Capitolo 12: "happier" -Olivia Rodrigo (Diana's pov)

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Le sue labbra sulle mie erano un'esplosione di sensazioni. Non avevo mai baciato nessuno con questa intensità, e nemmeno sapevo se fosse un bene o un male. Era tutto così confuso, ma non riuscivo a staccarmi. Non volevo nemmeno farlo. Il modo in cui Aiden mi stava baciando, come se cercasse di farmi sua, mi faceva dimenticare chi fossi per un attimo.

Poi, come un lampo che interrompe la notte, ha staccato le sue labbra dalle mie, lasciandomi con il cuore che batteva all'impazzata. Mi guardava come se avesse appena conquistato un regno, con gli occhi che brillavano di un'intensità che non avevo mai visto.

"Ti sei appena messa nei guai, Sirenetta," ha sussurrato, le sue parole ancora impregnate del sapore di quel bacio.

Ho tirato un respiro profondo, cercando di trovare un po' di lucidità. "Sirenetta?" ho ripetuto, incredula. Non avevo mai capito se quella parola fosse un complimento o un gioco per lui. "Non fare il bambino, Aiden."

Lui ha riso, ma non era una risata leggera. Era qualcosa di più profondo, come se sapesse che mi stava scivolando sotto la pelle. "Oh, ti piace," ha detto, il suo sguardo ancora fissato nei miei occhi. "Non fare la finta tonta, tesoro."

Non ho detto nulla. Cosa avrei dovuto dire? In effetti, mi piaceva. Ero stanca di negarlo a me stessa, ma non era questo il punto. Io non volevo ammetterlo. Non ora, non quando sembrava che Aiden avesse tutto sotto controllo. Non quando, dopo un solo bacio, stava cercando di farmi credere che fosse tutto così facile.

"Ti sbagli," ho detto, ma la mia voce non aveva la stessa forza di prima. Il respiro mi tremava, e il battito del cuore continuava a salire. Mi stavo davvero mettendo nei guai. "Non mi piaci."

"Veramente?" Aiden ha fatto un passo verso di me, e la sua presenza era così intensa che mi ha fatto sentire come se non avessi spazio per respirare. Mi ha guardata con una sicurezza che mi ha messo in difficoltà. "Non sembri convinta. Ma va bene, mi piace vedere che ancora ci provi."

Non riuscivo a mantenere la mia posizione, e in qualche modo mi sono avvicinata a lui. I suoi occhi mi scrutavano con un'intensità che non avevo mai visto prima. Non riuscivo a capire se mi stesse mettendo alla prova, o se fosse lui stesso a essere combattuto. Ma una cosa era certa: lui aveva il controllo. E io ero intrappolata in questo gioco.

"Sei un idiota," ho sbuffato, cercando di smorzare quella tensione che sentivo crescere tra di noi. Ma non mi ha dato nemmeno il tempo di pensare prima che, con un gesto rapido, mi ha preso per il polso.

Non avrei mai pensato che una presa così leggera potesse farmi sentire così vulnerabile, ma lui l'ha fatto. "Hai paura?" ha chiesto, il sorriso che sfiorava le sue labbra.

"Non sono una tua vittima," ho risposto, cercando di sembrare più sicura. Ma le parole mi uscivano con un filo di incertezza. "Non te lo permetto."

"Te lo permetti senza neanche saperlo," ha detto, continuando a fissarmi con quegli occhi penetranti. "Quando vuoi dire la verità, dimmelo. Lo so che sei attratta."

"Non è come pensi," ho cercato di dire, ma dentro di me sapevo che stavo mentendo. La verità era che avevo bisogno di staccarmi da lui, ma ogni fibra del mio corpo sembrava implorare di rimanere.

"Veramente?" La sua voce era un sussurro caldo contro la mia pelle. "E allora spiegami perché sei così vicina a me, Diana. Non mi dire che stai cercando di scappare."

Mi ha tirato delicatamente verso di sé, il suo corpo così vicino al mio che potevo sentire ogni suo respiro. "Mi stai facendo impazzire," ha aggiunto, le parole pesanti con una minaccia sottile che non avrei mai voluto ignorare.

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