Capitolo 31.

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«Si, te l'ho detto...» continua a sospirare lui.
«Lo sai, fra un paio di giorni ci sarà il treno e ho già prenotato il biglietto.»

Rimango a bocca aperta e faccio cadere il vassoio per terra, provocando un grandissimo caos e un forte rumore.
Matt chiude la telefonata e io vado verso di lui, con le lacrime agli occhi.

«Cosa significa?» chiedo senza un minimo di gentilezza nel mio tono.
«Hai sentito tutto, vero?»
«Ovvio che ho sentito, altrimenti adesso non sarei qui a chiederti spiegazioni, non credi?» sbuffo.
«Non arrabbiarti, ti prego... Io avevo intenzione di dirtelo..» inizia lui.
«DIRMELO? QUANDO? QUANDO SARESTI SALITO SU QUEL CAZZO DI TRENO, MATTÉ?» urlo io.

Inizio ad infuriarmi cosi tanto che Jane si spaventa e rientra velocemente in casa, lasciando da parte il frullato al cioccolato che ha macchiato gran parte del giardino.

«Io non volevo lo sapessi cosi...» sospira Matteo.
«Non ha piú importanza ora. Tu partirai, te ne andrai dalla tua ex... E per quanto tempo, eh?» chiedo, anche se timorosa di sapere la risposta «Una settimana, un mese, un anno? Per quanto tempo?» ripeto.
«In realtà lei mi ha... mi ha chiesto di trasferirmi lí, in Francia.»

Annuisco cercando di trattenere il piú possibile le lacrime, ma fallisco anche in questo.
Inizio a piangere come una bambina che fa i capricci per le caramelle.
Matteo mi asciuga una lacrima con il pollice e mi abbraccia.

«Non voglio vederti stare cosi male. Era per questo che non volevo dirtelo!» esclama posando la sua testa nell'incavo del mio collo.
Ho come la sensazione che anche lui stia piangendo e mi piacerebbe guardarlo in faccia, ma non riesco proprio a staccarmi da questo abbraccio.

«Quando partirai?» chiedo.
«L'undici agosto.» risponde lui con un filo di voce.
«Ma.. ma.. ma domani é già dieci!» balbetto io, incredula di tutto ció.
«Lo so...» sospira lui abbassando la testa.
«VAFFANCULO A TUTTO E A TUTTI!» sbotto io rientrando in casa e sbattendo la porta alle mie spalle.

Mi butto sul letto, con le lacrime amare che rigano il mio volto e non danno segno di tregua.
Lancio a terra tutto ció che passa tra le mie mani e urlo a squarciagola cercando di placare la rabbia.
Per fortuna mia madre é uscita, cosí come mio padre, e non avró l'obbligo di rispondere alle loro domande su questa sceneggiata, come la chiamerebbero loro se mi avessero vista in queste condizioni.
Ritorno piú calma e mi stendo di nuovo sul letto, con il respiro irregolare.
Sto per perdere il mio migliore amico, il ragazzo che amo, l'unico in grado di farmi sentire libera e felice.
La mia mente inizia a pensare a tutte le peggiori ipotesi di cosa potrebbe succedere dopo che lui salirà su quel treno... Lo perderei sicuramente, e ho una paura folle di perderlo.
Ma poi penso "Lui ha mai avuto paura di perdere me?" Probabilmente questa domanda resterà per sempre senza una risposta.

«E adesso?» chiede Cristiana dall'altra parte del telefono.
«E adesso niente. O rimaniamo amici o tutto và a farsi fottere.» rispondo.
«Ma voi due non sarete mai amici! Non possono essere amici due che si guardano in quel modo, che si perdono e poi si ritrovano. Non possono essere amici due che basta una parola di troppo per innamorarsi. Non possono essere amici due come voi, che si cercano con gli occhi e con le mani, che ogni volta che non siete insieme sognate di esserlo...
Non siete amici, per quanto vogliate credere a questa bugia per non farvi del male, non lo siete.
E io lo capisco che cercate di non innamorarvi l'uno dell'altro ma Gré, io vi vedo e comprendo. Vi volete in qualche modo assurdo e strano, contro ogni logica.» sospira lei, facendomi quasi commuovere per queste parole.
Forse ha ragione, si.
Ma ormai niente ha piú un senso nella mia vita, da quando Matteo é entrato a farne parte.


Dieci agosto. Notte di San Lorenzo. Notte prima della partenza di Matteo.

Mi alzo in tarda mattinata e dopo essermi preparata mi dirigo verso il centro, dove ho un appuntamento con Cristiana.
Mentre sono seduta nel pullman, con le cuffiette nelle orecchie che mandano a palla "What you wanted" degli One Republic, sento il mio telefono vibrare.

Da: [Matt]
Non voglio passare il mio ultimo giorno a Roma senza te.
Incontriamo stasera in spiaggia, alle nove. Non é necessario che tu risponda a questo messaggio, io ti aspetteró per una decina di minuti. Se non arriverai, capiró di aver commesso il piú grande errore della mia vita, ma sappi che mi mancherai piú di tutti.

Cosa devo fare adesso?
Andare in spiaggia oppure no?
Da una parte starei già correndo verso la spiaggia ad aspettarlo, mentre da un'altra parte mi piacerebbe solo prenderlo a schiaffi.
Sono proprio nella merda piú totale.

«Cosa devo fare ora?» chiedo a Cristiana mentre passeggiamo per le strade calde e affollate della città.
«Intanto tu stasera ti presenti in spiaggia, senza "se" e senza "ma".» mi ordina lei, con tono serio.
Annuisco e continuo a guardarla.
«Adesso c'é solo una cosa da fare... Seguire la testa oppure il cuore.» dice Cris, continuando a sorseggiare un po' d'acqua dalla sua bottiglietta.
«E la scelta migliore qual é?» chiedo.
«Questo non te lo posso dire di certo io. Sei tu che devi capire cos'é meglio!
Il tuo cuore cosa dice?» mi chiede lei riponendo la bottiglietta nella borsa.
«Di tenerlo qui accanto a me.» rispondo all'istante.
«E la tua testa?» chiede ancora.
«Di lasciarlo andare per la sua strada e renderlo felice, anche se questo farà soffrire me.» sbuffo io.
«Le risposte le hai... Sta a te scegliere, Gré.» fa spallucce Cristiana.

Cuore o testa?
Amore o ragione?
Lasciarlo andare oppure no?
Perdere per sempre una delle persone piú importanti della mia vita o farlo rimanere qua, con il timore che lui si arrabbi con me per non avergli permesso di partire?
Queste domande mi tormentano per tutta la giornata, fino al rientro.
Davvero, mi sento come se fossi sull'orlo di un precipizio, senza nessuno che allunghi la mano per salvarmi. É come se il peso del mondo fosse sulle mie spalle.
Riprendo a pensare attentamente su ció che mi ha detto Cristiana...
Ho sempre ripetuto che per Matteo avrei fatto qualsiasi cosa, avrei dato la mia vita e la mia felicità.
Se adesso lo convinco a rimanere qua con me potrei sembrare incoerente.
O forse lo sarei davvero....

#myspace
Eccolo il nuovo capitolooo.
Avete presente un ippopotamo in un ascensore, che suda da ogni parte? Ecco, sono io in questo momento nonostante il ventilatore a palla.
Allooora, ve gusta il capitolo? :)
Come sempre, se lasciate una stellina o un commentino mi fa tanto piacere.
Alla prossimaaa❤

Madness||Matteo Tiberia.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora