Capitolo 20

151 18 6
                                    

Caddi in ginocchio di fronte alle ceneri di Pallando, continuando a guardarmi le mani. Quanti ancora sarebbero morti per me? Mi sentivo macchiata dal suo sangue e da quello di tutte le persone cadute durante la battaglia a Mordor. Ogni goccia del loro sangue versato era come una pugnalata dritta al cuore; le immagini dei loro volti privi di vita mi scorrevano una ad una nella mia mente, nitide e impregnate di rimorso.

Io ho fiducia in voi, so che farete la cosa giusta” erano state le ultime parole dell’Istari, ma ne era davvero sicuro? Troppe volte avevo tradito la fiducia delle persone che amavo, e stavo ancora tentando di correggere i miei sbagli. Ma alcuni sarebbero rimasti irreparabili, non si poteva tornare indietro nel tempo. Ero sola in questa battaglia.

Il tempo passava, ed io rimanevo immobile, prigioniera dei miei sentimenti. Ogni secondo trascorso era un secondo in meno della vita di Calen, ed un secondo in più di pace per tutta la Terra di Mezzo. Ma era davvero ciò che volevo? Parte di me mi diceva di alzarmi da terra e dare a Sauron ciò che desiderava, di scegliere una vita piena e felice a fianco di Calen, tuttavia piena di rimorso e angoscia per quello che avrebbe comportato questa scelta. Chi ero io per decidere il destino delle altre persone? Nella mia mente vi erano troppo domande a cui non riuscivo a rispondere, mente il peso della responsabilità mi schiacciava, lento ed inesorabile.

Avevo giurato a Gil-Galad di proteggere suo figlio Calen, ma non avrei mai immaginato che ciò avrebbe compromesso il giuramento pronunciato al cospetto di tutti i Valar. Ma alla fine tutto si riduceva ad una sola domanda.

Avrei scelto di seguire il cuore o la missione? Qualunque fosse stata la mia scelta, avrei sofferto.

Improvvisamente dalle segrete della fortezza si levò una moltitudine di ululati e grida feroci, seguiti dal rumore dei passi di centinaia e centinaia di Orchi in marcia: l’esercito di Sauron era pronto alla guerra per la conquista della Montagna Solitaria.

Mi chiesi se la compagnia di Thorin fosse riuscita a riprendersi la propria dimora dalle grinfie di Smaug, anche se ancora non sapeva quale altro grande pericolo incombeva su di loro. Avrebbero combattuto fino allo stremo per difendere la Montagna, ma non sarebbero mai riusciti a sconfiggere l’armata di Orchi, erano in netta minoranza.

Il gracchiare di centinaia di Corvi sovrastò l’ululato dei Mannari: Davoch non si era tirato indietro, avrebbe condotto il suo esercito di  Elfi Corrotti in guerra a fianco dei fedeli servi di Sauron. 

Sarebbe stato un massacro, non potevo stare a guardare senza far nulla. La porta della mia cella si aprì di scatto e comparvero due Orchi armati fino ai denti.

-Il Padrone vi vuole vedere, non intende attendere oltre.- disse grugnendo uno dei due.

-Ma ho ancora tempo, non è ancora passato un giorno!

-Non importa, voi dovete seguirci.- replicò l’altro avvicinandosi a me.

-Non osate toccarmi.- li minacciai guardandoli con occhi fiammeggianti blu oceano, facendoli così indietreggiare entrambi.

Il tempo a mia disposizione era scaduto prima di quanto mi aspettassi. Era arrivato il momento di fronteggiare Sauron, non potevo più tirarmi indietro. Mi alzai da terra e mi incamminai verso le due repugnanti creature, le quali si scambiavano sguardi sorpresi ed intimoriti.

-Fatemi strada.- dissi con un fil di voce.

Senza aggiungere altro gli Orchi mi affiancarono, mentre l’oscuro esercito continuava ad avanzare fuori dalle mura di Dol Guldur. Attraversammo diversi corridoi, salendo verso la parte superiore della fortezza non ancora crollata, fino ad arrivare ad uno spiazzo esterno circondato da colonne avvolte dai rovi e scalinate semi-distrutte che vi convergevano. Al centro vi era una statua senza testa, anch’essa ricoperta da piante rampicanti, probabilmente raffigurante un antico signore elfico. Attorno alla statua vi erano dei piccoli gradini che portavano ad una imponente roccia, nella quale era stato scavato un trono di rovi.

|Firedust|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora