Capitolo 29

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Harry entrò nel bel tendone addobbato e lasciò intravedere tante seggioline immacolate e infiocchettate disposte ai lati, perfettamente in ordine. All'interno però regnava un gran vociare e gli ultimi ritocchi stavano per essere quasi terminati. Draco, ancora invisibile, entrò subito dietro il moro.

L'istinto di sopravvivenza gli consigliò di fuggire da lì per tornare al sicuro nella sua bella e costosa villa, insieme ai suoi elfi e a qualche bella signorina ben disponibile nei suoi confronti. Ma per una volta la sua coscienza lo costrinse a restare, ricordandogli che era lì per dimostrare che era un Draco malfoy ormai adulto e cambiato.

Il suo sguardo volteggiò per la stanza, facendogli tendere ogni muscolo quando riconobbe decine e decine di facce conosciute. Coloro che erano sopravvissuti alla guerra, per lo meno, pensò amaramente. Quelle persone l'avrebbero odiato a morte e doveva pensarlo anche Potter, visto che si guardava attorno nervosamente, impugnando strettamente la bacchetta all'interno della tasca dei pantaloni.

In un angolo, provando uno strano miscuglio di emozioni, riconobbe la McGranitt, Vitious, Lumacorno, Hagrid, Madama Bumb e pure Madama Pince insieme a uno scorbutico Gazza. Gli sembrò di essere tornato ad Hogwarts e fece una piccola smorfia... Solamente la Granger poteva invitare Gazza e la Pince al suo matrimonio. Ma alla fine aveva poco di cui meravigliarsi...Aveva invitato pure lui, Draco Malfoy, il mangiamorte traditore.

Quel pensiero era aspro, ma fu attenuato dalla sorpresa alla vista di Paciock insieme a quelli che dovevano essere i suoi genitori. Frank e Alice Paciock...I pochi superstiti dell'ordine della fenice, tornati alla vita dopo la morte di sua zia Bellatrix. Un moto di repulsione per la sua famiglia e il suo passato gli fece contrarre lo stomaco in una morsa dolorosa. Quanto dolore, paura, disperazione e morte avevano diffuso i Malfoy in tutti quegli anni? Troppo...Troppo per poter pretendere di tornare ad essere accettato nella società.

La sua codardia gli fece domandare se fosse il caso di mostrarsi oppure no e si costrinse a credere che se lo stesse chiedendo solo per timore di creare scompiglio tra gli invitati e rovinare la cerimonia, ma non era certo che fosse solo per quello. Sapeva di essere un vigliacco, un codardo senza un minimo di spina dorsale. Non aveva mosso un dito per ribellarsi al volere di Voldemort, non aveva fatto niente per riscattarsi. Si era piegato al volere di quel mostro, pur di non rischiare la vita, lo ammetteva, seppur amaramente. Era fuggito in un altro paese, pur di tagliare i ponti con il passato e affrontare i suoi demoni. La verità era che si vergognava a dover guardare negli occhi coloro che erano stati distrutti anche per merito suo. Aveva vergogna a guardare negli occhi dei guerrieri, degli eroi, che aveva dato e rischiato tutto per vincere quella guerra mentre lui era stato nascosto fino all'ultimo nel suo bel manor.

Un moto di rabbia verso sé stesso lo spinse a prendere coraggio una volta per tutte. Estrasse la bacchetta dalla tasca interna della giacca, deglutendo saliva acida. Osservò Potter che di schiena continuava a scrutarsi a torno nervosamente e di nuovo la sua convinzione vacillò. E se davvero gli invitati avessero reagito male al punto di far scatenare una rivolta? Non voleva rovinare il matrimonio. L'avrebbero certamente incolpato di averlo fatto a posta, così l'avrebbero odiato ancora di più e nessuno gli avrebbe creduto se avesse cercato di giustificarsi. Per questo si arrese a rivolgersi a Potter...

"Potter, devo parlarti."Sussurrò Draco, avvicinandosi a lui in modo che lo sentisse. Harry si irrigidì, ma fece un cenno con la testa per fargli capire che aveva sentito. Disinvoltamente si allontanò in modo da condurlo in una zona più appartata del tendone, dove fece un incantesimo silenziante e fece finta di essere impegnato ad aggiustarsi lo smoking nero che indossava per l'occasione.

"Cosa c'è Malfoy?" Borbottò il moro. Draco sospirò, sapendo che l'avrebbe fatto infuriare.

"Voglio mostrarmi." Rispose cauto. Harry scattò con lo sguardo verso di lui e lo fulminò con le sue iridi verdi. Fu un'occhiata talmente fulminante che il biondo si fece piccolo piccolo e fu grato di essere invisibile.

La Rinascita Dopo La GuerraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora