Ad un tratto mi sveglio. All'inizio vedo tutto nero,ma poi comincio a osservare la stanza in cui mi trovo. Sono in un ospedale. Ma cosa ci faccio qui?! E ora ricordo. Stavo correndo con Jacopo. Ad un tratto casco per terra,comincio a urlare e piangere. Mi ricordo il dolore. È da anni che provo dolore,esattamente da sei. Ma non era mai stato così forte. Vorrei dire che questa volta era diverso perché lo sentivo fino alle ossa,ma direi una cavolata. Perché tutte le dannatissime mattine mi svegliavo con un dolore enorme,che provavo fino alle ossa. Ma questa volta è stato davvero orribile. Era come se mi strappassero le gambe. Sentivo un dolore immane,quasi insopportabile,per questo mi sono messa a piangere. Di solito io non piango mai perché le cose per cui piangere davvero sono poche. Ma questa,purtroppo rientrava in quelle poche. Il dolore era troppo forte per cercare di attutirlo solo con le urla. Perciò,penso,il dolore sarà stato così forte da farmi svenire. E ora eccomi qua. In una stanza di ospedale. Ma chi mi ci avrà portato? Una lampadina si accende nel mio cervello: JACOPO! Ma perché ora non è qui? Mi avrà lasciata di nuovo? Ma ad un tratto lo vedo entrare. È stupendo,indossa ancora la tuta da corsa. Si avvicina e mi da un bacio sulla fronte:
"Mi ha fatto spaventare da morire!"
"Non dirlo a me. Mi sono spaventata da sola."
"Ti amo! Lo sai vero?"
"Si"
"Bene. Perciò visto che sai che ti amo,mi sembra giusto capire cosa ti è successo. Stavo per morire di infarto."
"La storia e lunga,ma te la accorcerò. Quando avevo 12 anni" - ma lui mi interrompe "Quando mi sono allontanato da te" - dice con occhi tristi. Gli accarezzo una guancia e continuo:
"Un giorno,quando avevo 12 anni,durante ad una partita,anche importante,cado a terra. Provavo un fitta enorme dall anca in giù. Provai a rialzarmi,ma non ci riuscì. Così il mio allenatore si avvicino e mi chiese perchè non mi rialzavo e gli dissi che non ci riuscivo. Nei suoi occhi lessi il terrore puro. Così chiamò i miei genitori. Si accucciarono vicino a me è aspettammo insieme l'ambulanza. Mi portarono all ospedale,mi fecero degli esame. Esami del sangue,ecografie alle gambe,radiografie eccetera. Scoprirono che avevo la malattia di Osgood Shlutter. Il mio corpo era già predestinato ad un bello sviluppo muscolare. Ma facendo tutto l'esercizio fisico che facevo,e faccio,è nato questo problema. Facendo l'esercizio fisico,il muscolo si allunga. Così andava sulla cartilagine. Poi riposandosi il muscolo torna normale,perciò si accorcia. Mentre si accorciava mi portava giù la cartilagine,così ha cominciato a formarsi uno spuntone. Tutte le volte che sollecito le gambe,il muscolo si allunga,lo spuntone lo punge e dopo un po' comincio a provare questi dolori. Il problema e che di solito lo spuntone e solo in una gamba,mentre io c'è l'ho in tutte due,e in una,la sinistra,ne ho persino due. Perciò il mio dolore e il triplo rispetto agli altri che hanno il mio stesso problema. Dopo questa scoperta ho cominciato a fare degli esercizi e mi sono dovuta fermare con gli allenamenti per un anno. Il dolore era passato,così ho ripreso. Era da tre anni che non avevo nulla. E quando mi sono accasciata a terra e mi sono messa a piangere e urlare,era come se tutto il dolore che non mi era venuto da tre anni a questa parte,fosse arrivato proprio in quel momento."
Jacopo si avvicina e mi bacia. Poi mi dice:
"Mi spiace averti lasciato. Sono stato un deficente."
"Si,in effetti."
Ci mettiamo a ridere,ma le nostre risate sono state interrotte dall arrivo del dottore. Il mio vecchio dottore. Che non vedevo da tre anni,e sarei riuscita a sopravvivere senza un incontro con lui. Entra nella stanza e mi dice:
"Purtroppo ci rivediamo."
"Già,purtroppo."
"Beh allora abbiamo fatto..." - non lo lascio nemmeno finire e gli dico:
"Dottore,purtroppo mi conosce già da un po'. Perciò,per favore,arrivi al punto."
"Alessia,mi dispiace."
La mia vocina interiore mi dice MERDA!! Così dico al dottore:
"Mi spieghi."
"È tornato." - MERDA,MERDA E MERDA
Mi giro verso Jacopo che mi tiene la mano e gli dico "Esci"
Lui sbalordito mi dice: "cosa?"
"Per favore esci"
Aspetto che esca e dico al dottore:
"Ora mi spieghi tutto per bene."
"Sei pronta a sentire ciò che ti devo dire."
"Sono nata pronta."
Ma purtroppo non è vero. E ho paura di ricevere una batosta troppo grande.
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Non riesco a lasciarti andare (#WATTYS2016)
RomanceSinceramente non so manco io come descrivere questa storia. Posso solo dire che parla di un amore complicato tra due ragazzi opposti. Questa coppia descrive perfettamente la frase: gli opposti si attraggono. Posso solo dirvi che è una storia diversa...