Capitolo 5

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Chloe

Quanto cavolo può essere ricco un uomo? Cioè, sono una macchina che costerà più di un rene e altre due uguali che la seguono; quanto ricco è quest'uomo?
Guardo fuori dal finestrino, ammirando la bella città.
Per quanto io fossi abituata a Las Vegas non posso negare che Washington sia bella, perché mentirei se dicessi il contrario.
《P-posso fare una d-domanda?》
Chiedo all'uomo accanto a me; chissà come si chiama.
《Se smetti di balbettare pure due》
Dice alzando gli occhi dal PC e portandoli su di me, per la prima volta da quando è iniziato il viaggio in macchina mi guarda.
Almeno ha la decenza di guardare chi sta parlando, anche se non sono sicura di voler i suoi occhi addosso.
Prendo un profondo respiro e chiedo.
《Dove stiamo andando?》
Sogghina.
《Con tutte le domande che potevi fare, tu mi chiedi questo? Ragazzina non so sei stupida o ingenua》
Mi da un buffetto dolce sulla guancia, mentre continua a sorridere.
Arrossisco.
Diciamo che non penso mai prima di parlare, potevo fargli qualsiasi tipo di domanda, invece io, sono andata a chiedergli dove stavamo andando.
Brava Chloe, molti intelligente.
Solo ora mi si accende una lampadina in testa; lui ha detto se non balbetti anche due, teoricamente ho una seconda domanda da poter fare.
Pensaci bene Chloe.
《Cosa mi accadrà?》
Chiedo, meno sicuro di quello che avevo immaginato.
Chiude il PC e si gira verso di me.
《Sono due domande, avevi detto una》
Mi risponde con un sorriso vittorioso.
Peccato che stavolta ho la risposta pronta.
《Avevi detto che se non balbettavo potevo fartene due》
Stavolta ride, una risata non cattiva, ma di divertimento.
《Hai ragione. Stiamo andando a New York, per quanto riguarda la seconda domanda... devo ancora pensarci》
Deglutisco.
Non avevo certo intenzione di sentirmi dire "devo ancora pensarci", cosa significa? Che sta pensando se farmi del male o no?
Non ho il tempo di aprire bocca che l'auto si ferma bruscamente, facendomi beccare una bella testa contro il sedile.
Vengo afferrata per un braccio e portata fuori dell'autovettura.
Non voglio, per quanto brutto sia da dire, voglio tornare a casa.
Cerco di liberarmi, ma la sua presa è troppo forte per me.
Inizio a piangere.
《Ti prego lasciami, non voglio!》
L'uomo di cui ancora non so io nome sbuffa annoiato; gli sto facendo perdere tempo, lo vedo da come è irritato.
《Simon, pensaci tu... io ho una chiamata da fare》
Vengo spinta tra le braccia di un altro uomo, Simon.
Vengo trascinata dentro il jet è buttata su un sedile, subito dopo legata.
Le lacrime non smettono di scendere dai miei occhi.
Perché tutto questo? Io non voglio, non penso di meritarlo.
《Fa la brava, Steven non è uno molto paziente》
Mi confessa "Simon".
Non avevo bisogno che me lo dicesse lui, si vede che il suo capo non è uno molto paziente.
Decido di non dare problemi e starmene buona sul sedile; inizia un lungo via vai di uomini, alcuni mi lanciano occhiate maliziose.
Che disgustosi!
Dopo qualche minuto entra "Steven", l'uomo a cui non ho saputo dare un nome fino adesso.
Steven, è lui l'uomo che mi ha comprata.
Prendo un lungo respiro e volto lo sguardo, non voglio guardarlo.
Il mio piano viene sabotato da lui, si siede nel sedile accanto a me.
《Spero di non aver interrotto i tuoi pensieri》
Ridacchia.
Che stronzo, sbruffone!
Distolgo lo sguardo dal finestrino portandolo davanti a me, non lo voglio guardare per quanto bello sia.
Porto il mio sguardo avanti, evitando lui come la peste.
Improvvisamente mi afferra con due dita il mento, e mi gira la faccia verso di lui
Non ci posso credere, pure questo.
《Sono così brutto? Eh ragazzina》
Arrossisco.
No, non è per niente brutto.
È tutto tranne che brutto, può essere paragonato a un dio greco, ma l'unica pecca è che è cattivo... un diavolo.
Mi invita con lo sguardo a rispondere.
Per quello che posso cerco di liberarmi dalla sua presa; non mi deve toccare.
La sua presa diventa più dura e ferrea sul mio mento, facendomi pure un pò male.
《Si, lo sei!》
Gli urlo arrabbiata.
Lui ride.
Autostima di alti livelli mi dicevano.
Mi lascia finalmente il mento.
Torno con lo sguardo fisso davanti a me, non voglio niente a che fare con lui per tutto il viaggio, cazzo.

Steven

Mi volto verso la ragazzina che ho comprato, e non riesco ancora a capire perché l'ho fatto.
Ero venuto con l'intento di fare un favore a Ronald, non volevo veramente comprare una ragazza.
Che me ne faccio di lei? Non credo neanche che sia maggiorenne, non li dimostra per niente 21 anni.
《Ragazzina ti farò una domanda. Rispondi sinceramente, perché se menti me ne accorgo》
Si irrigidisce sul posto.
La guardo dalla testa ai piedi; no, non ha per niente 21 anni.
Sospiro.
Non ho solo comprato una ragazza, ma è pure minorenne.
Perfetto direi.
《Quanti anni hai? La tua vera età, non quella che ha detto Ronald》
Deglutisce rumorosamente.
Aspetto con pazienza che trovi il coraggio per parlare, nel frattempo mi perdo a guardarla.
È bella, su questo non c'è dubbio.
Ha due occhi di cerbiatto stupendi, dei lunghi capelli lisci e un fisico a bambolina.
Se non fosse che lo comprata direi che è il mio prototipo di ragazza, ma io ho sempre puntato sulle vergini e una ragazza che era in quel posto perde la verginità il secondo dopo che è entrata.
Improvviso un finto colpo di tosse, per invitarla a muoversi a rispondere.
《Ho 17 anni》
Cazzo.
Pensavo che fosse piccola, ma non così tanto piccola.
Mi pizzico l'attaccatura del naso frustrato, ed esasperato.
Non ho solo comprato una ragazza, l'ho comprata che è ultra minorenne.
《E perché diavolo eri in quell'asta?》
La domanda sorge spontanea.
《Mio padre mi ha venduta... per ripagare i suoi debiti》
Non mi guarda, guarda dritta davanti a sé come se volesse trattenere le lacrime.
Sospiro.
Per un attimo mi pento di averla comprata, ma dura solo un secondo perché poi il pensiero di qualche porco bastardo che se la prende e la scopa fino a farla sanguinare e svenire, mi fa incazzare a bestia.
《Un'altra domanda ragazzina, mi aspetto una risposta sincera》
Annuisce lentamente.
Mi dovrò accontentare perora.
《Sei vergine?》
Le sue guance da bianche, diventano di un bellissimo rosso e i suoi occhi colmi di imbarazzo.
《Rispondi ragazzina, non mi trumatizzi con la risposta》
《Si, sono vergine...》
Se non le fossi seduto accanto non l'avrei mai sentita, lo ha detto in modo così piano e inudibile che dubito per qualche secondo di aver sentito bene.
Quando realizzo la risposta, vorrei tornare a Washington e prendere a calci sui denti Ronald.
È una cazzo di bambina!

The Heart Of The Devil // Vol. 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora