𝟏𝟖

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Dopo tutto il tempo passato tra lavoro e indagini, il silenzio di casa e i giorni di pausa sono un sollievo che finalmente riesco ad assaporare. L'idea di poter trascorrere un po' di tempo con qualcuno che non vedevo da troppo mi fa venire subito in mente Megan, la mia migliore amica. Nonché ex collega, dato che ha lasciato il lavoro un anno e mezzo fa, quando è rimasta incinta. Finalmente, penso: dopo tutto il tempo in cui siamo riuscite a sentirci solo tra messaggi e telefonate, ho proprio voglia di vederla dal vivo.

Prendo il telefono e la chiamo. Quando risponde, la sua voce è allegra come sempre.

"Natalie! Finalmente, stavo quasi pensando che tu fossi finita sepolta tra faldoni e carte," mi prende in giro.

"Beh, quasi...Ma ora che ho qualche giorno libero, non mi sfuggi. Dobbiamo vederci Meg" dico ridendo. "Che ne dici di oggi? E, ovviamente, porta con te anche tuo figlio, non lo vedo da quando è nato."

"Certo, certo. Ti avverto, però, che è una piccola peste già a 5 mesi," scherza lei, anche se con un tono tenero. "Allora ci vediamo oggi pomeriggio. Vuoi uscire per un caffè?"

"Perfetto, a dopo allora!"

Puntualissima come sempre, alle tre del pomeriggio la vedo entrare nel nostro solito bar, con il piccolo Luke avvolto in una coperta morbida che spunta dal suo marsupio. Megan appare rilassata, anche se c'è un velo di stanchezza nei suoi occhi – tipico delle neomamme, immagino. Ma sorride come sempre, un sorriso contagioso che mi fa dimenticare tutte le tensioni accumulate. Non posso fare a meno di correrle incontro e stringerla in un abbraccio.

"Megan!" esclamo. "Finalmente! E guarda qua... Luke è cresciuto".

Lei sorride e lo accarezza dolcemente. "Per ora non è proprio loquace, ma... diciamo che si fa capire," scherza, e entrambi scoppiamo a ridere.

Ci sediamo al tavolo accanto alla finestra, e mentre ordiniamo due cappuccini e un paio di muffin, noto che Luke inizia a guardarsi intorno, incuriosito dalle luci e dai rumori intorno a noi. Ha degli occhi svegli e grandi, e la sua piccola bocca ogni tanto si increspa in qualcosa che assomiglia a un sorriso. Il piccolo mi guarda con uno sguardo concentrato, come se stesse cercando di capire chi io sia.

"Non smette mai di guardare le persone così intensamente?" chiedo divertita, allungandomi per sfiorargli la manina minuscola, che istintivamente stringe il mio dito.

Megan ride e annuisce. "Oh, è un osservatore nato. Sta crescendo così in fretta che quasi non mi sembra vero. E poi... guardalo, è già bravo a fare amicizia.Luke lei è tua zia" dice infine guardandolo.

Passiamo qualche minuto ad aggiornarci sulle ultime novità, tra una risata e l'altra. Le racconto del caso che mi ha tenuta via per giorni e dei vari dettagli della mia vita lavorativa, mentre lei ride e scuote la testa, incredula. Poi Megan, all'improvviso, si fa più seria, appoggiandosi al tavolo con lo sguardo pieno di curiosità.

"E tu come stai, davvero, Nat?" chiede, con quel suo tono sincero e rassicurante.

Esito un momento, ma alla fine annuisco. "È un periodo strano, Meg. Ho avuto momenti difficili... sai quanto può essere stressante il lavoro. Ma è anche Nicholas," ammetto. "Tra di noi... è tutto un po' complicato."

Megan mi ascolta attentamente, annuendo con comprensione. "Sai, io e Tom abbiamo avuto un periodo simile. La distanza, gli impegni, i ritmi... mettono davvero alla prova," mi confida. "Ma, in fondo, tutto questo serve anche a capire quanto ci teniamo davvero."

Annuisco e le sorrido, felice di avere una persona come lei al mio fianco.Luke inizia a fare qualche versetto, e Megan lo guarda con affetto, cercando di intrattenerlo con una delle sue espressioni buffe. Lui la guarda come se fosse l'unica cosa interessante al mondo e scoppia in una risatina.

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