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Driinn!! La sveglia è suonata...ancora. Sembra sempre più vicina l'ora di alzarsi ogni giorno che passa. Un altro giorno a scuola, che vita ragazzi. E poi, è proprio quando pensi a ciò che hai fatto fin ora di buono, che ti deprimi ancora di più.
A scuola non vado malissimo ma nemmeno come vorrei che andasse, ma in questo periodo della mia vita, non so sono particolarmente pensierosa. Quando penso a ciò che mi aspetta, al mio futuro, ho sempre più paura di avvicinarmi troppo a una cosa che è meglio fare più avanti. Tipo la laurea, una nuova casa, una famiglia. Quella che ho sempre sognato, quella perfetta. Quella che nella mia vita non c'è mai stata. Mia madre se n'è andata quando avevo poco più di dieci anni e ho sempre sentito la sua mancanza perché non l'ho mai accettato. Sicuramente, non lo accetterò mai.
Mio padre si impegna a darmi tutto quello che mi serve per avere una vita discretamente felice, ma, anche se apprezzo tutti i suoi sforzi, mi manca mamma. Sento di non essermela goduta abbastanza quando era viva e questo non me lo perdonerò mai.
Vivo in una piccola cittadina che mi piace molto perché mi ricorda tanti momenti della mia infanzia e tutti i miei amichetti. Di loro ne sono rimasti due, che adesso sono i miei migliori amici: Miranda e Brian. Sono le persone più belle che abbia mai conosciuto e le uniche due che ci sono state sempre, realmente. Non ho mai avuto paura di perderli: anche se volessi, non potrei.
Adoro parlare con loro: mi hanno sempre capita. Sono i fratelli che non ho mai avuto.
Miranda: cappelli castano cioccolato, occhi piccoli e scuri e fisico magro ma non troppo scolpito. Con quell'aria, come se venisse da un territorio arabo e quella sua schiettezza , incanta metà di tutti i ragazzi più belli del college.
Brian è il solito ragazzo fantastico e palestrato che tutte desidererebbero avere al proprio fianco: protettivo, romantico e sdolcinato fino all'inverosimile. Non è uno di quelli a cui piace darsi delle arie solo per il semplice fatto che non è interessato ad avere tutte le donzelle ai suoi piedi. Gli siamo sempre bastate noi, che lo torturiamo sempre e cerchiamo di fargli capire che sarebbe l'ora di trovarsi una ragazza.
Fatto sta che non ci siamo mai innamorati l'uno dell'altro perché abbiamo sempre preferito rimanere migliori amici.
Miranda non ha ancora trovato il ragazzo giusto perché dice "I ragazzi del college sono tutti dei secchioni o dei coglioni" e per questo non ha ancora accettato nessun appuntamento.
Io non mi sono mai innamorata seriamente perché ancora non mi sento di aver trovato quello giusto, ancora nessuno mi ha emozionato così tanto.

Già so che sarà un giorno più noioso del solito a scuola perché è lunedì e, come tutti, odio il lunedì.
Arrivo a scuola, con la mia Fiat 500 rossa che adoro, e vedo che c'è una calca di persone che accerchiano un ragazzo che avevo visto solo di rado, ma solo all'uscita del college che aspettava alcuni dei miei compagni di classe più insopportabili che conosco come Alex, Mike e Tyler. Odio quei tre: aspettano sempre il momento buono per sfottere e raggirare i più deboli. Cosa ci trovano di così entusiasmante non l'ho mai capito.
Ma non capisco cosa ci fa quel ragazzo al mio college, con il suo armadietto e i libri in mano. Appena la folla defluisce, vedo quel ragazzo che si avvicina verso di me, io nel mio armadietto. Ha l'aria di un duro che se la tira per la sua fama al primo giorno di scuola passato in un nuovo college. Non mi metterei mai con uno del genere: come odiavo Alex, Mike e Tyler odierò anche lui.
"Hei, bellezza. Tu chi sei?"
"Dafne Blauer. Non che mi interessi, ma tu che ci fai qui? Non ti ho mai visto da queste parti."
"Io sono Peter Crompson. Come fai a non conoscermi!?"dice, come se fosse un plagio alla sua notorietà. Già mi da l'aria dello stronzo, immaginavo.
"Non posso conoscere persone che ho visto forse tre volte e a cui non ho rivolto nemmeno una volta la parola, a parte adesso"
"Giusto, ma i Cromposon sono molto noti. Non ti dice niente la "Crompson iron and steel"? "
Comee? Siderurgici? Non ho 50 anni, figliolo! Al massimo potrei capire se tuo padre fosse il proprietario dell'Apple.
"Non mi interesso di siderurgia e non ne ho mai sentito parlare. Scusami ma adesso vado, ho lezione."
"Ci vedremo spesso."
Ah, certo. Inizia a rimorchiare. Stronzo.
"Siamo nello stesso college, è normale."
"A parte quello, forse non te ne sei accorta, ma abbiamo l'armadietto accanto."
Oh no, questa non ci voleva proprio. Non voglio sempre averlo in mezzo ai piedi.
"Ah scusami. Non ci avevo fatto caso. Vado, ciao."
Non avrei resistito a parlare un altro minuto di più con quella specie di ragazzo che si crede chissà chi.

Heilá! Ecco il primo capitolo! Spero vi piaccia.
Non voglio dilungarmi troppo perché sto iniziando a scrivere il secondo.
Baci :*

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