I giorni passarono tra chiacchierate davanti agli armadietti e ripetizioni di chimica. Abbiamo mangiato anche insieme qualche volta e spesso abbiamo giocato alla play. Abbiamo visto una decina di film nella sua sala cinema da soli, ma lui non ci ha mai provato con me, almeno non direttamente.

Oggi sono per l'ennesima volta a casa sua e, dopo due estenuanti ore di studio di un argomento molto noioso,rimango qui a cena e poi vediamo un film.
"Allora, peste, oggi, se me lo permetti, preferirei vedere il mio supereroe preferito: Spiderman."
"Guarda un po'. È anche il mio preferito! Mi sono sempre sentita un pò Mary Jane."
"Io sempre un pò Peter Parker." Fa lui, un pò convinto.
Devo dire che un po me l'aspettavo che il suo supereroe preferito era Spiderman: l'uomo ragno e le sue famose ragnatele. Il ragno tesse la sua tela in solitudine per poi farci cadere dentro qualche bella preda e divorarla. Sono più che certa che io non sono una sua preda. Non penso abbia queste intenzioni con me, lo spero. Ho provato a non affezionarmi, ma il suo carattere introverso con quella maschera da duro, mi fa venir voglia di distruggere quella maschera e far esplodere i suoi sentimenti, uno dopo l'altro. Ci riusciró o almeno ci proverò. Ci tengo a lui e alla sua amicizia. Forse anche troppo.
Vediamo Spiderman ed io sono parecchio stanca; quella lezione di chimica ha stremato me e il mio povero cervello e dopo mezz'oretta mi appisolo nel divanetto di Peter. Non dormo completamente e riesco a sentire Parker che parla ad uno dei suoi compagni con cui abita,anche se non capisco chi è.
"Tu non capisci. Lei è diversa. Unica. Non ho mai incontrato una come lei e ciò che provo quando le sto accanto è unico, indescrivibile, fantastico. Non saprei che fare senza la sua amicizia. Senza di lei. Mi ha cambiato, rivoluzionato. Mi sento un'altro da quando il preside Smith mi ha assegnato il posto dell'armadietto vicino al suo e l'ho conosciuta. La adoro. È tutto ciò che ho sempre sognato." È trasognato mentre parla.
Non potevo credere a quelle parole. Non sono un'ingenua: ho capito che prova qualcosa per me, ma pensavo volesse una cosa da poche settimane e via, una storiella. Io per lui, invece, ero molto di più. Non nego che anche per me è un uomo speciale, ma non mi immaginavo così tanto amore nel parlare di me.
Apro di soppiatto gli occhi per controllare l'orario: erano le 3 del mattino e non ho nemmeno avertito Miri e Bry che mi ero praticamente fermata da Peter. Ovviamente, sanno che sono con lui, ma avranno pensato male e io non voglio.
Sbadiglio rumorosamente, per farmi sentire e mi ritrovo la faccia di Peter accanto alla mia. Mancano pochi centimetri di distanza dalle nostre labbra e lui mi guarda con quegli occhi blu che mi mandano in confusione ogni volta che li ammiro.
"Ben svegliata, Mary Jane. Posso offrirti un caffè?" Chiede, ironico.
"Forse non lo sai Peter, ma sono le 3 del mattino e vorrei gentilmente che mi riportassi a casa. Miri e Bry si staranno preoccupando, anche se sanno che sono con te. Aspetta, non dirmi che tua madre era innamorata di Peter Parker e ti ha chiamato così. È una coincidenza micidiale!" Dico. Se fosse stato così, mi sarei trattenuta non poco da stampargli un bacio sulle labbra.
"Bingo! Mia madre adora Spiderman e da giovane era follemente innamorata di Peter Parker. Si è sempre ripromessa di chiamare suo figlio maschio così. Da piccolo, era il mio cartone animato preferito perché lo guardavamo sempre insieme, io accoccolato sul suo petto a sentire i battiti del suo cuore." Risponde, con un sorriso raggiante, che vedo spesso quando parlava di sua madre e sua sorella.
"Ma che cosa dolce, Peter Junior."
In questo momento mi destreggio tra guardargli le labbra e gli occhi. Tutt'e due sono un diversivo per non guardare l'altro.
Dopo alcuni minuti di ammirazione, dico "Adesso potresti gentilmente accompagnarmi a casa?" Stavo sognando e il modo in qui gli dico quella frase, descrive quella sensazione.
"Devi andare via per forza? Non abiti più con tuo padre e i tuoi amici non si arrabbieranno se manchi solo per una sera." Dice, speranzoso che ci ripensassi.
"Dai, Peter, non mi guardare così. Non abito qui e non ho voglia di disturbare, davvero. E poi non ho niente: mi manca lo spazzolino, il pigiama, lo struccante."
"Perché voi donne avete bisogno di tutti questo? A noi basta una maglietta dismessa del compagno con cui dormiamo e un cuscino e dormiremmo fino al mezzogiorno successivo. Siete troppo complicate."dice, scocciato.
"Se non lo fossimo, non avreste pane per i vostri denti."
Appoggia la sua fronte alla mia e dice
"Sei troppo per me, Dafne Blauer."dice serio.
"Lo so. E tu meriti una donna meno complicata." Dico ironicamente.
Stiamo a guardarci dritti negli occhi. Io stesa sul divano con una mano a tenere la testa alzata e lui inginocchiato con le braccia conserte sopra il divano e le nostre fronti unite, come i nostri sguardi.
Dopo un tempo che mi è sembrato infinito, lui mi sussurra quasi sulle mie labbra "Dimostrami che sei perfetta. Rimani a dormire qui stanotte. Fallo per il tuo Peter Junior." Quelle parole sembrano suppliche e io non ho resistito. Sono forte, ma anche io, come lui avevo una maschera quasi impenetrabile. Nemmeno Miranda e Brian sono riusciti a distruggerla o almeno in parte. Solo con Peter sono completamente me stessa. Solo con lui mi sento me stessa veramente ed sono davvero felice. Ripensando a tutta la mia vita e alle mie precedenti storie, nessuno ha mai distrutto la mia maschera , infatti, dopo poco ogni ragazzo con cui stavo mi lasciava, ma so che Peter non lo farà. Noi due siamo unici, come la nostra amicizia. Tutt'e due intenzionati a distruggere quelle maschere, qui punti forti che, quando i nostri occhi si incontrano, scompaiono, si dissolvono. La mia maschera si dissolve nel mare che ricopre i suoi occhi e la mia felicità torna sempre quando incontro il suo sguardo.
Non ce l'ho fatta a non distruggere quel legame d'amicizia e sono sicura che anche lui l'avrebbe fatto, un giorno o l'altro. Gli metto una mano sulla guancia per accarezzargliela e gli bacio dolcemente le labbra. Un brivido mi scuote tutto il corpo. È quello che vogliamo entrambi, da mesi. Tutti quei giorni assieme a guardare film e a mangiare schifezze erano solo il conto alla rovescia per arrivare fino ad adesso.
Quando ci stacchiamo, cerca di aprir bocca ma non lo lascio parlare. Ho ancora le scarpe, quindi mi alzo e arrivo in soggiorno dove c'è Lory ancora sveglio.
"Lory, potresti accompagnarmi a casa?"
"Non doveva accompagnarti Peter?" Chiede, titubante.
"Si ma preferisco che mi accompagni tu perché lui è parecchio stanco."
"Sicura che non sia successo niente?"
"Nono tranquillo, è tutto apposto."lo rassicuro.
Niente è apposto. Mi sa che ho combinato solo una grande cazzata. Voglio mettermi con lui, ma voglio essere anche abbastanza sicura che per lui sia lo stesso. Dovevo parlargli ma quello non era il momento giusto. Ci voleva una notte per riflettere. Ok ad improvvisare, ma fino a un certo punto.

Colpo di scena! Lo so che è arrivato un pò troppo presto ma la storia non è affatto finita qui. Non aggiungo altro.
Baci. :*

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