𝐡𝐞𝐚𝐫𝐭𝐥𝐞𝐬𝐬||francisco conceição

𝟖.

SILVIA'S POV

Mi sveglio con un senso di vertigine, come se il mondo stesse ancora girando intorno a me.

I miei occhi si aprono a fatica, sforzandomi di mettere a fuoco la luce che entra dalla finestra.

Un soffio di vento accarezza la pelle, ma l'aria è pesante, quasi densa.

Il profumo di legno, unito a quello di caffè che si insinua dal corridoio, è l'unica cosa che riesco a distinguere nettamente.

Ogni altro dettaglio della stanza mi sfugge, e non riesco a ricordare dove sono, né come ci sono arrivata.

Cerco di alzarmi, ma il corpo è lento, quasi privo di energia.

Le mani tremano quando mi appoggio al letto per guardarmi attorno.

La stanza è spoglia, minimalista.

Pareti bianche, mobili sobri.

Non è casa mia, lo so subito.

Le luci soffuse del mattino mi abbagliano un po', ma la domanda che si affaccia alla mia mente è chiara, impellente: Dove sono?

E poi, come un'onda che travolge il pensiero, mi colpisce il ricordo della sera precedente.

La festa.

Il caos.

Dusan.

Stronzo.

E poi, c'è lui.

Francisco.

La sua presenza silenziosa in mezzo al rumore, il suo sguardo che in qualche modo riesce a toccarmi nel profondo.

Ma... come sono arrivata qui?

La mia mente scivola su quegli attimi confusi, cercando di ricostruire il percorso che mi ha portata a questa stanza sconosciuta.

La porta si apre.

L'aria si fa più densa.

La figura di Francisco appare sull'uscio, avvolto in una maglietta semplice e dei pantaloni di di tuta, i capelli spettinati.

Non sembra sorpreso di vedermi sveglia, eppure ci sono delle ombre nei suoi occhi che non riesco a decifrare subito.

«Oh, finalmente sei sveglia» dice con un sorriso che non arriva del tutto ai suoi occhi.

Il tono è misurato, quasi leggero, ma c'è un che di preoccupato che mi fa venire il nodo allo stomaco.

«Ti senti meglio?»

Un brivido mi percorre.

«Dove sono?» riesco a dire, e la mia voce suona stranamente vuota, come se fossi distante da me stessa.

Francisco si avvicina al letto, prende un bicchiere d'acqua dal comodino e me lo porge.

Mi guarda come se stesse cercando qualcosa nel mio volto, ma io non riesco a guardarlo senza sentire il peso di mille domande non dette.

Lui non sembra sorpreso dalla mia domanda. Si siede sul bordo del letto, il suo sguardo fermo e calmo.

«Dopo che ti sei addormentata su di me, Dusan é venuto per sapere come stavi, gli ho detto che deve lasciarti aria, e sola per un po' di tempo»

Francisco si tira indietro di qualche centimetro, ma non abbassa lo sguardo.

«Ah ah, ora che torno a casa mi sente!» dico incorniciando le braccia.

Subito dopo, si stende accanto a me, circondandomi la vita con un braccio per poi tirarmi a sé.

«Ora rilassati, estrelinha, ok?Siamo solo noi due ora» dice.

Sento le sue parole arrivare come una carezza sulla mia anima, e per un attimo mi sembra che tutto intorno a me si fermi.

«Sai, pensavo ad una cosa» inizia
«Cosa?» domando io
«Certe volte, quando meno te lo aspetti, la persona giusta arriva al momento giusto»

Un silenzio profondo si stende tra noi, come un filo sottile che ci lega in un modo che non so spiegare, ma che sento crescere dentro di me, con la forza di una rivelazione.

La sua mano, inaspettatamente, si posa sulla mia, senza pensare.

Io non mi ritraggo.

Un gesto semplice, ma che parla più di mille parole.

«Hai ragione» dico, senza guardarlo, il respiro che mi si fa più profondo, e io poggio la testa sul suo petto
«Estrelinha» mi richiama
«Si?»
«Prometti di non uccidere Dusan quando torni a casa?» domanda ridacchiando
«Nah, al massimo lo picchio e basta» dico
«Mh, estrelinha» dice poi
«Dimmi» dico
«Ti voglio bene» dice.

A quella frase sorrido, e mi accoccolo di più sul suo petto.

«Ti voglio bene anche io» dico quasi in un sussurro.

SPAZIO AUTRICE
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non so voi ma io li amo

che ne pensate?

grazie dei commenti e delle stelline⭐️❤️

vi amo❤️
~silvia💫