Capitolo 9.

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La conversazione termina li.

Menomale.

Chiamo mia madre per avvisarla che ho finito di allenarmi, ma lei non puó passare a prendermi... Mi toccherà andare a piedi. Non sarebbe un problema se non fosse per il borsone pesante che mi rompe ogni giorno la spalla destra.

Sbuffando, esco dall'accademia e inizio ad andare verso casa.

Ci vorrà un quarto d'ora, circa.

«Ehi.» sento da lontano.
Matt, sul suo inseparabile skate, mi raggiunge sul marciapiede.
«Stai tornando a casa?» chiedo sorridendo.
«No, pensavo di farmi un giro prima di rientrare, tanto mio padre tornerà a casa verso le undici, perció ho tutto il tempo di spassarmela in giro!» esclama lui, scendendo dallo skate e iniziando a camminare al mio passo.
«E dove dovresti andare a spassartela?» chiedo, un po' gelosa.
«Se ti va, vieni con me.» risponde lui, ammiccando con l'occhio.
«Bé..» inizio ad esitare.
«Che c'é? Hai paura che possa farti del male? Guarda che il massimo dello sballo sarà bere una Red Bull!» ride lui, guardando la mia faccia.
«Ma c'é questo borsone!» mi lamento io, indicando quello zaino pesante.
«Tranquilla, puoi lasciarlo allo Skate Park. Io lascio sempre tutto li.»

Non so come, Matteo mi convince e cosi iniziamo a dirigerci verso la Skate Park.

Faccio un po' di giri sullo skate (cadendo piú di una decina di volte) e prendiamo un panino da mangiare.

«E quindi tu passi tutte le sere cosi?» chiedo, addentando il mio panino con ogni tipo di schifezze.
«Non sempre. Molto spesso mio padre torna a casa presto e quindi passo un po' del mio tempo con lui, dato che non lo vedo quasi mai.» risponde lui.
«Lavora tanto?»
«Si. Lavora dalla mattina presto fino alla tarda sera, ma quando puó stacca prima per passare del tempo con me. E quindi, ogni volta che posso, sfrutto quel momento e mi diverto con lui.» sorride lui, bevendo un sorso di Coca.
«Che lavoro fa tuo padre?» chiedo, molto incuriosita.
«Lavora in un negozio di tatuaggi.» risponde Matt.
«Quindi potrebbe farmi un tatuaggio?»
«Perché sei cosi fissata con questo tatuaggio?» mi chiede lui.
«Non lo so. So solo che voglio fare un semplice tatuaggio.»
«Ma tua madre che dice?»
«Veramente non le ho chiesto ancora niente. Tanto conosco già la risposta.» sbuffo.
«Facciamo cosi... Io ti porto a fare il tatuaggio e firmo per te.» non gli do il tempo di finire la frase perché gli salto completamente addosso.
«Ad una condizione... Se tua madre ti fa domande, non voglio che se la prendi con te, okay? Le dirai che é stata una mia idea. Va bene?»
«Ma sei sicuro...?» chiedo, iniziando a diventare titubante.
«Si, tranquilla.» dice lui, sorridendo a stento.

Ci dirigiamo verso il negozio di tatuaggi che si trova a pochi isolati dallo Skate Park e, una volta entrati, inizio a curiosare in giro.

«Che tatuaggio vorresti fare?» mi chiede Matt.

Inizio a pensare...

«"Follia".» rispondo dopo un po'.
«Perché proprio questa parola?»
«Perché penso che la vita vada vissuta con follia e pazzia, perché é una sola, e non possiamo sprecarla.» rispondo io, sorridendo.
«Anche mia madre la pensava come te.» sospira Matt, abbassando lo sguardo.
«E per questo che ho tatuato la parola "Madness" sull'addome. Ho deciso di scriverlo in inglese perché era piú figo.» continua lui toccandosi la pancia all'altezza dell'ombellico.
«Ehm.. potrei scriverlo anch'io? Insomma, tradurlo in inglese.» chiedo, sperando di non offenderlo.
«Si, sarebbe bello. Potrebbe essere il nostro "motto".» sorride lui.

Sorrido e lo abbraccio.

A volte, faccio tanto la dura, ma poi mi sciolgo in un abbraccio.

Data la statura diversa, appoggio la mia testa sul suo petto e sento il rumore dei battiti del suo cuore e in quel momento penso che non possa esserci niente di piú bello.

E vorrei che quell'abbraccio non finisse mai.

Nelle sue braccia mi sento a mio agio. Mi sento... a casa!

•••
Dopo che il tatuatore finisce di scrivere sul mio braccio, disinfetta il tatuaggio e mi avvolge tutta la zona arrossata con della carta trasparente.
«Grazie mille.» sorrido io, guardando Matteo.
«Per qualche giorno farà un po' male, ma passerà presto.» mi avverte lui.

Lo fisso per qualche istante e lui inizia a ridere. Probabilmente se n'é accorto.

«Se hai bisogno di una mia foto non c'é problema, eh!» esclama, continuando a ridere.
«Ehm.. no, cioé... io.. Okay, mi arrendo!» rido io, arrossendo un po'.
«Dai, ti riaccompagno a casa.» sorride lui, uscendo dal negozio.

#myspace
Salve bella gente!
Questo capitolo non ha molto senso per il momento, ma nei prossimi capitoli capirete meglio il motivo del tatuaggio... Vabbé, non voglio anticiparvi niente!
Voglio, invece, ringraziarvi per le tante visualizzazioni. ❤
Per me é un sogno veramente, anche se possono sembrare poche, per me sono davvero tante view e non potrei essere piú felice. :)
Quindi vi ringrazio ancora, se vi va commentate per farmi sapere cosa ne pensate di questa storia, anche se é ancora all'inizio e... ALLA PROSSIMAAAA!!!! ❤

Madness||Matteo Tiberia.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora