Hendrik mi aveva guardato con occhi supplichevoli mentre uscivo fuori dalla sua porta d'ingresso con Kailee vicino. Per quest'ultima, nemmeno uno sguardo preoccupato o minimamente commiserabile. Jamie, al contrario, si era offerto lui stesso di accompagnarci a casa. Hendrik non gliel'avrebbe mai permesso. Li salutai con una mano. Come avrei voluto che la serata andasse diversamente...
Avevo più volte cercato di calmare Kailee, durante i suoi sfoghi, ma non avevo mai dovuto evitare che si strappasse i suoi lunghi capelli colorati dalla disperazione, come quella sera.
La guardavo lì seduta, di fronte a me, con la testa fra le mani, sporche e sudicie di terra. L'avevo pregata di considerare la possibilità che facesse una doccia, ma aveva sempre tergiversato. Eravamo a casa sua, adesso. Una villa grande, molto moderna, con le vetrate al posto delle porte ed un'enorme piscina sul retro. Nonostante tutti gli anni della nostra amicizia, ero stata lì ben poco. I suoi genitori erano usciti e non sarebbero tornati presto, stando alle teorie della loro figlia. Aveva un fratello più grande, sui ventiquattro anni, se non ricordavo male, ma non l'avevo mai visto. Di quanto ne sapevo, però, era amico di Dylan. Pensavamo stesse dormendo, quando sentimmo dei passi pesanti provenire dalle scale. Un ragazzo magro spuntò dietro lo stipite della porta, con lo sguardo ancora assonnato. Ero stupita di quanto somigliasse alla sorella: pelle scura, avevano entrambi origini tunisine molto lontane, occhi color cioccolato, statura media e minuta. L'unica differenza era nei suoi capelli castano naturale, che però riconoscevo uguali a quelli di Kailee prima che li decolorasse. Squadrò prima me e poi sua sorella, confuso.
-"Che... Che succede qui?"- Aveva la voce roca, per il sonno. Avanzava preoccupato verso di noi. Guardai Kailee e capii che non avremmo dovuto spiegare il problema.
-"Devi essere Roheline"- Disse.
-"In carne ed ossa"- Cercai di sorridere.
-"Bhe, avrei preferito conoscerti in altre circostanze, ma è comunque un piacere. Io sono Yassine"- Tese la mano, che strinsi, per presentarci.
Si sedette, avendo ai rispettivi lati me e Kailee, e potei giurare che solo allora si rese conto di quanto sia sorella facesse apparire grave la situazione. La ragazza che avevo di fronte aveva smesso di piangere, ma era comunque visibilmente a pezzi. Solo adesso vidi le unghie mangiucchiate, probabilmente ore ed ore prima e i graffi sulle braccia e sul viso, vicino all'orecchio sinistro. Era davvero messa male.
-"Chi è stato?!"- Sbottò il fratello guardandola in faccia.
-"Nessuno"- Risposi con un tono calmo. Il suo sguardo disperato puntò il mio. -"Nessuno, nel senso che intendi tu."-
-"Cosa?"-
-"Lei..."-La indicai. -"Starà meglio"-.
Kailee ricordò al fratello di un viaggio, nel periodo in cui sparì e non si fece sentire.
-"Vacanza studio. Lì ho incontrato Hendrik."- Spiegò.
Raccontò tutto, nei minimi dettagli, facendo trasparire ogni sentimento che provava per lui. In meno di qualche mese, se ne era innamorata. Descrisse il modo in cui la faceva sentire, il modo in cui l'accompagnava a lezione o cercava di essere carino con lei. Il modo in cui lui l'aveva baciata, davanti la porta della sua stanza, fregandosene di chi li avrebbe potuti vedere.
-"Stavamo insieme ufficialmente, prima che..."- Si interruppe, come se fosse precipitata all'improvviso, da un sogno ad un incubo reale.
-"Prima che...?"-
-"Litigassimo, per la sua ossessiva gelosia e... Baciassi un altro ragazzo. Era più basso, aveva i capelli rossicci e gli occhi cupi. Non ho idea di come si chiamasse, non me ne importava niente. L'ho fatto pensando a lui, sbagliando, anche. Cercai di giustificare la stupidità del mio gesto, ma nemmeno io me lo sarei perdonato. Lui, ovviamente, si vendicò, andando con una ragazza, che tra l'altro mi somigliava molto. E adesso, beh, ha trovato un modo più divertente per distruggermi: Te."- Mi indicò, con amarezza.
Yassine ci guardava in silenzio, forse un po' imbarazzato.
-"Continua"- Le sussurrai.
-"Lo amo."- disse ricominciando a piangere. Sembrava una quattordicenne alle prese con la sua prima cotta... Ma quando si sta male per amore, non è sempre forse come se fosse la prima volta?
-"Porca mer..."- Imprecò il ragazzo, non sapendo gestire la situazione.
-"Sì, sì lo so, sono un'idiota, ma cosa posso fare!"- Incalzò Kailee.
-"Nulla, non muore nessuno"- Suggerii io.
-"Se glielo dici..."
-"Cosa potresti farmi?"- Chiesi, nonostante non glielo avrei mai detto.
-"Ti potrebbe smontare in duecento piccoli pezzi e spargerli per il fiume qui dietro, per esempio."- Suggerì il fratello, con un sorriso.
-"Grazie, sei davvero d'aiuto. "- Piagnucolò Kailee. Poi mi fissò e sussurrando disse: "Non pensavo che l'avrei mai detto, ma un giorno potrei perfino odiarti, Liine."-
Ignorai del tutto quella riflessione inutile da ragazza ubriaca. Non sapevo nemmeno cosa fosse, ormai, Kailee per me. Avevo sbagliato perfino a portarmela a quella festa, l'avevo usata. Non la reputavo più la mia migliore amica, anche se infondo continuavo un po' a preoccuparmi per lei. Ero così incoerente... Meritavo il suo odio.
Verso l'una e trenta del mattino, convinsi la ragazza a riposare e potei finalmente tornarmene a casa, accompagnata da Yassine.
Dovevo allontanarmi da Hendrik.
Non tanto per Kailee, la cui amicizia ormai era andata in fumo, ma per la faccenda in generale. Ero stanca.Lo stridulo tintinnio della campanella che annunciava la mensa, mi riportò al mondo reale, facendo scoppiare la mia bolla di fantasticherie greche, non appena la lezione di storia terminò. Kailee non si recava a scuola da due giorni. Scomparsa nuovamente.
Mi avviai lentamente verso la mensa, con la testa immersa nel telefono, intenta a leggere un suo primo messaggio.
Un tonfo metallico mi fece andare qualche passo indietro: avevo sbattuto contro un armadietto.
Una fragorosa risata inondò il corridoio giallo e rosso, ormai vuoto, del liceo. Alzai la testa massaggiandomi la fronte indolenzita. Jamie era appoggiato agli altri armadietti, semi-piegato dalle risate.
-"Dovresti fare attenzione."- Quasi riuscì a dire, tra le lacrime.
-"Dovresti farti gli affari tuoi."- Dissi acida, spingendolo e passandogli davanti. Lui chiuse l'armadietto con una mano e si affiancò a me. Lo avevo visto insieme ad Elise, qualche volta dopo la festa, ma lui aveva tenuto sempre lo sguardo basso, quando ero nei paraggi.
-"Dovresti vedere la tua faccia"- Rigai dritto, immaginando il sorriso sghembo sul suo volto.
-"Dovresti non spuntare sempre ovunque."- Esclamai, sollevando le braccia in aria.
-"Oh, invece dovresti smetterla di dire dovresti"- Mi ripetè, ancora divertito.Mi bloccai a guardarlo.
-"Tu sei..."- Iniziai, puntandogli il dito contro. "Drah!!!"- Continuai a camminare, mentre mi seguiva.
-"Mh, preferisco simpatico."- Sorrise. Per un momento avevo dimenticato il perché ce l'avessi con lui, ma l'attimo dopo...
-"Che fine ha fatto la tua fidanzatina?"- Chiesi, fermandomi davanti a lui.
-"Oh, beh, lei è tornata a New York."-
-"E tu adesso sei qui, ovvio..."-
-"Come?"- Tornò serio.
-"Che gioco stai giocando?"-
-"Non sto giocando."-Lo sguardo irremovibile. Alzai gli occhi al cielo.
-"Oh andiamo, la tua ragazza mi ha trattato malissimo e ora fai l'amico? Poi per quanto tempo sei sparito, un mese? Adesso vattene, Alexeev."- Feci per spingerlo ma mi bloccò.
-"E tu allora? Prima respingi quel pallone gonfiato e poi permetti che ti abbracci? Disprezzi Kailee e poi ti preoccupi per lei? Non venire a farmi la predica!"-
-"Hai visto?"-
-"Ma certo! Io ti ho vista entrare!"-
-"E allora? Che ti importa di me ed Hendrik?"-
-"Certo che mi importa!"-
-"Perché!?"-
-"Perché io..."- Abbassò lo sguardo, in modo nervoso. -"Kailee! Non ci pensi?!"- Urlò guardandomi di nuovo.
-"Tu cosa?"-
-"Non abbiamo parlato dopo il compleanno. Avevi detto che l'avremmo fatto"-
-"È stato due giorni fa. E poi ecco: stiamo parlando"-
-"Non è divertente, Roheline"- Alcuni suoi amici si stavano avvicinando, quando ci videro parlare e si fermarono facendo finta di non ascoltare.
-"Parliamo, Jamie. Parliamo."-
-"Bene, Elise... È una mia ex compagna di liceo... Io ci esco da due settimane ed è venuta qui per vedermi. Eravamo molto legati e..."- Il mio sguardo si spostò ai suoi amici e facendo totalmente finta di non ascoltarlo e di non essere interessata alle sue giustificazioni continuai a interromperlo:
-"I tuoi amichetti ti stanno aspettando."- Il suo sguardo, dopo essere stato interrotto, era chiaramente deluso. Capì che non volevo ascoltarlo, che non ne avevo la minima intenzione. Forse era vero, forse no. Si voltò a guardare i suoi amici, mentre io avanzavo dalla parte opposta, pronta ad andarmene. Mi bloccò il braccio:
-"Roo'..."-
-"Cosa."- Lo guardai negli occhi, con tutta l'aria di non aver nemmeno fatto una domanda.
-"Niente, non importa."- Affievolì la voce. Si allontanò da me lentamente, come se non avesse nient'altro da dire.
-"Fammi passare."- Dissi fredda, spingendolo ed entrando in mensa.*Autore*
Jamie, Jamie, Jamie...
Come sempre se lasciaste un voto o un commento, mi farebbe molto piacere :)Xoxo
#Roowolf

STAI LEGGENDO
Non sono l'eccezione dei libri. {In Correzione}
DiversosRoheline Petrov, 17 anni. Vive a Tallinn, capitale dell'Estonia, sotto la responsabilità di una madre dittatoriale e di un padre perennemente assente. In un gelido pomeriggio d'inverno, però, il ritrovamento di qualcosa potrà cambiarle la vita. " L...