𝟏𝟓

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Il mattino dopo mi sveglio di soprassalto sentendo la voce di Alex che urla dalla porta: "Svegliati bella pupa, nuovo giorno, nuovo crimine!"

Mi giro e vedo la sua sagoma che sorride divertito. "Cinque minuti, Alex," mormoro, girandomi dall'altra parte, cercando di ignorare la sua presenza.

"Cinque minuti diventano dieci e poi mezz'ora," mi prende in giro, restando in piedi davanti a me, con le braccia incrociate. Alla fine, però, sbuffa e se ne va con un'alzata di spalle. "Ok, ti do dieci minuti, ma poi ti trascino fuori dal letto!Sennó chiamo Nicholas"
"Allora rimarrò a letto per tutto il giorno"

Rido, ma appena la porta si chiude mi risdraio, cercando ancora un momento di pace. Sono passati giusto dieci minuti quando mi decido a uscire dalle coperte e iniziare a prepararmi. Dopo essermi lavata la faccia e aver buttato su un po' d'acqua fredda per svegliarmi del tutto, mi preparo e mando un messaggio di buongiorno a Nicholas. Giusto un breve saluto per ricordargli che sto pensando a lui, come sempre.

Quando esco, Alex è in cucina che mi aspetta con due caffè già pronti. "Ecco, tesoro,cerca di tirarti su.Questa è la carica che ti serve."

Prendo la tazza e bevo un sorso. "Grazie, Alex. Sei sempre così tempestivo?" chiedo, alzando un sopracciglio e sorridendo.

"Solo quando ho una missione, e oggi ce n'è una bella grossa," risponde, scuotendo le sopracciglia con un sorrisetto complice.

Dopo aver finito il caffè, prendiamo la borsa e usciamo insieme, dirigendoci verso il quartier generale temporaneo per il caso. Durante il tragitto, Alex mi fa ridere raccontandomi le sue storie assurde dei suoi primi casi, e anche se è un compagno di lavoro, mi sta aiutando a distrarmi dai pensieri di Nicholas e dalla pressione di un'indagine così importante.

Appena arriviamo al centro operativo, ci assegnano una sala di lavoro. Sul tavolo ci sono fascicoli, foto e report. Mi siedo, apro uno dei fascicoli e inizio a leggere i dettagli raccolti finora: le prove, i risultati preliminari delle analisi forensi, ogni singola traccia o indizio. La scena è complessa, quasi labirintica, e più scorro le pagine, più mi rendo conto di quanti dettagli dobbiamo ancora decifrare.

Alex si siede accanto a me e inizia a prendere appunti su una lavagna. "Ok, quindi abbiamo il modus operandi, sappiamo come il nostro sospettato agisce, ma ci mancano i motivi."

Annuisco, concentrata, e rispondo: "Già. Abbiamo dei sospetti, certo, ma è difficile individuare un movente coerente."

Passiamo ore così, scambiandoci intuizioni, mettendo insieme i pezzi e cercando collegamenti tra i casi, scorrendo ogni piccolo dettaglio.

Il fascicolo della vittima è aperto davanti a me, e le foto e i dettagli della sua vita riempiono la stanza. È una ragazza di soli diciotto anni. Alex è accanto a me, assorto nei suoi appunti, ma sento che anche lui è colpito dal caso.

Guardo la sua foto: occhi vivaci, un sorriso pieno di sogni e speranze. E ora, tutto è finito così tragicamente. Mi viene un nodo allo stomaco, e non posso fare a meno di pensare a cosa avrebbe potuto essere la sua vita. Aveva solo diciotto anni... una vita intera davanti, spezzata in un modo così crudele.

"È terribile," mormoro, cercando di controllare il tremolio della mia voce. "Aveva appena iniziato a vivere..."

Alex annuisce, il volto serio. "Sì. Quando il caso è così... devastante, fa più male del solito," dice, scrivendo qualcosa nel suo taccuino. "Ma dobbiamo restare lucidi. Più siamo concentrati, prima possiamo mettere fine a tutto questo."

Proviamo a lavorare per ore. Studiamo ogni dettaglio, ogni possibile collegamento con i casi precedenti. Alla fine, la stanchezza inizia a farsi sentire e sappiamo entrambi che è ora di fare una pausa. Raccogliamo le nostre cose in silenzio, con la mente ancora occupata dai dettagli macabri del caso.

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