Jacopo e Alessia

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Alessia mi ha raccontato tutto. Mi ha raccontato del dolore che ha dovuto sopportare. Mi ha raccontato che lo sentiva fin dentro le ossa. Mi ha detto che aveva iniziato una specie di "terapia" e che era migliorata. Mi ha detto che le era passato,che non le veniva una crisi da tre anni. Fino ad oggi. Si è confidata con me. Si è fidata talmente tanto da raccontarmi tutto. Mi ha parlato senza paura nella sua voce,anzi con una specie di orgoglio. Infatti bisogna ammetterlo,deve essere orgogliosa per tutto quello che ha fatto. Nonostante tutto il dolore che ha provato,ha lottato con le unghie e con i denti per il suo sogno. La pallavolo. Anche se aveva un dolore insopportabile,ha fatto il suo anno di pausa,con tutti i suoi esercizi,e appena ha potuto ha ricominciato con gli allenamenti. Il suo allenatore l'aveva declassata per la sua assenza,ma ora è il capitano. È riuscita a guadagnarsi il posto da capitano anche con tutto il dolore che provava. Sinceramente io non ci sarei riuscito. Sono il capitano della squadra di rugby,ma non ho mai passato tutto ciò che ha passato lei. Mi ha raccontato tutto questo,ma appena è entrato il dottore,Alessia mi ha cacciato. Mi ha semplicemente detto esci. Sinceramente non capisco il perchè. Ormai mi ha detto tutto,ormai so. Ma ad un tratto mi si accende una lampadina: forse mi ha cacciato perché ha paura che il suo stato sia peggiorato. E ha paura che io la lasci sola e che scappi come un coniglio. E vero l'ho già fatto,ma dagli errori si impara e non voglio ricascarci. Mi sto scervellando come un pazzo,e sono arrivato ad una conclusione. IO NON LA LASCERÒ PIÙ SOLA.

ALESSIA

Il dottore comincia chiedendomi:
"Come sono andati i tuoi allenamenti?"
"Bene,fino a poco fa."
"Si sono intensificati?"
"Si." - dico abbassando lo sguardo mentre mentalmente mi dico: << non avrei dovuto esagerare,ho giocato col fuoco e ora mia sono scottata>>
"Quanti allenamenti fai alla settimana?"
"Dal lunedì al sabato"
"Ogni allenamento quanto dura?"
"Tre ore..."
"Cavolo Alessia!"
"Si lo so,ma non posso farci niente mi ero fatta trasportare dal fatto che non avessi più niente da tre anni!"
"Ma non dovevi farti trasportare. Sapevi benissimo che la tua era una situazione delicata."
"Lo so,non avrei dovuto."
"Comunque,il tuo muscolo è stato sollecitato troppo,perciò ha iniziato a tirare la cartilagine che ormai si sta trasformando in osso" - lo interrompo "perciò se rimarrà così,la cartilagine diventerà osso e mi rimarrà questo problema per sempre?"
"Si,sarebbe così se non fosse che quando il muscolo si stende tira giù l'osso-cartilagine,ma ormai il tuo corpo ha trovato un modo per proteggersi. Cioè,appena il muscolo torna normale,la cartilagine torna su,anche lei al suo posto."
"Com è possibile?"
"Sinceramente non lo so,è un caso unico."
"Ma va a mio favore,giusto?" -chiedo in tono speranzoso
"Si,da un lato si,il problema è: dato che tutte le volte il muscolo tira giù la cartilagine il dolore e molto,ma molto più forte di prima. Come hai potuto sentire. Perché prima la cartilagine rimaneva lì e pungeva solo il muscolo. Ora il muscolo è talmente formato che tira la cartilagine ancora più giù,perciò si conficca proprio in esso."
"Perciò come farò?"
"Io e i miei colleghi qualche tempo fa abbiamo escogitato un intervento."
"Mi dica!" - dico euforica
"Entriamo in entrambe le ginocchia e mettiamo una lametta di ferro flessibile sotto la rotula."
"Ma il ginocchio è pieno di tendini!"
"Si,ma esattamente sotto la rotula,non c'è niente. Se no il tuo "pungiglione" andrebbe a colpire i tendini e non il muscolo giusto?"
"Si"
"Perciò,ti inseriamo questa lametta di metallo flessibile,in modo che quando sforzi i muscoli,non entrino in contatto con la cartilagine."
"E quando mi toglierete queste placche?"
" Quando la tua cartilagine sarà diventata completamente osso. Perciò faremo degli esami ogni sei mesi."
"C'è già stato qualche altro intervento?"
"Si ne abbiamo fatti altri due o tre,ma il tuo caso è completamente diverso è unico."
"Perciò è un bene o un male?"
"È un bene perché così l'intervento avrà più effetto."
"Come sono andati gli altri interventi?"
"Tutti con ottimi risultati."
"C'è qualche rischio o effetti collaterali?"
"Sinceramente peggio di così...comunque no fondamentalmente no."
"Quando mi può operare?"
"Avevo un intervento oggi,però è stato annullato e la sala è ancora libera perciò se vuoi possiamo fare anche adesso."
"Adesso adesso?"
"Si."
"Quanto dovrò stare in convalescenza?"
"Potrai uscire da qui dopo domani. Giusto il tempo di tenerti un po' sotto d'occhio. Però poi tra due settimane dovrai tornare per i controlli."
"Quando potrò ricominciare con gli allenamenti?"
"Appena uscirai dall ospedale. Ma ti dovrai fermare qualche volta in più durante gli allenamenti. Tipo quattro,cinque volte per qualche minuto."
"Dottore mi fido di lei..."
"E fai bene" - scoppiamo a ridere e gli dico:
"Può avvertire tutti che oggi la sala operatoria sarà occupata."
"Bene." - mi sorride ed esce per andare ad avvisare l'equipe.
Ora si che mi sento nata pronta. Ora che ho qualcosa su cui aggrapparmi e puntare. Ora che ho speranze e certezze. SONO PRONTA! Dopo poco le infermiere arrivano,mi preparano e mi portano in sala operatoria. L'anestesista mi mette la maschera in faccia. Intanto il dottore mi chiede:
"Pronta?"
"Ora si che sono nata pronta."
Mi sorride ed è l'ultima cosa che vedo. Ma l'ultima cosa che penso è che non ho avvertito Jacopo. Non riesco a pensarci oltre perché cado nelle braccia di Morfeo.

Non riesco a lasciarti andare  (#WATTYS2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora