capitolo 20

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"Ora? Cosa facciamo?"

Volcaret la fissò con una smorfia infastidita.

"Innanzitutto, non perdiamo tempo in domande idiote. Cosa ne dici?"

Selean udì un formicolio attraversarle le mani. La testa si annebbiò, e quasi sentì una voce dirle di tirargli uno schiaffo, ma si trattenne. Invece, rispose con un sorriso tranquillo. Lui divenne paonazzo e scostò lo sguardo, incamminandosi lungo i moli.

Aveva ormai capito che sorridere tranquilla lo faceva arrabbiare più di uno schiaffo ben assestato.

"Ben fatto, l'hai azzerato."

Sorrise alla voce bassa dell'elfo, che le aveva sussurrato nel passarle affianco trascinato dalla corda stretta tra le mani di Volcaret.

"Allora, amichetto? Come facciamo?"

"Non chiamarmi così!"

"Te rispondimi, e magari smetto."

Volcaret si fermò, sbuffando. I rumori del molo li circondavano, dalle zattere che sbattevano contro i grossi tronchi piantati nel fiume, allo sciabordare violento delle acque. Quando parlò, dovette avvicinarsi e concentrarsi per sentirlo, perché il vento sbuffava violento e, mescolato al rumore delle acque e delle zattere, rendeva difficile capire cosa diceva.

"Proviamo a chiedere, ma sarà difficile trovare qualcuno che accetti di partire. Dovremo aspettare che il tempo si calmi."

"L'ho trovato!"

Stecco stava urlando, correndo verso di loro. In effetti, era sparito non appena il marinaio del giorno prima si era rifiutato di trasportarli, dicendo che era un rischio tentare di attraversare il fiume in quelle condizioni.

"Hai trovato cosa?"

Il volto di Volcaret era attraversato da una smorfia insofferente. Forse, per il puzzo di pesce sparso ovunque. O per quell'aria che li sferzava con cattiveria, riempiendo le narici di un'umidità che rendeva quasi difficile respirare.

"Una zattera disposta a trasportarci di là dal fiume!"

"Davvero?"

Volcaret aveva una voce insicura, come se non credesse alle parole del ragazzo.

"Sì. È tre attracchi più indietro, e ci trasporteranno gratuitamente."

"Stecco, spiegami bene. Ieri, col bel tempo, nessuno voleva trasportarci se non a peso d'oro. Ora, con una tempesta in arrivo, qualcuno è disposto a farlo gratuitamente?"

"Dicono che devono trasportare delle merci di là dal fiume, e quindi tenterebbero comunque."

Selean scattò verso Stecco, prendendolo per un braccio.

"Bravissimo! Volcaret si stava già arrendendo. Forza, andiamo."

Lanciò un'occhiata all'amico. Stava stringendo la mascella, e le pareva quasi, in mezzo al rumore del vento e del fiume agitato, di sentire i denti stridere uno contro l'altro.

Ma cosa prendeva a tutti? Stecco non parlava quasi più, Volcaret andava su tutte le furie ogni due minuti.

Aveva sempre voluto bene a Stecco, era il suo migliore amico, e sentiva verso di lui un sentimento fortissimo. E anche quel ragazzo misterioso, apparso dal nulla, che li aveva salvati già due volte, le provocava un tumulto nel cuore. E allora, perché non si decidevano a comportarsi in modo decente, smettendola di fare i taciturni, o di arrabbiarsi per nulla? Dovevano essere un gruppo, aiutarsi, non continuare a battibeccare su qualsiasi cosa.

Forse, era lei che non andava? Era lei, col suo modo di fare, col suo essere sempre agitata, impulsiva, a incrinare i loro rapporti?

Sentì un taglio inciderle il cuore, affianco a quel dolore che sempre l'accompagnava.

Lo Stregone delle Ombre - Il viaggioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora