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Il gommone rosso rimbalza sulle onde, guidato dalla mano esperta del nonno Mario.

«Hai scelto la giornata ideale per concederti un bel giro sulla mia barca...»

«Hai ragione, Mario, oggi il mare è un po' mosso».

Un grosso fulmine verdastro riempie il cielo e si ramifica nell'acqua, segue un tuono enorme.

«Oh caspita, Giada... stiamo navigando verso una tempesta. Sei proprio sicura di voler fare quel bagnetto sopra il vulcano spento?»

«Non serve che facciamo proprio il bagno. Basta che mi porti là e che pucciamo insieme i piedi nell'acqua. Voglio sentire se è ancora calda come quella volta. Te la senti?»

Mario raddrizza le spalle e guarda fiero le onde, che si alzano di fronte a loro.

«Se me la sento? Giada, ne ho attraversate di tempeste con questa barchetta, puoi stare tranquilla con me».

«Molto bene, capitano».

Giada afferra la maniglia di fronte a lei e abbassa la testa per proteggersi dagli schizzi. Mentre Mario punta dritto verso le onde, il nodo del foulard le si scioglie. Il fazzoletto di seta lilla svolazza nell'aria. Il ciondolo di gemme brilla sul collo scoperto.

«E quel gioiello, chi te l'ha regalato?»

Giada recupera il foulard e lo lega meglio. Prende in mano la stella verde con il cuore di rubino grezzo incastonato all'interno.

«Non preoccuparti, vecchio, questa meraviglia me l'ha donata l'unico maschio al mondo di cui non potrai mai essere geloso... tuo nipote Ernesto».

Il nonno strabuzza gli occhi e spalanca la bocca. La barca sbanda per un attimo.

«Pensa a guidare, Mario... quando siamo arrivati te lo farò vedere meglio. Era di Gigliola. Ernesto l'ha trovato in mare, vicino alla cittadella abbandonata e me lo ha portato».

«Gigliola chi? La gatta?»

«Ma no, cos'hai capito... Gigliola era la moglie del maresciallo Donato, la gatta la chiamavo così, perché parlando con lei, potevo comunicare con Gigliola».

«Ah sì, Gigliola dagli occhi viola... ora ricordo quella storia».

Mario guarda Giada un po' disorientato.

«Ma dimmi un po', Giada, da quant'è che parli con gli animali? Hai qualche potere segreto di cui non mi hai mai detto nulla?»

Giada ride, così forte che le viene da tossire. Si mette in bocca un piccolo tronchetto di liquirizia nera.

«Ne vuoi un po'?»

«Sì, grazie... mmh, buona... ecco siamo arrivati».

Mario ferma il gommone, poco distante dal punto in cui la costa, dopo la cittadella, inizia a salire verso la collina. Qui il mare è calmo. Getta l'ancora, poi guarda verso la spiaggia, oltre la cittadella e il vecchio porto.

«Guarda un po' là, Giada. Ma quelli non sono Ernesto e Silvia?»

Giada dà un'occhiata in quella direzione. Poi si mette a salutare con ampi movimenti delle braccia.

«Sì, sono proprio loro, ci hanno riconosciuti».

Mario si sbraccia per salutarli, in piedi sul gommone.

«Siediti un attimo vicino a me. Pucciamo i piedi».

Mario e Giada lasciano dondolare le gambe nell'acqua, dal bordo del gommone.

«È calda»

«Sì, Giada... come quella volta. Facciamo un bagno?»

«Aspetta, lo faremo più tardi. Ora dammi la mano, dobbiamo fare prima una cosa».

Ernesto e il pirata Jonathan - Il cuore e la stellaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora