Era seduto sulla sua poltrona in pelle nera, nel salotto della villetta che aveva acquistato dopo la fine della guerra, una sigaretta tra le dita e mille pensieri per la testa. Si era voluto allontanare dal passato, aveva voluto dimenticare quegli anni di terrore e colpe. Era rimasta una copia sbiadita del vecchio Draco Malfoy, anche se le più delle abitudini erano rimaste o per lo meno le aveva ritrovate... La voglia di fare la bella vita, i soldi, una bella casa, divertimento e belle donne, un lavoro appagante che lo faceva sentire vivo. Ma quel suo odio represso, quella sua rabbia e arroganza, erano quasi completamente scomparse. Si sentiva un uomo pentito, ma incompreso... Non voleva giustificare le sue azioni, ma avrebbe almeno voluto che le persone capissero il perché di quelle gesta. Dopo la caduta di Voldemort, non era tornato ad Hogwarts. Aveva ignorato le proteste e lacrime di sua madre e si era trasferito in Scandinavia, lontano da tutto e da tutti. Aveva fatto il suo ultimo anno di scuola a Durmstrang, abbandonando le mura accoglienti di Hogwarts, le vecchie tradizioni e il vecchio ambiente che tanto aveva criticato e che troppo tardi aveva capito essere per lui una seconda o forse, la sua vera casa. Non si era trovato male nella nuova scuola, ma non era paragonabile alla bellezza del castello arroccato sul lago nero... Pieno di segreti e meraviglie nascoste. Era stata una scelta dolorosa la sua, ma alla fine aveva deciso che la cosa migliore era cambiare. Non avrebbe sopportato le occhiate maligne, i sussurri al suo passaggio, le domande, le accuse per essere stato un mangiamorte e per ciò che aveva dovuto fare. La sua vita era stata una vera merda e lui, non aveva intenzione di essere ricordato e additato come il cattivo superstite. A durmstrang non era conosciuto... La sua famiglia era nota ad alcuni, ma nessuno sapeva con esattezza del suo passato, né tanto meno aveva compiuto lo sbaglio di far vedere il disgustoso marchio sull'avambraccio sinistro. Provava ripugnanza ogni volta che lo vedeva, gli ricordava ciò che era dovuto essere e ciò che lo avrebbe caratterizzato per sempre agli occhi di chi lo conosceva. Draco Malfoy, il mangiamorte. Provava la terribile sensazione di chi ha sprecato la sua vita, odiava il suo passato e ciò che aveva fatto. Andava di tanto in tanto a trovare sua madre e suo padre,ma il manor gli scatenava ricordi dolorosi... Non sapeva nemmeno come facessero i suoi genitori ad abitarci ancora. Anche loro, dopo la guerra erano cambiati, si erano pentiti e non erano più attaccati come una volta alle vecchie tradizioni, ma Draco non riusciva a perdonarli del tutto... soprattutto suo padre. Una volta l'aveva stimato e aveva seguito le sue orme, ma poi, quando aveva capito la cruda realtà, provandola sulla sua pelle... Si era chiesto chi fosse suo padre. Voleva davvero quella vita di merda ? Voleva davvero avere sulla coscienza omicidi, stragi di massa, bugie e così tanti segreti per liberarsi dei babbani e dei mezzosangue ? Un tempo li aveva disprezzati pure lui, ma adesso, dopo anni... Si chiedeva se non avesse sbagliato fin dall'inizio. Alla fine, che noia gli creavano ? Nessuna. Si era fatto odiare e l'avevano costretto a schierarsi dalla parte del male per una causa assurda... e se aveva quel marchio tatuato sull'avambraccio, parte della colpa era di suo padre... delle sue scelte e dei suoi errori. Ci aveva rimesso lui, e non sarebbe mai potuto tornare indietro per rimediare. Se una volta era stato fiero di essere un Malfoy, adesso quel cognome lo faceva sentire sporco. Dopo il diploma, che aveva ottenuto con ottimi risultati, era entrato a far parte dei servizi segreti magici del ministero della magia scandinavo. Un mestiere molto simile all'auror... Il suo lavoro gli piaceva e lo appagava. Non aveva ancora trovato una compagna stabile... Ma gli andava bene così. Aveva bisogno di riprendersi dal suo passato, prima di pensare all'amore... Sempre che fosse ancora in grado di provarne e di darne. Chiamò il suo elfo per farsi portare del Whisky incendiario e rimase a sorseggiarlo perso nei suoi sentieri. Si riscosse quando vide tornare il suo elfo domestico. Inarcò un sopracciglio e chiese
" Cosa succede Alfred?"
" Padron Draco, una civetta si è presentata alla finestra di cucina e Alfred, signore, l'ha fatta entrare. Porta una lettera legata alla zampa, lei è il destinatario, desidera che porti la civetta da lei, signore?" Chiese l'elfo, prostrandosi in un profondo inchino. Chi poteva cercarlo a quell'ora di notte ?
" Sai chi è il mittente?" Chiese Draco
" No signore, credo che la firma sia dentro, ma Alfred non si permetterebbe mai di aprire la corrispondenza del suo signore." Rispose prontamente l'elfo
" Va bene... Allora portami la civetta" l'elfo alla nuova richiesta si inchinò profondamente e trotterellò a recuperare l'animale, tornando poco dopo con una civetta di medie dimensioni, dal piumaggio marrone chiaro con sfumature di bianco e gli occhi color ambra. Corrugò le sopracciglia... Non l'aveva mai vista prima e soprattutto, in quei posti freddi, non gli sembrava di aver mai visto molte civette... Quando si trovava in Gran Bretagna ne vedeva a palate... ma non era il rapace di famiglia. I suoi genitori avevano un gufo reale... chi mai gli avrebbe potuto scrivere. Staccò la lettera dalla zampa dell'animale e chiese ad Alfred di portare dell'acqua e del cibo per far rifocellare la bestiola. La busta non era molto spessa o interessante... Ma qualcosa lo rendeva agitato. Sul retro c'era solo scritto " Per Draco Malfoy". La scrittura gli era familiare... Ma non riusciva ad associarla a nessun volto conosciuto. La aprì con mani tremanti e iniziò a leggere... sgranando gli occhi per lo shock. Non si accorse nemmeno del bicchiere che gli cadde di mano, infrangendosi sul pavimento e dell'elfo che si mise a pulire, chiamandolo preoccupato.
"Granger..." soffiò senza fiato, fissando il vuoto, con occhi sbarrati.
" Padron Draco, padron Draco! Sta paventando me. Alfred deve chiamare aiuto? Sta male padrone, signore ? Risponda ad Alfred, per favore" squittì l'elfo allarmato. Draco lo fissò con sguardo perso e sussurrò " No, sto bene... Ma per favore, lasciami solo... se ho bisogno ti chiamo, va bene ? Adesso vatti a riposare." L'elfo lo guardò con i suoi grandi occhioni marroni, rincuorato e, dopo aver fatto un nuovo profondo inchino aveva detto " Si padrone, Alfred vi ringrazia. Non esiti a chiamare se ha bisogno" con un pop si era smaterializzato e Draco era rimasto solo, con la civetta sullo schienale della poltrona e la lettera e l'invito di matrimonio in mano. Provò una sensazione dolorosa, una morsa allo stomaco. Rimorso, forse ? Paura... dolore... ricordi...? Non sapeva darsi una spiegazione. Dopo tutto quello che era successo, dopo quattro anni, la Granger gli scriveva... perdonandolo per tutto il male che le aveva fatto. Quanto tempo era che non pensava a loro ? Una volta erano stati la sua ossessione... i suoi bersagli preferiti... ma adesso, aveva cercato di rimuovere tutto dalla sua mente. A quante persone non aveva più pensato ? Aveva perso i contatti quasi con tutti... cercando di costruirsi una nuova vita, lontano da tutto il male che lo aveva circondato. Gli sembrò di essersi fermato nel tempo... loro erano davvero andati già così avanti ? Si erano ripresi meglio di lui, forse ? A quanto pareva Potter si era sposato con la Weasley e adesso, Hermione stava per sposarsi con il vecchio, caro lenticchia. Alla fine quei due, dopo quasi dieci anni passati a fare i vecchi sposi scorbutici, si sposavano davvero. Ma ciò che lo sorprendeva di più, era quella lettera. Deglutì. Avrebbe avuto il coraggio di presentarsi al matrimonio ? Avrebbe avuto il coraggio di guardarli in faccia ? Sarebbe stato accolto oppure avrebbe scatenato un putiferio ? La Granger, seppur assurdo, sembrava averlo perdonato. Un fiotto di calore lo invase... Ormai non la odiava più, la guerra si era portata via tutto. Ma Weasley e Potter ? Loro erano ben disposti come lei? Se Potter era rimasto lo stesso testardo dei tempi della scuola, dubitava che avesse messo da parte il suo odio e il suo rancore e Weasley, sicuramente non era da meno... eppure, la sua futura moglie, l'aveva invitato al loro matrimonio. Presentarsi, avrebbe significato dimostrare che era cambiato, che era stanco di portare odio e rancore... che era pentito per ciò che era successo e che aveva fatto... ma probabilmente avrebbe anche significato rivedere molte facce conosciute che l'avrebbero squadrato con sospetto, timore, incredulità e forse odio... Era pronto, dopo ben quattro anni, ad affrontare il passato ? Cosa le avrebbe potuto scrivere, dopo quattro anni che non si vedevano e non si sentivano... dopo anni che l'aveva odiata e disprezzata, dopo tutto il male che la sua famiglia le aveva fatto e aveva fatto anche agli altri. Non era mai stato bravo con le parole e non poteva di certo scriverle
" Ciao Granger, grazie del tuo perdono, ci vediamo al matrimonio". Si sentiva combattuto... andarci, o rifiutare ? Se avesse rifiutato, si sarebbe comportato da codardo, di nuovo. Ma se avesse accettato, come avrebbero reagito le persone, al suo arrivo ? Il sudore freddo gli imperlava la fronte... prima prendeva una decisione, meglio era. Chiuse gli occhi e decise... sperando che fosse la scelta giusta. Evocò inchiostro, piuma e pergamena e si spremette la mente per trovare le parole giuste.Ricevere la tua lettera, è stato un vero shock... Nemmeno io mi sarei mai aspettato che tu un giorno, potessi scrivermi... né tanto meno avrei pensato di poterti scrivere io. Cosa posso dirti, Granger...Non sono mai stato bravo con le parole e metterle per scritto mi risulta ancora più difficile... Ma voglio provarci. Sono grato del tuo perdono, veramente. Non credo nemmeno di meritarmelo, non dopo tutto il male che ti ho fatto... Non so cosa ti abbia spinta alla tua decisione... forse ciò che si dice sui grifondoro, è più vero di quello che immaginassi... ovvero che avete un gran cuore, oltre al coraggio. Sono stato uno schifo, la guerra mi ha segnato, anche se in molti non lo crederanno, e come dargli torto...Voi avete perso molto più di me, io invece sotto molti punti di vista, sono stato molto più agiato di voi. Sono passati lunghi quattro anni e sono cambiato quasi radicalmente da allora... me ne sono andato perché non sopportavo più quell'ambiente. Mi ricordava tutto lo schifo e il marcio che c'è stato e che in parte ho anche creato... Mi sono trasferito in Scandinavia e ho finito l'ultimo anno a Durmstrang. Non ce la facevo ad affrontare tutti i pregiudizi, volevo farmi una nuova vita. Non è stata una decisione facile, ma forse è stata la scelta migliore che io abbia fatto dopo tanti anni. Per dimostrarti che sono cambiato... Accetto il tuo invito, anche se non senza un certo timore. Come reagiranno le persone? Potter e Weasley, cosa ne pensano? Anche loro hanno messo da parte l'odio e il rancore nei miei confronti ?
Questa cosa mi sembra ancora surreale... fammi sapere, Granger.
Draco, Lucius, Malfoy.Rilesse la lettera più volte prima di imbustarla. Aveva fatto la scelta giusta ? Non lo sapeva... Ma per una volta voleva rischiare. Sapeva quanto la Granger fosse testarda e impulsiva... Non era nemmeno certa che gliel'avesse detto a Potter e al suo futuro marito. Dubitava che quei due fossero disposti al perdono così facilmente... Non dopo tutti quegli anni di odio. Non poteva biasimarli... Gliene aveva fatte passare troppe, era diventato un mangiamorte, aveva fatto entrare il nemico ad Hogwarts, non aveva mai mostrato coraggio lottando per sconfiggere il male. Aveva fatto il vile, il codardo... Era impossibile che loro l'avessero già perdonato...
- Nuovo capitolooo, vi piace ? Questa volta ho lasciato spazio a Draco . Un bacio a tutti -
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La Rinascita Dopo La Guerra
FanfictionIl titolo è stato modificato da "Sì, lo voglio " a quello attuale perché quando iniziai a scrivere la storia la mia idea era quella di scrivere una Hinny ma poi, ovviamente, ho cambiato idea e ho divagato 😂. Quindi, a conti fatti, l'ex titolo non e...