Kailee non gli rivolse un solo sguardo, quando Hendrik decise che era decisamente il momento di togliere il disturbo.
All'inizio avevo provato fastidio, dovuto al fatto che lei stesse lì a discutere. Proprio lei...
-"Roheline, mi dici come conosci quel grandissimo figlio di..."- Avevo ignorato la domanda già tre volte, stava cominciando a insultare quel ragazzo in modo davvero colorito.
-"Lo conosco da quando eravamo bambini."-
-"E non me l'hai mai detto?"-
-"Sì, bhe... Mia mamma vorrebbe che stessimo addirittura insieme."-
Spalancò la bocca, fissandomi come se avessi bestemmiato in chiesa.
-"Tu. Hendrik."- Ci sta arrivando. -"Tu ed Hendrik."- Continuò, scuotendo il dito a destra e a sinistra. Era arrabbiata, ma per quale motivo?
-"Perché ti agiti tanto? È ovvio che non sono obbligata a fare ciò che vuole lei."-
-"Tu... Cioè...Hendrik"- Era giusto un po' confusa. -'Si vedeva che avevate intesa... Stava per baciarti!"-
-"Ma non è vero, che dici?!"-
-"E tu ci saresti pure stata!"- Urlò come quasi un rimprovero. Ma qual era il suo problema?
-"Come lo conosci tu, scusa?"-
-"È una lunga storia!"-
-"Sentiamo. "-
-"Durante questo viaggio é stato il mio ragazzo!"-
-"Cosa? Potevi chiamare! Ma poi non ti piacevano i biondi?"-
-"Lui è biondo cenere!"-
-"Cos... Oh, ma andiamo. Potevi dirmi come si chiamava!"-
-"Dobbiamo parlare di te? Che non sei nemmeno venuta a scuola? E mi hai chiuso il telefono in faccia ieri sera!"- Era furiosa. Lei? Davvero?!
-"Mio zio è stato in ospedale! E poi stavo dormendo ieri sera..."- Non avrei creduto nemmeno a me stessa, riguardo la seconda frase... Anche se, a dire il vero, mi ero appena svegliata.
-"Ti avevo chiamato per dirti che Jamie mi ha parlato di te!"- Sbuffai, ascoltando a stento ciò che diceva. -"Di te! Roheline!"-
-"Che? Di me?"-
-"Già ."- Adesso non riusciva a nascondere il nervosismo.
-"Okay, non capisco. Che cosa ti avrebbe detto?"-
-"Mi ha raccontato di averti conosciuta in un pranzo, con la tua famiglia, due giorni fa. "- La guardai, immaginando un enorme punto interrogativo formatosi sopra la mia fronte.
-"Ha parlato dei tuoi occhi"-
-"Non... Non significa nulla, cioè, puoi provarci benissimo"- Balbettai appena.
-"Poi, ho pensato alla tua indifferenza, alle tue reazioni. Ho fatto due conti e a te piace, non è così?"-
-"Ma cosa dici! Proprio non capisci niente!"- Come poteva essere così superficiale?
-"Non fare ciò che fai con tutti, è un bravo ragazzo..."- Era così che iniziava la sua fatidica predica, così sbuffai e cambiai argomento, prima che fosse troppo tardi.
-"Perché ti sei lasciata con Hendrik?"- Vidi i suoi profondi occhi castani incupirsi e cambiare nuovamente umore.
-"È un poppante... Non fraintendermi, ci sa fare, ma vuole che tu sia sua, proprio come un bambino possiede i suoi giocattoli."- Lo avevo immaginato...-"A me piaceva davvero, è un ragazzo perfetto, ma poi ha trovato un nuovo giocattolo. E a quanto pare sei tu"-
-"Ma è impossibile. Io l'ho conosciuto insieme a Jamie, due giorni fa.
-"Non importa ora. Vi ho visti poco fa..."- Ripeté, immersa nei suoi pensieri.
Adesso, eravamo una di fronte all'altra, sedute sul letto.
-"Se non fossi entrata non sarebbe successo nulla. Mia madre lo adora, pensa che saremmo una bella coppia, ma sono io a decidere. Ho solo diciassette anni, non è questo il momento per pensare a queste cose. Questo è il momento per vivere ed io sento che non lo sto facendo al meglio."- Mi guardò perplessa. -" Ascoltami, farò in modo che vi rimettiate insieme se lo vorrai, anche se a dire il vero, non meriteresti nemmeno le mie attenzioni, Kailee."-
-"No, Rohe...Non... Fa niente, davvero, non...Hai ragione..."-
-"Pensaci un attimo... Vai via per tutto questo tempo e non ti fai sentire. Io ti..."- Troncai il discorso, indecisa su che tempo verbale utilizzare. -"Ti voglio bene."-
-"Lo so, lo so... Avevo bisogno di staccare la spina."-
Fu così che giustificò il tutto. "Avevo bisogno di staccare la spina". Che gran delusione. L'ennesima, di chi si lava le mani di tutto così facilmente.
Decidi che ciò che era spezzato era ormai andato per conto proprio, perciò ascoltarla o meno non avrebbe fatto differenza. Optai comunque per la prima opzione. La ragazza dai capelli colorati, specialmente di blu, mi spiegò anche che era venuta lì per sapere come stavo e così dovetti a malavoglia dirle di mio zio. D'istinto, guardai la scatola sul comodino, dopo essermi voltata all'improvviso.
L'attenzione di Kailee si scaraventò sul soggetto di colpo, chiedendo quante più informazioni possibili. Sei un genio, Roheline. Potevi anche starti ferma.
A quel punto avevo la scatola in mano, quando gliela passai per fargliela vedere meglio.
-"Queste foto sono stupende, Liine, guarda qui!"- E voltò la mia preferita, quella del bacio. -"Datata 1942. È il periodo dell'invasione tedesca! Che bastardi..."- Oh, però. Non avevo notato le date che vi erano su alcune di quelle foto, tutte tra gli anni '40 e gli anni '45. -"Di chi è, quindi?"- Chiese per la decima volta.
-"Non ne sono sicura..."- Mentii.
-"Forse dovresti portarla agli oggetti smarriti. Sai, magari è qualche reperto importante o che ne possiamo sapere..."- Oh, no invece. -" Oppure devi andare dal legittimo proprietario di cui non vuoi parlarmi."- Mi guardò sorridendo. -"Lo capisco, Liine. Devi ridargliele, comunque"- Mi disse infine, porgendomi il piccolo scrigno.
-"Volevo farlo ieri sera, ma..."- Alzai le spalle e le riabbassai velocemente, mentre riponevo la scatola sulla scrivania.
-"Chissà per cosa sta quella V...Potremmo fare una ricerca!"- Propose Kailee, cambiando repentinamente argomento.
-"Non lo so, non sono affari miei..."- Cercai di dire.
-"E allora? Vuoi dirmi che non sei nemmeno un poooochino curiosa? Dai su, cerchiamo su Google"-
Quando Kailee si mette una cosa in quella sua testa variopinta, niente può fermarla. Figuriamoci io. Passammo ore sul motore di ricerca e sui vari siti, cercando informazioni sulla Grande Guerra , ottenendo scarsi risultati. Quando l'orologio segnò le 21:00, capimmo che non avremmo trovato granché, se non qualche informazione superficiale o storica, più che altro.
Quella sera andai a trovare mio zio, che era pronto per tornare a casa. Mi rattristai molto quando lo vidi cupo e stanco, sfinito. Si vedeva che respirava a fatica. Almeno Kailee aveva già l'auto, così da poterci fare il favore di riaccompagnato a casa.
Dopo una lunga e stancante giornata, entrammo facendo scoccare le chiavi nella serratura tre volte. Essendo stato chiuso, l'appartamento era buio, i miei erano evidentemente usciti. Codardi.
-"Alloora, cosa vuoi mangiare per cena?"- Cercai di essere il più allegra possibile.
-"Pizza, Ro'... ordina la pizza, dai"-
-"Ma io volevo cucinarti qualcosa!"-
-"Sappiamo tutti e due come è finita martedì scorso..."-
-"Oh, andiamo, ho solo bruciato un po' la mensola, solo... Un pochino"- Scoppiammo a ridere entrambi. Pensavo che non avrei sopportato di non sentire quel suono grave, mai più. -"Pizza sia!"-
Ordinai due pizze ai quattro formaggi, senza preoccuparmi del possibile ritorno dei miei genitori. Si sarebbero sicuramente arrangiati. Mentre aspettavamo l'ordine a domicilio, salii in camera per farmi una lunga doccia.
The Cat era sul letto, che miagolava, reclamando del cibo. Quello almeno, non avrei dovuto cucinarlo.
Sentii il cellulare vibrare.
Mittente : Kailee.
Allora lo aveva ancora il mio numero...
"Ehi...Ho notizie su quella "V"! Non sai cosa ho scoperto!"*Autore*
Ed ecco un nuovo capitolo :D
Roheline ha chiarito qualcosina, ma adesso dovrà ridare la scatola a Jamie. Lo farà?
Fatemi sapere se la storia vi sta piacendo u.u
A presto!
Xoxo
#Roowolf
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Non sono l'eccezione dei libri. {In Correzione}
CasualeRoheline Petrov, 17 anni. Vive a Tallinn, capitale dell'Estonia, sotto la responsabilità di una madre dittatoriale e di un padre perennemente assente. In un gelido pomeriggio d'inverno, però, il ritrovamento di qualcosa potrà cambiarle la vita. " L...