Capitolo 16

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Steven

Io, Noel e Aleksey siamo qui riuniti nel mio studio cercando di concludere qualcosa, di escogitare in piano.
La mafia irlandese, spagnola e turca sta oltrepassando il limite; si sbagliano di grosso se pensando di intimorirmi, io non sono affatto intimorito.
《Quindi... dovremo semplicemente dichiarare guerra? Sei pazzo fino alla fine》
Sbotta Noel contro Aleksey.
Non c'è molta simpatia tra i due, anzi, per niente c'è nè quindi sarà difficile trovare una cosa che entrambi accettano.
Sospiro.
《È l'unica soluzione, se ne hai una migliore... accomodati》
È la secca risposta di Aleksey.
Ok, così non si può continuare, veniamo soprannominati i diavoli e litighiamo come bambini.
Mi porto una mano sulla fronte, cercando di capire il punto di vista, di uno e dell'altro.
Continuano a battibbeccare, mentre io cerco di pensare ad un piano degno di essere chiamato tale.
Dopo qualche minuto sbatto la mano sulla scrivania, facendo tacere entrambi.
《Signori... siamo dei bambini? O siamo coloro che vengono definiti i diavoli? Non lo so, perché adesso mi sembra che due bambini stanno discutendo》
La mia voce è gelida e ferma, non lascio che per degli stupidi rancori ci mettiamo a rischio tutti quanti, io ho qualcuno da proteggere... tutti e tre abbiamo qualcuno da proteggere.
Noel e Aleksey si zittiscono, ma continuano a fulminanrsi con lo sguardo.
Mi sa che mi dovrò accontentare.
Però il problema principale sono queste tre mafie messe insieme, che nel complesso si fanno chiamare i Falchi.
《Perora aspetteremo la prossima mossa dei falchi, continueremo a studiarli, poi lanceremo la nostra mossa quando saremo pronti》
È il mio decreto finale.
Non so se sono d'accordo, ma sanno che è l'unica soluzione possibile.
Non possiamo fare altro che stare fermi e studiare i falchi, dopo di che passeremo a lanciare la nostra mossa.
Prima di poter iniziare una guerra si deve conoscere il nemico, si può provare a combattere se lo conosci... ma se non lo conosci, ha più probabilità di vincere.
Mi alzo dalla mia poltrona, seguito dagli altri due.
Voglio raggiungere Chloe, ho la necessità di stare un pò con lei e non importa in quale senso, l'importante è stare con lei.
Arriviamo nella sala dove avevamo lasciato le ragazze, ma dire che c'è il caos è poco.
Azzurra, la moglie di Aleksey è per terra che piange, Penelope in panico che cerca di calmarla e Chloe in uno stato di trace.
Ma che diavolo è successo?
Mi avvicino a Chloe, mentre Noel e Aleksey alle proprie rispettive ragazze.
《Ehi, che è successo? Che è hai?》
La scuoto preoccupato.
Sembra risvegliarsi e si allontana di scatto, come se si fosse scottata.
《Tranquilla, sono io... non ti preoccupare, va tutto bene》
Mi avvicino nuovamente, ma lei si alza allontandosi; anzi, corre direttamente via.
Che diavolo è successo? Non basta la situazione con i Falchi, adesso pure questa? Che cazzo!
Sospiro.
Decido di seguirla, voglio sapere cos'à.
Sta per chiudersi in camera, ma la blocco prima.
《Lasciami stare Steven, voglio stare sola》
La sua voce è tremolante, non è sicura e soprattutto non è la voce di una persona che sta bene.
Mi inizio a preoccupare.
《Cos'è successo? Parlami》
Vuole trattenere le lacrime, le sta trattenendo.
Cos'è successo? Perché adesso è così? Prima era felice, tranquilla e serena e adesso... adesso è di nuovo triste; non dovrebbe interessarmi, ma è più forte di me.
Sospiro.
L'attiro tra le mie braccia.
Cerco di liberarsi, ma alle fine si arrende e rimane buona tra le mie braccia.
Le inizio ad accarezzare la testa e a lasciarle bacini.
《T-tu sei gentile, m-ma io non s-scordo che sono solo u-n acquisto》

Chloe

La sua faccia è impassibile, non capisco a cosa stia pensando e questo mi rende nervosa, più di quanto io già non lo sia.
Dovevo dirglielo.
Lui è stato gentile, mi ha fatto realizzare il mio sogno e mi tratta bene... ma sono pur sempre un acquisto, se la situazione dovesse mettersi male lui mi sacrificherebbe.
Passano dei minuti in silenzio, poi decide di aprire la bocca.
《Si è vero, ma non ti ho fatto del male... neanche una volta. Mi sbaglio?》
Il suo tono non è duro, ma è dolce e lieve.
Come se non volesse spaventarmi.
《E c-che io ho p-pensato...》
Non riesco a continuare la frase; sarebbe troppo imbarazzante dirlo, già lo è la situazione.
Nota la mia frustrazione e il mio disagio.
Ricomincia ad accarezzarmi la schiena.
《Ho pensato che tu un giorno avresti avuto bisogno di un erede, ed essendo quella più "facile da evere" Mi avresti usata per questo》
Gli confesso tutto ad un fiato.
Per un momento resta scioccato, sembra che non sa se ridere o piangere, ma poi opta per la prima.
Bene Chloe, ti sei resa ridicola e lo sapevi che sarebbe successo, ma lo hai fatto ugualmente.
Abbasso lo sguardo, imbarazzata.
Due dita forti sotto al mio mento, mi obbligano ad alzare lo sguardo su di lui.
《Puoi definirmi in tutti modi possibili, sarò tutto quello che dirai... ma mai, e dico mai obbligherà una donna ad avere un figlio, tanto meno una ragazzina che domani compie 18 anni》
Oddio, come sa che domani è il mio compleanno? Ah giusto, è colui che viene definito il diavolo della mafia Americana, non dovrei stupirmi se sa qualcosa su di me.
Sorrido istintivamente.
Non so, ma questa rassicurazione mi serviva.
Sono più tranquilla ora, ma sempre preoccupata per Azzurra.
Da ciò che ho capito a lei non è andata meglio, quindi non è felice con Aleksey e che addirittura si è sentita obbligata a fare ciò che ha fatto con lui, ma adesso la situazione è seria, si parla di un bambino.
Un essere vivente.
Mi attira a sé, abbracciandomi forte.

The Heart Of The Devil // Vol. 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora