Quando apro gli occhi, la luce del mattino filtra appena dalle tende, disegnando ombre morbide nella stanza. Nicholas è ancora addormentato accanto a me.
Mi alzo lentamente dal letto, cercando di non fare troppo rumore per non svegliarlo. Mi infilo una felpa, una di quelle sue che ogni tanto "prendo in prestito", e mi dirigo in cucina per prepararmi un caffè. Sono ancora immersa nel silenzio della casa, con la mente divisa tra il desiderio di rimanere in questo stato di tranquillità e la consapevolezza che la routine lavorativa mi aspetta.
Mentre l'aroma del caffè riempie l'aria, sento il cellulare vibrare sul bancone. È il numero del capo. Istintivamente, il cuore accelera. Rispondo con un filo di voce, quasi trattenendo il respiro.
"Pronto"
"Natalie," dice la voce del capo, diretta come sempre, senza perdere tempo in convenevoli. "Ascolta, ho bisogno che tu faccia le valigie. È successo qualcosa a Miami, un caso complicato, e il team locale ha bisogno di rinforzi. Hanno richiesto specificamente te."
Rimango in silenzio per un momento, cercando di processare le sue parole. Miami? Così, di punto in bianco?
"Capo, ma... il caso che stiamo seguendo qui? Io e Nicholas siamo... siamo nel mezzo delle indagini. Non posso semplicemente lasciare tutto."
Il capo sospira, come se avesse previsto le mie obiezioni. "So che è un momento delicato per voi, Natalie, ma è una questione di priorità. Hanno bisogno di te lì. Non è una richiesta, purtroppo, è una necessità."
Sento una morsa allo stomaco. "E Nicholas?" chiedo, sperando contro ogni speranza che magari ci sia un modo per portarlo con me.
"Mi dispiace, Natalie. Solo tu sei stata richiesta."
La linea si interrompe e rimango lì, fissando lo schermo del telefono. Nicholas si muove dietro di me, si stira e apre gli occhi, notando subito la mia espressione.
"Nat, cosa c'è?" mi chiede preoccupato, avvicinandosi.
Mi volto verso di lui, cercando di mantenere la calma, ma la confusione e il senso di impotenza sono più forti. "Il capo ha chiamato," inizio a spiegare, cercando le parole giuste. "Mi ha detto che... dovrò andare a Miami. Hanno bisogno di me lì per un caso."
L'espressione di Nicholas cambia immediatamente, passando dal sonno confuso alla pura incredulità. "Cosa?" chiede, la voce carica di una nota che non gli avevo mai sentito. "E io? Il nostro lavoro? La nostra vita qui?"
Gli prendo la mano, cercando di trovare conforto nel suo tocco. "Lo so, Nick. Anche io sono sconvolta. Non mi aspettavo una cosa del genere. Ma il capo dice che è urgente, che è necessario che io vada."
Lui scuote la testa, frustrato, quasi come se cercasse di combattere una decisione che, in fondo, sa di non poter cambiare. "È assurdo," mormora, guardando nel vuoto. "Dopo tutto quello che abbiamo costruito qui, dopo... noi due, devono davvero allontanarti così, come se niente fosse?Lo sai meglio di me quanto possono durare delle indagini".
Mi avvicino e appoggio una mano sul suo viso, costringendolo a guardarmi. "Nicholas, io non voglio andare. Non senza di te. Ma..." faccio un respiro profondo, cercando di calmare il nodo in gola, "purtroppo questo lavoro ci chiede dei sacrifici. E non è giusto, lo so, ma non vedo un'alternativa."
Lui mi osserva, i suoi occhi pieni di emozioni che faticano a trovare una via d'uscita. "Lo so," dice infine, a bassa voce. "So che il lavoro è importante, ma... tu sei più importante, Natalie."Nicholas mi guarda intensamente, e vedo nei suoi occhi quella lotta interiore che conosco bene. È uno di quei momenti in cui ci si rende conto che il lavoro che amiamo è anche ciò che spesso ci mette alla prova, minacciando di separarci.
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𝐌𝐀𝐘𝐁𝐄
Mystery / ThrillerLa protagonista è una criminologa, abituata a gestire il peso emotivo del suo lavoro, che la porta quotidianamente a confrontarsi con scene del crimine inquietanti. La sua routine cambia quando inizia a sviluppare sentimenti per Nicholas, un collega...