Capitolo 3

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Tutti odiano la mattina, io la amo. La amo perché vuol dire che devo ricominciare una nuova giornata sopportando tutte le offese, ma è per il bene della band, no?

Mi preparo in fretta indossando un paio di pantaloni grigi della tuta, un maglione di tre taglie più grande nero e un paio di scarpe da ginnastica. Corro in bagno e faccio quello che tutte le ragazza NON fanno. Accentuo le occhiaie e indosso gli occhiali. Pettino i capelli e poi li scuoto con la testa all'ingiù.

Arrivata a scuola noto Ethan all'entrata con una ragazza, senza farsi vedere da lei mi lancia un sorriso e un'occhiata ammiccando alla ragazza. Rido e scuoto la testa. Faccio per entrare ma un corpo massiccio mi si posiziona davanti -Cosa ridi cozza?- Marco. Ovvio. Oggi meno che mai ho voglia di ascoltarlo. Lo scanso, sento che mi sta chiamando ma lo evito. Mi dirigo in classe e mi siedo in un banco in seconda fila. Aspetto che suoni la campanella tra una pagina e l'altra di un libro.

Mi risveglio dalla lettura solo quando entra la professoressa -Buongiorno ragazzi, scusate per il ritardo sono stata dalla preside. Mi hanno appena informato che stanno organizzando un viaggio studio a Madrid. Per vincere è necessario realizzare un progetto di coppia entro una settimana.  Ovviamente ho accettato e procederemo con l'estrazione immediatamente. Ma alcune coppie le ho già scelte io...-

Odio i progetti di coppia, sono costretta a passare del tempo con qualcuno che sicuramente mi sfotterà.

-Tralisi farai coppia con Damini-

Cosa? Mi alzo di scatto e urlando do voce ai miei pensieri. -Hai sentito Lia, lavorerai con Marco, adesso dobbiamo solo sorteggiare il tema su cui lavorerete-

-Ma io non voglio lavorare con quel cretino!-, urlo.

- Bè neanche io voglio lavorare con 'sta cozza!-, risponde indignato puntandomi un dito contro.

-Ragazzi, basta! È proprio perché avete questo rapporto che voglio farvi lavorare insieme! Facendo così non avete fatto altro che rendermi più sicura della mia decisione!-

Sbuffo rumorosamente, ma so che la sua decisione è irremovibile. Dovremo lavorare sul ruolo della donna nel corso della storia. Anzi dovrò, perché sono sicura che quel cretino non farà assolutamente niente.

Non facciamo in tempo a terminare l'estrazione che la campanella suona determinando la fine dell'ora. Marco si avvicina a passo felpato al mio banco tanto che quasi non lo sento.

-Insomma cozza, credo che dovrò firmare il tuo progetto-ride tra se.

-Oh, per quanto muoia dalla voglia di stare il più lontano possibile da te, lavoreremo insieme almeno un minimo- chiarisco con tono freddo.

-E va bene, verrò a casa tua ma non so quando-.

-Allettante, sai dove abito?-

-Per sfortuna, sì- detto ciò si avvia fuori dalla classe e non fa ritorno fino all'uscita. So già dove ha passato queste quattro ore ...

Torno a casa e stranamente né Marco né le sue oche mi fermano per offendermi, oggi. Meglio. Appena arrivata a casa mi libero di quei vestiti ingombranti e mi metto un paio di pantaloncini molto corti neri di cotone che uso solo a casa o al capannone, mi pettino i capelli e mangio in santa pace.

In questo periodo con band abbiamo provato molte cover ma è da tanto che non lavoriamo a un pezzo interamente nostro. Mi metto al pc per creare una base su cui lavorare. Sono immersa nella musica quando sento suonare il campanello.

Marco's pov

Per quanto odi quella cozza ha detto che dobbiamo lavorare insieme almeno un minimo e anche se non lo ammetterò mai, ha ragione. Così vado a casa sua. Come si dice? Via il dente, via il dolore. Meglio così, no?

Ti amo ma non so chi seiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora