Capitolo 8

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Seduto su una cassa di amplificazione c'è Sean. Prendo un bel respiro e mi siedo accanto a lui.

-Ehi- lo saluto imbarazzato

-Ciao- mi squadra da capo a piedi senza un minimo accenno di imbarazzo.

- Vuoi una foto per caso?-

-Non ce ne è bisogno. Ne ho molte fidati- mi regala uno splendido sorriso capace di sciogliere l'iceberg che fece affondare il Titanic.

-Allora perché mi squadri?-

-Controllavo che fossi ancora intera-

-Sì, stai tranquillo mi sono saputa difendere dai maniaci-

-In che senso?- chiede con espressione seria.

-Sai, quei cretini di Marco e i suoi amici ci hanno provato con me. Ma io li ho rifiutati molto elegantemente-

Ride e mi sposta una ciocca di capelli dalla fronte- A sì?- Annuisco incapace di parlare per la troppa vicinanza dei nostri corpi.

-Quindi nessuno ti si è avvicinato stasera?- lo dice più come un'affermazione che una domanda.

- Esatto-

-ne sei proprio sicura?-

-Sì, perché?

- Perché uno ti si è avvicinato-

Lo fisso confusa – Chi?-

-Io- Non faccio in tempo a replicare che le sue labbra sono sulle mie, leggere, solo uno sfioramento delle labbra. Poi arriva la parte dolce: lui che chiede il permesso di entrare con la lingua. Ma io confusa non lo do, mi stacco improvvisamente. Ci guardiamo negli occhi e ora sono io ad azzerare le distanze e a chiedere il permesso di approfondire il bacio che lui mi da.

-Era da giorni che aspettavo questo momento- dice lui a corto di fiato.

-Io aspetto ancora che uno dei ragazzi sbuchi da qualche angolo per interromperci-

Scuote la testa e ride.

-Suppongo che stasera rimarrete da me-

-Come sempre-

Proprio quando si sporge per darmi un bacio a fior di labbra sentiamo un gran frastuono e vediamo sbucare da un angolo gli altri ragazzi.

"Loro non devono sapere" mimo con le labbra. Lui annuisce comprensivo.

-Si è fatto tardi, andiamo?- Io sono ancora inebetita per il bacio mentre Sean acconsente. Passiamo da sotto il palco in modo che nessuno ci possa vedere e montiamo velocemente in auto e partiamo. Al contrario di prima ora mi siedo davanti e anzi tengo la mano nella sua.

Stanotte dopo ore passate a litigare per aggiudicarsi le camere sono finita a dormine con Sean, abbiamo passato tutta la notte abbracciati ma ora io mi sento in imbarazzo. Non so come comportarmi, è cambiato qualcosa tra noi? O forse era già cambiato quando ci siamo lasciati e ora stiamo semplicemente tornando a come eravamo prima?

Mi sveglio con la mente e lo stomaco in subbuglio. Dopo aver lottato contro il braccio di Sean che mi tratteneva a letto sono riuscita ad arrivare al frigo.

Vuoto.

Niente.

Non c'è niente da mangiare! Perché tutte a me?!

-Ragazziiiiiiii!- urlo.

Sbuca Ethan ancora mezzo addormentato e la cravatta con il noto allentato al collo –Cazzo urli a quest'ora?-

-Non ho niente in frigo-

-A sì, ieri abbiamo usufruito delle tue scorte- dice sbucando Kyle.

-Bene io ora ho fame quindi vado a fare la spesa- dico uscendo dalla cucina e dirigendomi in camera. Sean non è più a letto ma venendo qui non l'ho visto.

Tolgo il pigiama e infilo una tuta al volo e  gli occhiali. Rifaccio velocemente il letto a due piazze quando mi sento pizzicare un fianco. Lancio un urlo e mi volto spaventata. Davanti a me trovo Sean che se la ride di tutto gusto.

-Ah ah ah divertente- finisco di fare il letto e infilo le scarpe.

-Dove vai?-

-Al supermercato, mi avete finito ogni cosa che c'era in frigo-

-Ti accompagno-

Dopo aver salutato i ragazzi, montiamo in macchina e percorriamo il viaggio fino al supermercato in un silenzio assordante. Prova a tenermi la mano ma io mi scanso al che lui mi chiede -Tutto bene?- rispondo con un semplice cenno del capo affermativo.

Al supermercato mi fiondo nella sezione dolciumi mentre Sean si allontana per andare a prendere una confezione di latte.

-Ei, cozza!- sento urlare alla mia destra. Mi giro e una polverina bianca atterra su di me insieme a un liquido appicicoso. 

Farina e uova.

Fortunatamente ho gli occhiali e la sostanza non mi è andata negli occhi, gli apro piano e mi ritrovo davanti Marco e Alex armati di macchina fotografica che ha immortalato ogni momento.

Stronzi, basta mi sono stancata di questa situazione. Finché mi insultavano era un conto ma così, oh no! Mi sarei vendicata e ieri ho anche capito come. 

Ti amo ma non so chi seiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora