“Simo… mi stai ascoltando?”
“Certo”
Mente. Laura gli parla e lui non l’ascolta.
“Ok. Cosa stavo dicendo?”
“Stavi parlando del tuo collega a cui hai risposto male dopo la sua battuta infelice…”
“Venti minuti fa”
Laura sospira, davanti all’espressione colpevole di Simone. L’adrenalina non l’ha fatto dormire tutta la notte, dopo l’ultima risposta di Manuel. Si è ripetuto nella testa che non avrebbe dovuto e potuto condizionare il proprio umore per uno che a malapena conosce, ma il risultato gli ha dimostrato il contrario.
“C’entra il cameriere?”
“Eh?”
“Dai, Simo… che palle. Non ho voglia di tirarti fuori le cose con le pinze, quindi dimmi che è successo”
“Ma niente, che deve essere successo? Te l’ho detto, abbiamo scopato quella sera”
“Sì, questo me l’avevi detto. E poi?”
“Poi nulla!”
“Guarda che ho visto come l’hai guardato ieri sera”
“E come l’ho guardato?” sbuffa, camminando in casa sua scalzo e senza meta, sotto lo sguardo di Laura che ora lo guarda con il sorriso mentre pensa che non crede di aver mai voluto così bene a qualcuno.
Vuole bene al Simone che nessuno riesce a vedere, quello di cui in passato si era innamorata; quello che vorrebbe proteggere con tutta se stessa ogni volta in cui è terrorizzato alla sola idea di restare solo o di doversi accontentare di qualcuno che ama solo la vita che potrebbe offrire.
“Ti piace.”
“Non mi piace”
“Sì, che ti piace. E non sai nemmeno tu il perché, ti stai martoriando proprio per questo motivo. Perché non lo conosci, perché potrebbe essere un coglione o uno stronzo e tu non riesci a togliertelo dalla testa dopo averlo visto tre volte”
“Ok…” si arrende, ferma quella camminata compulsiva e si volta verso di lei, con le braccia spalancate e l’espressione di chi ha dormito due ore. “Sto impazzendo, vero?”
“Mi sembri un po’ esaurito, effettivamente…”
“Là… eddai.”
“E che devo dirti? Mi sembra una verità palese”
“Gli ho scritto ieri sera. Cioè, stanotte. Alle tre.”
“In che senso gli hai scritto alle tre di notte, Simone?”
“Mi aveva lasciato il suo numero da dare a Marta. Cioè, credo comunque fosse per me, un modo per farmelo avere. Credo… no? Tu non credi?”
“Cristo, sei messo peggio di ciò che credevo. E che gli hai detto?”
“Che ho pensato a quello che mi ha detto quella sera a casa mia. Il fatto che odia quelli come me, che penso di avere il mondo ai miei piedi.”
“Non hai fatto il pazzo, vero?”
“No, poi gli ho scritto che volevo scopare con lui. Di nuovo.”
Una risata a pieni polmoni è la risposta di Laura. “Cristo, Simo… se la mia Hermès potesse parlare, ti direbbe che sei un coglione! Ma, siccome non può farlo perché è una borsa, te lo dico io: sei un coglione!”
“Lo so.” simula un pianto, lanciandosi sul divano accanto a lei. Le porge il cellulare, lasciandole leggere la conversazione che hanno avuto poche ore prima, e attende il responso. O forse le urla.
STAI LEGGENDO
L'appuntamento [Simuel]
Fiksi PenggemarSimone è un ricco imprenditore, Manuel un cameriere. Simone ha una regola: mai andare a letto con la stessa persona più di una volta.