-La mia famiglia mi ha parlato molto di voi, è un onore potervi finalmente conoscere - disse Thorin chinando il capo, seguito poi dal resto della compagnia.
-Anche per me è un onore conoscervi, Thorin Scudodiquercia. Le nostre strade si sono incrociate inaspettatamente qui a Gran Burrone, ma sono certa che dopo questo incontro il mio rapporto con il Popolo di Durin sarà più forte e duraturo, portando grandi benefici per entrambi.
Thorin fece un altro piccolo inchino con il capo, e Gandalf riprese la parola:
-Belthil vorrei inoltre presentarti il quattordicesimo membro della nostra compagnia, il signor Bilbo Baggins dalla Contea.
Guardai in direzione del gruppo di Nani e uno hobbit si fece avanti tra di loro. Sembrava quasi intimorito da me, si avvicinava lentamente, con cautela, e cercava di non guardarmi dritta negli occhi.
Aveva i capelli bruni riccioluti, occhi verdi scuri, grosse orecchie a punta e il naso a patata. Indossava abiti semplici: una giacca lunga e rossa, un panciotto verde con grossi bottoni di metallo, una camicia bianca, sotto la quale si intravvedeva una sciarpa verde, e pantaloni marroni che arrivavano poco sotto le ginocchia. Alla cintura portava una piccola spada dal pomo in cuoio scuro e decorazioni argentate che riconobbi all'istante: un pugnale elfico. Non indossava stivali, bensì camminava a piedi nudi grazie a piedi grossi e robusti, con della peluria sulla parte superiore.
-Perché hai paura di me Bilbo Baggins?
-I-io non ho paura mia Signora ... è solo che ... non mi sento abbastanza degno ... - mi rispose quasi sussurrando.
-L'umiltà è un grande valore di cui devi andare fiero, ma non sottovalutare te stesso. Io non sono superiore a nessuno, la Fiamma non mi ha reso onnipotente né invincibile. Faccio parte di questo mondo esattamente come te Bilbo.
Il suo sguardo si sollevò da terra e finalmente mi guardò negli occhi.
-Ecco, così va molto meglio. Sono sicura che avremo modo di parlare più tardi, sai sono curiosa di sapere qualcosa sulla Contea.
In realtà non volevo parlare solo della Contea, ma anche del vero motivo per cui aveva deciso di unirsi alla compagnia dei Nani. Sapevo che c'era qualcosa che stavano nascondendo, qualcosa di importante. Lo avevo capito dai loro sguardi, attenti a non attirare troppo l'attenzione, e da come Gandalf aveva reagito alla mia proposta: in un attimo aveva cambiato espressione, aggrottando le folte sopracciglia grigie, come temesse che io potessi scoprire qualcosa.
-Certo, ne sarò estremamente felice.- rispose lo hobbit.
-Che ne dite se riprendiamo insieme il banchetto? Devi essere molto affamata Belthil - propose Gandalf fingendo un grande sorriso per nascondere la sua agitazione e rimettere tutti a loro agio dopo il mio arrivo a sorpresa.
-Sarò felice di unirmi a voi- ribattei sorridendo.
I Nani esultarono e si rimisero seduti ai loro due tavoli, che in realtà erano composti da tanti tavolini bassi, sui quali di solito si appoggiavano i libri, e divisi dalla grande pietra che stava al centro della Sala, cominciando poi a parlare e ridere tra di loro. Bilbo si sedette con loro su dei morbidi cuscini, accanto a un Nano dai capelli bianchi e dalla lunga barba anche'essa bianca.
Io invece mi sedetti tra Gandalf ed Elrond, in un tavolo più alto, e con noi vi erano Lindir e Thorin, il quale non sembrava apprezzare molto il cibo elfico, così come gli altri Nani.
Durante la cena Gandalf mi indicò i dodici Nani che sedevano con Bilbo: Dwalin, Balin, seduto accanto allo hobbit, Bifur, Bofur, Bombur, Oin, Gloin, Ori, Dori, Nori, e i giovani nipoti di Thorin, Fili e Kili.
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|Firedust|
Fanfiction⚠Sequel di |Belthil| ⚠ Dopo la battaglia, niente è più come prima. Belthil comincia a perdere perfino se stessa pur di ritrovare Calen, l'Elfo che ama. Ma qualcosa di inaspettato le farà aprire gli occhi dal buio di solitudine in cui si era rifugi...