace il modo in cui lo guarda, il modo in cui scherza, il modo in cui riesce ad apparire elegante ma con quell’aria da stronzo che da’ il via soltanto a pensieri impuri.

Quando arrivano a Galleria Borghese, dentro di sé sente di essere emozionato come un bambino. Non che non ci sia mai stato prima, anzi, ma l’idea di entrarci a quell’ora, da solo -o quasi- e non dover combattere con la presenza dei turisti lo rende felice.

Simone è inizialmente un passo dietro di lui, sempre, anche quando Manuel di tanto in tanto si volta per vedere dove si trovi. Resta lì, mani dietro la schiena, nella sua camicia bianca a cui ha abbinato una cravatta per abitudine, pentendosi nell’esatto momento in cui è uscito di casa e non aveva più il tempo per cambiarsi.

Guarda Manuel, immerso in tutto ciò che si trova davanti. Con lo sguardo di un bambino, uno che conosce esattamente tutto ma non sente il bisogno di farti sapere quanto ne sappia. E gli sembra una cosa eccitante, così diverso, così bello.

“Che fai, me stai dietro pe’ guardamme il culo?”

“Cazzo, mi hai scoperto…”

Manuel sorride, fermandosi per farsi raggiungere. “Viè qua…” decide di afferrarlo dalle spalle, guidandolo come una marionetta per affiancarlo al David.

L'appuntamento [Simuel]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora