31. Lasciapassare

3 1 3
                                    

Le cerchie più esterne erano un brulicare mai visto di gente proveniente da ogni parte del mondo e, sebbene fosse pieno di squadre di poliziotti che svolgevano azione deterrente per lo scoppio di disordini e tafferugli, verificare identità, documenti e intenzioni di ognuno sarebbe stata un'impresa improba.

Raggiunsero le mura interne senza grosse difficoltà e, soprattutto, in poco tempo.

Alla cittadella, però, suonava ben altra musica: ogni varco era presidiato da uomini in divisa.

Con un groppo in gola, Amina puntò con decisione verso l'ingresso principale, ostentando la sicurezza di chi non ha niente da nascondere. Per fortuna, il più alto in grado era un ufficiale che era stato spesso assegnato alla sua scorta, e quindi la riconobbe all'istante.

Com'era prevedibile, rimase assai sorpreso nel trovarsela davanti all'improvviso, per di più proveniente dall'esterno.
«Signorina, che cosa ci fate qui? Il matrimonio è tra poche ore!»
«Mi sono goduta la mia ultima notte da donna libera!» La giovane si era ormai conquistata la fama di figlia ribelle, tuttavia quella bravata era davvero eccessiva: le guardie ci avrebbero creduto?

Il militare la squadrò impassibile a lungo, senza lasciar intuire in alcun modo cosa pensasse di quel comportamento indecoroso.
«Vi fornirò una scorta per tornare al più presto al vostro appartamento.» Stabilì infine.

La giovane si sforzò di reprimere un sospiro di sollievo. Stava per ringraziare il suo interlocutore, quando quest'ultimo aggiunse: «Mi dispiace, ma devo comunque farvi rapporto.»

La figlia del governatore sentì il sangue ghiacciarsi nelle vene, quando l'uomo accese la radio.

Non aveva previsto quella semplice eventualità ma, se la notizia della sua presunta scappatella si fosse diffusa troppo, era possibile che qualcuno si interessasse alla vicenda, stroncando il suo piano sul nascere.

«No!» Esclamò, con fin troppa veemenza per una donna timorata del Vuoto che si stia rivolgendo a un uomo. Il soldato si fermò, sorpreso, il ricevitore dell'apparecchio già in mano.

Amina cercò di ragionare in fretta: i commilitoni avevano smesso l'atteggiamento svogliato di poco prima, e osservavano la scena incuriositi; altre persone attendevano, in coda dietro di loro, di essere registrate a propria volta, e Natostanco continuava di nascosto a controllare che il pugnale celato dentro l'ampia cintura a fascia potesse essere estratto con facilità.

Doveva risolvere la situazione molto in fretta, se non voleva attirare su di sé attenzioni che avrebbero fatto fallire sul nascere la missione.

«Maresciallo» tentò «sto per diventare la sposa di un uomo ricco e potente, che dopo questa unione aumenterà ancora di più la propria influenza.»

Sperando di non osare troppo, prese la mano dell'altro tra le sue, guardandolo dritto negli occhi. «Una moglie ha molti metodi per convincere il consorte a fare ciò che desidera. Il modo in cui vi comporterete con me influenzerà la vostra carriera, favorendola... O distruggendola.»

Non sapeva praticamente nulla del futuro marito, e non aveva idea se egli potesse davvero essere circuito in qualche modo, né tantomeno se avesse la possibilità di interferire col percorso del giovane. Tuttavia, quel bluff era la sua carta migliore.

Il graduato si guardò intorno con aria smarrita, come se desiderasse che qualcuno prendesse quella difficile decisione al posto suo. Alle loro spalle, qualcuno cominciava a borbottare, lamentandosi dei soliti favoritismi e del tempo di attesa inaudito.

«Ho la sensazione di star commettendo un grosso errore.» Commentò infine. «Fate in modo che non me ne debba mai pentire.» Con queste parole, riappese il ricevitore sul suo supporto, facendole segno con la mano di passare.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: 5 days ago ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

VellutoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora