Capitolo 15: Still Don't Know My Name - Labrinth (Diana's POV)

9 1 0
                                    

Il rumore della moto di Aiden rimbombava ancora nelle mie orecchie mentre il silenzio calava intorno a noi

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Il rumore della moto di Aiden rimbombava ancora nelle mie orecchie mentre il silenzio calava intorno a noi. Ero scesa da poco, ma le gambe mi tremavano, sia per il freddo che per la corsa. L'aria pungente della sera mi avvolgeva, facendomi stringere il giubbotto contro il petto.

Davanti a me c'era l'edificio: enorme, con muri grigi e una scritta al neon spenta che a malapena si leggeva. Ice Rink & Gym. Non avrei mai immaginato che fosse questa la nostra destinazione.

Mi voltai verso Aiden, che sembrava del tutto indifferente al gelo. Si tolse il casco con un movimento fluido, scuotendo i capelli come se fosse l'unica persona al mondo che potesse farlo sembrare naturale. Il suo profilo era illuminato da un lampione solitario, e per un attimo mi distrassi, osservando la tensione nella sua mascella, i muscoli delle spalle tesi sotto la giacca di pelle.

"Vuoi restare lì impalata a guardarmi il culo principessa?"

Quando mi accorsi di cosa stavo facendo, distolsi lo sguardo e mi schiarì la voce. "Quindi... perché siamo qui?" chiesi, cercando di suonare indifferente.

Aiden si girò verso di me, con quel mezzo sorriso irritante che mi faceva venire voglia di prenderlo a schiaffi e, anche peggio, di sorridere a mia volta. "Non sei l'unica con una vita, sai?"

"Davvero? Perché non si direbbe," risposi, incrociando le braccia.

Non rispose subito. Si limitò a fissarmi, i suoi occhi che brillavano di una luce indecifrabile sotto il buio della notte. Poi fece un passo verso di me, e il mio cuore accelerò in automatico. "Se non ti interessa, puoi anche restare qui. Io vado dentro."

"Sei insopportabile," sbuffai, seguendolo mentre si dirigeva verso l'ingresso.

"E tu sei una dannata ficcanaso," rispose lui, con un tono che sembrava quasi un complimento.

Mi lasciò entrare per prima, ma non senza sfiorarmi leggermente la schiena con la mano, un gesto così impercettibile che probabilmente non era nemmeno intenzionale. O almeno, così cercai di convincermi.

L'interno era... freddo. Letteralmente. La temperatura era decisamente più bassa di quella esterna, e il pavimento lucido rifletteva le luci fioche dei lampadari sopra di noi. Mi guardai intorno, cercando di capire dove fossimo, ma tutto quello che vedevo erano corridoi infiniti e porte chiuse.

"Non dirmi che stai cercando di impressionarmi," dissi, cercando di spezzare la tensione.

"Ti impressionerei se volessi," rispose Aiden, voltandosi verso di me con un ghigno.

"Certo, perché portare una ragazza in un posto del genere è così romantico," ribattei.

"Chi ha detto che sei una ragazza?"

Lo fissai, incredula, e lui si limitò a ridacchiare, continuando a camminare. Gli andai dietro, irritata dal fatto che aveva sempre l'ultima parola.

Obsidian Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora