14. Stupore.

106 13 0
                                    

-"Salve bellissime donzelle!"- Salutò Hendrik, con tono ironico e medievale.
-"Ciao"- Disse Kailee, con uno sguardo fulminante, che puntava verso di me, prima di superare il ragazzo sulla soglia. Era strana e aveva parlato a stento.
Entrai in casa senza dire nulla. La mano del ragazzo in smoking si appoggiò sulla mia schiena, come per incoraggiarmi a camminare. Mi spingeva gentilmente verso le tantissime persone che vagavano per la casa, compreso l'ingresso. Mi voltai verso destra, e sussultai quando incontrai, alzando il volto, gli occhi del ragazzo dai capelli chiari, proprio dietro le mie spalle. Quando lo vidi, non distolse lo sguardo, ma lo intensificò per poi chinarsi e sussurrarmi all'orecchio:
-"Sei bellissima."- Una strana scarica elettrica sembrò attraversare il mio corpo, udendo il suono rauco e profondo della sua voce. Forse era solo colpa della musica, così alta, nella stanza in cui eravamo appena entrati. O almeno, di questo cercai di convincermi. Lo guardai imbarazzata, per poi chinare lo sguardo, timidamente.
Che fine aveva fatto la mia sfacciataggine?
Kailee, adesso, era intenta a spingermi, sperando che mi unissi a lei al centro della pista.
-"Sai che io non..."- Ballo, stavo per dire, ma una mano mi trascinò via da lei. Immaginando esattamente chi potesse essere, mi presi il mio tempo prima di voltarmi, per rivolgere uno sguardo dispiaciuto alla mia amica infuriata. Hendrik era davanti a me, come sospettavo, e stava ballando davvero bene, formando attorno a sé uno spazio circolare, creato dagli altri invitati. Solo quando mi resi conto di essere lì, immobile, mentre tutti ci fissavano, decisi che avrei ballato con lui. La musica era alta, i corpi delle persone ammassati stavano riscaldando l'aria. Il ragazzo dagli occhi dorati continuava a muoversi soddisfatto e sorridente a causa della mia partecipazione. Dovevo ammettere che mi stavo divertendo, anche se non ero molto brava nei movimenti. Hendrik ridusse lo spazio tra noi. Non potei fare a meno di fissarlo, così a suo agio, in mezzo a quella musica. Unì il suo corpo al mio e rimasi paralizzata per un attimo, mi fece cenno di uscire. Lanciai un'occhiata a Kailee che non era più sola. Feci spallucce e mi avviai verso fuori. Camminavo quasi saltellando a ritmo di musica, osservando quei ricchi e giovani invitati, pieni di brillanti e gioielli sul proprio corpo. Spostai la mia profondità di campo più lontano, nella sala, e fu allora che mi parve di vedere due occhi che non avevano nulla da invidiare a quei gioielli. Non feci in tempo a guardare meglio: ero già fuori.
-"Sei bellissima stasera."-
-"Penso tu l'abbia già detto"- Il mio tono era dolce, le mie guance leggermente arrossate. Per il caldo, ovviamente.
-"No, io ho già detto che sei bellissima, ma intendevo sempre."- Si avvicinava pericolosamente. -"Adesso intendo proprio stasera."- Il suo enorme sorriso gli faceva brillare gli occhi.
-"Non stuzzicarmi, Tamm. Se l'altro giorno non fosse entrata..."- Lo avvertii, puntandogli contro l'indice.
-"Mi avresti baciato"- Sbottò, sicuro di sé, chinandosi per poggiare le labbra sul mio dito.
-"Saresti finito da qualche altra parte, prima che ti avrei anche solo permesso di provarci"- Dissi, abbassando la mano, fingendo di essere sicura di ciò che dicevo.
-"Uhhh, già. Andiamo Liine, perché non posso avere una possibilità?"-
Già, Liine, perché?
-"Kailee, tu e lei..."- Era davvero l'unica cosa che mi era venuta in mente?
-"Kailee, oh bhe..."- Balbettò lui. -"A lei non importa."-
-"A lei o a te?"-
Non ascoltai nemmeno la risposta, forse perché non c'era stata. Le sue labbra erano quasi sulle mie, si muovevano velocemente verso di me, in cerca di un bacio. Prima che me ne potessi accorgere, lo avevo già allontanato. Ora la mia attenzione era diretta oltre le sue spalle, verso una delle tante coppie presenti. Vi era una ragazza, dalla lunghissima chioma nera come la pece, il corpo snello e sinuoso, oltre che alto, e non solo a causa dei tacchi. Scarpe che, tra l'altro, erano davvero troppo alte per lei. Teneva le sue lunghissime dita sul petto di un ragazzo, a cui era appoggiata, ancora più alto di lei. Era davvero bellissima, aveva gli occhi chiusi e lo stava baciando. Cosa era, un giardino incantato?
Quando la sua mano si spostò e si intrecciò con quella di lei, entrambi si voltarono nella mia direzione e cominciarono a camminare. Per la milionesima volta, riconobbi quel ragazzo: Jamie. Avevo visto giusto.
Era scomparso, ed ecco la motivazione. Non ho idea del perché mi sentissi così... Nervosa, forse. Ed io che pensavo che stesse male, che avesse bisogno di tempo... Volevo lasciargli spazio per la perdita di suo nonno. A scuola lo evitavo, a pranzo lo evitavo. Perfino sui social, lo evitavo.
Hendrik mi sventolò le mani davanti cercando di conquistare la mia attenzione. Poi, si voltò per incontrare lo sguardo di Jamie. -"Oh, adesso capisco!..."- Esclamò indignato.
-"Che ci fa qui?"- Chiesi sottovoce, cercando di mantenere un tono neutrale.
-"Bhe, è il mio compleanno...Jamie!"- Urlò, mentre si stava avvicinando. Il mio corpo basso era nascosto da quello del ragazzo che mi aveva appena provato a baciarmi. Improvvisamente, la punta delle scarpe mi sembrò la cosa più interessante da guardare. Wow, le avrei dovute pulire prima di venire qui.
-"We-e..."- Esclamò Jamie di rimando -...e-ehi"- quando mi notò.
-"Ehi"- Mimai con le labbra, silenziosamente, una volta alzato lo sguardo.
-"Lei è..."- Si rivolse alla ragazza che aveva alla sua sinistra. Adesso che aveva gli occhi aperti, potei notare la bellezza di questi ultimi, di un colore particolare: erano scuri, profondi e sembravano grigi, quasi neri. Mi guardava con un mezzo sorriso. Le sue labbra erano parecchio sottili, il suo sorriso non era perfetto ma non era di certo malaccio. Quattro piccole macchie marroni erano incorniciavano il mento. Non sembrava timida o arrogante. Forse apatica. La sua pelle appariva, probabilmente, molto più pallida e fasciata in quel vestito color porpora, lungo dietro e corto davanti.
-"Io sono Elise."- Incalzò, interrompendo, con un forte accento americano.
La mano di Jamie si liberò da quella di lei, e il suo sguardo si spostò velocemente, quasi come se il gesto la imbarazzasse. Hendrik si avvicinò a me e mi cinse la vita con un braccio. Decisi di lasciarlo fare.
-"Vi divertite?"- Chiese poi, con un ghigno.
-"Non sai quanto"- Elise guardò il suo ragazzo rispondere, con uno strano sorrisetto sul volto. Jamie sembrava infastidito.
-"Dovreste bere qualcosa. Abbiamo Vodka alla fragola, ciliegia, melone..."-
-"Non beviamo noi, tu lo sai."- Sbottò la piovra viola, stanca del suo posto in panchina.
-"La solita guastafeste. Non risuccederà. Di cosa hai paura?"- Hendrik ce l'aveva con le sfide.
-"Non fare il bambino."- Sputò Jamie.
-"Basta"- Cercai di dire. Lo sguardo di Elise puntò il mio, con un sopracciglio sottile incurvato, mentre spostava la sua chioma su una spalla.
-"E lei? Ma chi è?"- Rise. -"Ora lasci che abbiano il diritto di parola?"- Continuò. Peccato, sei in campo minato adesso. Stava alimentando il mio nervosismo, ed ora ero infuocata di rabbia. Jamie si voltò come stordito dalle sue parole, anche imbarazzato, forse. Hendrik strinse la presa sul mio fianco ed indietreggiò appena.
-"Come osi..."- Iniziò.
La ragazza rise sonoramente ed io mi staccai da Hendrik per fare un passo verso di lei.
Mimò qualcosa con le labbra, guardando entrambi.
-"Inutile che ti atteggi da escort, dolcezza."- La squadrai dal basso verso l'alto.-"E poi, non potrei mai competere con la concorrenza."- Sussurrai, a pochi centimetri dal suo volto , prima di superarli e camminare nella direzione opposta alle loro spalle. Devo ammettere che ebbi molta forza di volontà per non mollarle un pugno, sul suo viso pallido.
Chi si credeva di essere? Non mi voltai nemmeno per capire se Hendrik mi stesse seguendo e cercai in tutti i modi di allontanarmi il più veloce possibile. Non dovevo venire qui.
Una mano mi bloccò il braccio. Mi voltai di colpo. Hendrik mi stava proprio dando sui nervi, adesso.
-"Roheline."- Jamie era in piedi davanti a me fissandomi in un modo indecifrabile. Senza dire nemmeno una parola mi girai e continuai a camminare. -"Roheline."- Ripetè ancora, cercando la mia attenzione.
Non mi fermai. Vidi il suo corpo piazzarsi davanti a me.
-"Non ho niente da dire"-
-"Io sì."-
-"E non ho intenzione di scusarmi"-
-"Ma io sì."-
-"E per cosa?"-
-"Lei... Lei... È fatta così"-
Il mio sguardo bruciò e vidi la sua espressione colorarsi di pura, incontrollabile impazienza. -"Volevo dire... Non pensa, non ragiona. Agisce e sbaglia, ecco. E poi per me..."-
-"Non ti devi giustificare. Pensavo solo che sai, stessi male. Che non volessi vedere nessuno. Kailee aveva detto così."-
-"Kailee..."- Ripetè lui guardando dietro di me.
-"Sì lei..."- Continuai, vedendo che si era zittito.
-"Kailee!"- Urlò, spingendomi e camminando dietro di me. Confusa mi voltai.
Poco più avanti, in giardino, notai una folta chioma colorata, appartenente a qualcuno disteso a terra. Kailee era ubriaca, rideva da sola, appoggiata ad un cespuglio da chissà quanto. Aveva la pelle color cioccolato rigata di lacrime, quando seguii Jamie correndo. E poi gli occhi, dello stesso colore, iniettati di sangue. Cercai di calmarmi per lei.
-"Kailee"- Dissi piano, mentre mi inginocchiavo. -"Kailee, quanto hai bevuto?" Non dovrei nemmeno preoccuparmi per lei...
-"Due, tre, otto, che importa!"- Rideva e piangeva inquietantemente.
-"Che cos'hai?"- Chiese Jamie, sedendosi accanto a lei.
-"Vattene! Vai da lui!"-Urlò, spostandosi e spingendomi.
-"Ehi, Ehi calma!"- Cercò di dire il ragazzo vicino a me.
-"No, svitato di una ragazzo. Pensi che non dovrei preoccuparmi ora come ora? Ho aspettato e niente. Io ci ho provato e...Ho pregato, anche."- Parlava velocemente, così, apparentemente a caso. -"Non ho mai... Mai così. Perché non lo capisci? Perché te? Perché non io? Perché me!"-
-"Ma cosa stai dicendo? Non capisco una parola di quel che dici"-Sbottai, cercando di avvicinarmi a lei, mentre lei si allontanava. Aveva le mani e il viso sporchi di terra. Il vestito nero si era accorciato, dato che era seduta. I tacchi tolti e buttati sull'erba.
-"Ferma! Fermati. Lui vuole te ed io..."- Singhiozzava, gli occhi nuovamente colmi di lacrime. Lui?
-"No, no, no. Lui non vuole nessuno"- Mentii, utilizzando il suo stesso soprannome. Non ci stavo capendo nulla.
-"No? Non ti facevo così falsa!"-
-"Ma cosa diamine succede, Kailee!"- Stavo urlando, erano tutti troppo ubriachi per notare questa lite. Solo Jamie mi fissava con gli occhi sbarrati e carichi di preoccupazione.
-"Niente, te ne devi andare!"-
-"Cosa succede!?"- urlò ancora lui, bloccandola con entrambe le mani.
Silenzio. Mi fissava terrorizzata, in un fastidioso silenzio.
-"Kailee..."-
-"No! Tu... io mi fidavo di te! Di lei, Jamie! Non ci stare con lei... Non vedi com'è...E tu... drah!!!"- Urlò, cominciando a strappare dell'erba per tirarmela. Le afferrai i polsi e la bloccai, spostando Jamie dall'altra parte e guardandola negli occhi.
-"Jamie, vai. Parleremo più tardi. Chiama qualcuno..."-
-"No!!!"- Urló ancora Kailee, vedendo l'altro allontanarsi dopo aver annuito.
-"Kailee io..."-
-"L'hai baciato! Hai ballato con lui! Io ho visto tutto!"- Cambió ancora argomento spingendomi e dandomi pugni. Il dolore non era molto, ma doveva smetterla. La gente stava cominciando a guardarci.
-"Non sono stata io a baciarlo! Io l'ho respinto."- Dissi, adesso calma.
-"Sono comunque nella merda."- Esclamò, ridendo istericamente.
-"Perché?"- Le chiesi, allontanandomi di poco, lentamente.
-"Io credo..."-Iniziò, parandosi il viso con le mani. -"Hendrik... Io credo..."- Aspettai. -"Non lo so... Sono così confusa..."
-"Me lo puoi dire."-
-"Io credo..."-
-"Cosa?!"- Mi alterai.
-"Di essermi innamorata di lui, Roheline !"- Esclamò lei, prima di buttare la testa tra le braccia e piangere ancora più forte.
Sospirai, pensando che il problema sarebbe dovuto essere più grave. Senza pensarci, rimasi a fissare la bottiglia che aveva in mano, gliela sfilai e stanca, mandai giù due lunghi sorsi di quella che sembrava Tequila.

#Roowolf

Non sono l'eccezione dei libri. {In Correzione}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora