𝟏𝟐.

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SILVIA'S POV

La sera è calda, il cielo sereno, ma dentro di me c'è una tempesta che non riesco a fermare.

Francisco cammina accanto a me, le dita che si intrecciano tra le mie come se non volesse lasciarmi andare, come se volesse proteggermi da qualcosa che, in fondo, già so essere inevitabile.

«Silvia» dice la sua voce, calma ma piena di una determinazione che mi fa venire i brividi
«Parla con Dusan. Devi chiarire con lui, prima che la situazione peggiori»

Non rispondo subito.

Sento il peso delle sue parole, ma dentro di me so che non è una cosa semplice.

Dusan non è facile da affrontare, soprattutto quando si arrabbia.

Ogni parola che esce dalla sua bocca sembra un'accusa, un attacco diretto.

Ma in fondo, Francisco ha ragione.

Deve finire, questa tensione.

Deve.

«Sì» mormoro alla fine, ma la mia voce tradisce la mia indecisione.

Francisco mi guarda, i suoi occhi scuri che scrutano i miei, cercando forse di capirmi.

Poi, senza dire altro, si avvicina e mi bacia.

È un bacio lento, profondo, come se volesse infondere in me una forza che non so di avere.

Quando si stacca, mi sfiora il viso con le dita, lasciando una traccia calda sulla pelle.

«Ci vediamo domani ad allenamento?» mi chiede
«Sì» affermo
«Va bene, mi raccomando eh» dice
«Tranquillo, ti scrivo dopo» lo avverto
«Sì»
«Buonanotte, estrelinha»

E poi, mi da un altro bacio.

«Buonanotte» dico sorridente.

Quando entro in casa, il silenzio mi avvolge come una coperta pesante.

La porta si chiude alle mie spalle con un suono sordo, ma il peso del mondo che porto dentro sembra ancora troppo grande.

Sono stanca, nervosa, e la mente mi corre alla discussione che ho in sospeso con Dusan.

Sento già il battito del cuore accelerare mentre mi avvicino alla sua stanza.

Mi fermo un istante davanti alla porta.

So che è nervoso.

La sua passione per il calcio è totalizzante, e quando le cose non vanno come lui spera, è come se il mondo intero crollasse.

Non è mai facile parlargli dopo una sconfitta, perché quando perde si fa travolgere dalla frustrazione e, inevitabilmente, scarica tutto su di me.

Ma stavolta deve cambiare.

Non posso più restare in silenzio.

Batto alla porta, poi entro senza aspettare risposta.

Dusan è seduto sul letto, con il viso teso e le labbra serrate in una smorfia di disappunto.

Quando alza gli occhi, li trovo carichi di rabbia, ma c'è qualcosa di diverso questa volta.

Non la solita esplosione di collera.

«Silvia» dice, con la voce che non ha ancora trovato la calma, ma non è arrabbiato come altre volte
«Che c'è?»

Mi avvicino con passo lento, cercando di non farmi sopraffare dalla tensione.

«Dobbiamo parlare» dico, cercando di non sembrare troppo decisa, ma nemmeno troppo timida.

«Dusan, non puoi trattarmi di merda ogni volta che ti svegli con la luna storta. Non è la prima volta che succede, e io non ce la faccio più»

Dusan alza un sopracciglio, ma non sembra più prontissimo a scagliarsi contro di me.

«Non è che ti voglio ferire, Silvia» risponde, come se stesse cercando di giustificarsi
«È che quando succede qualcosa di brutto in campo, mi sento impotente, mi arrabbio. E poi non so cosa fare, e tutto finisce per venire fuori... contro di te»

Le sue parole mi colpiscono, ma non mi fanno male come avrei immaginato.

Forse è perché questa volta sembra davvero consapevole di quello che sta succedendo, come se stesse cercando di capire il problema invece di negarlo.

Mi avvicino un passo, con il cuore che comincia a rallentare.

«Capisco che ti senti frustrato» dico, più dolce di quanto pensassi
«Ma non è giusto che tu scarichi tutto su di me. Quando sei nervoso, mi parli in un modo che non merito. Non voglio essere solo un'altra cosa su cui sfogarti»

Dusan abbassa lo sguardo, come se stesse cercando di farsi spazio nei suoi pensieri, ma questa volta c'è una ricerca di comprensione, non di scuse.

«Non voglio farti sentire così» dice, e c'è qualcosa di vulnerabile nelle sue parole, come se davvero stesse cercando di fare chiarezza.

«Mi dispiace se ti ho trattato male. Non è la mia intenzione, davvero. È solo che quando succede qualcosa di negativo, non riesco a controllarmi. E tu sei lì, sempre presente, ma non ti vedo come una persona con cui posso parlare. Ti vedo come un'altra cosa da gestire, da sistemare» ammette
«Lo so che non è facile» rispondo, cercando di mantenere la calma
«Ma non sono io il problema da sistemare. E tu non dovresti sentire di dover affrontare tutto da solo»

C'è un attimo di silenzio.

Le parole di Dusan pesano nell'aria, ma questa volta non c'è rabbia, solo un'inquietudine che ci lega entrambi.

Per la prima volta in tanto tempo, sento che davvero stiamo parlando, che non stiamo solo litigando.

Alla fine, Dusan si alza lentamente dal letto, avvicinandosi a me.

Senza dire altro, mi prende tra le braccia, come se il suo gesto volesse spiegare tutto ciò che le parole non riuscivano a dire.

Mi sento accolta, in qualche modo, da un abbraccio che parla più di qualsiasi scusa.

«Mi dispiace, Silvia» dice piano, le sue parole che arrivano come un soffio di vento
«Ti prometto che cercherò di fare meglio»

Sento il suo respiro sul mio collo, il calore che si diffonde, e in quel momento sento che la paura di perderlo, di non riuscire a farci capire, si dissolve.

Non è un cambiamento immediato, non una soluzione definitiva, ma è un passo.

Un piccolo, grande passo.

«Anche io» rispondo, con un filo di voce
«Io ti voglio bene, Dusan. E voglio che tu sappia che ci sarò sempre, anche quando le cose non vanno come speri»

Ci stringiamo più forte, come se in quell'abbraccio stessimo cercando di sciogliere tutto il rancore accumulato, come se fosse il modo più sincero di risolvere quella frattura che si era venuta a creare tra di noi.

La sua stretta è forte, ma piena di comprensione, e per la prima volta dopo tanto tempo mi sento veramente vista, davvero compresa.

Alla fine, ci separiamo lentamente.

Lo guardo negli occhi, e vedo che anche lui sta cercando di metabolizzare tutto quello che ci siamo appena detti.

«Ti voglio bene anche io, gnomo» dice
«Senti, se tu sei alto 1.90 e io 1.70, non vuol dire che devi prendermi per il culo» dico
«Ma va va» ridacchia.

SPAZIO AUTRICE
tiktok:7vinijr__

capitolo focalizzato principalmente su dusan e silvietta lo so, dai prossimi ci saranno per la maggior parte scene tra silvia e chico promesso😚

comunque ho fatto vedere chico alla mia prof di italiano e ha detto che é bellissimo🥰

grazie dei commenti e delle stelline⭐️❤️

vi amo❤️
~silvia💫

𝐡𝐞𝐚𝐫𝐭𝐥𝐞𝐬𝐬||francisco conceiçãoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora