Capitolo 6

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Marco's pov

Sarah fa almeno una festa al mese, vive in una villa straordinaria. Il giardino è enorme e al centro è allestito il palco dove si esibirà la band. Al lato sinistro si trova un bar improvvisato, stile hawaiano. Mi metto ad aspettare l'arrivo di Chels, non ho mai capito da dove arrivano. Si materializzano dal nulla e la cosa mi intriga non poco. Trovo una posizione strategica dove si possono vedere le due entrate. La vedrò sicuramente. Le persone ad un tratto si affollano attorno al palco, la band sale e tutti prendono postazione. Chels è nel mezzo in tutto il suo splendore. Dai tacchi ai pantaloncini che le fasciano quelle meravigliose gambe e invidio i ragazzi che possono anche vederla da più vicino sotto le luci dei fari. Il reggiseno con le borchie che le enfatizza le curve mi distrae non poco. Ma quella maschera, nessuno è mai riuscito a capire chi vi si celi dietro e più di una volta ho avuto la fottuta voglia di strappargliela di dosso e poter ammirare i suoi occhi color ghiaccio. È stupenda. Inizia a cantare e la sua voce,bella quanto lei, mi pervade. Mentre canta, muove i fianchi in modo sciolto non forzato come alcune ragazze che lo fanno solo per attirare l'attenzione dei ragazzi, lei sembra che non lo faccia spontaneamente. Mi fa impazzire.

Mi avvicino al bancone dove gli altri stanno ad ammirarla e mi sento un po' geloso. Vorrei poterla guardare solo io, averla tutta per me.

-Ve l'avevo detto, è stupenda. Altro che quelle oche che si porta dietro Marco. Vero amico?-ride Alex.

-Non c'è confronto. Vediamo chi riesce a conquistarla- li sfido. Accettano tutti ma so già che sceglierà me.

Non canta per molto tempo perché Sara ha richiesto solo poche canzoni, ma meglio. Avrò più tempo da passare con lei. Finisce di cantare e si dirige verso il bar, si appoggia con i gomiti sul bancone e si siede solo con una gamba sullo sgabello.

-Ei, una vodka alla pesca- ordina al barista. Lui ammicca verso di lei e le fa un sorriso troppo ammaliante. Si fanno prima avanti Alex e Tommaso. Si appoggiano ai lati di Chels. Le parlano ma lei non li ascolta. Sul mio viso si dipinge un ghigno. Il barista le porge la vodka, lei l'afferra e senza degnare di uno sguardo i due va via sistemandosi due sgabelli più avanti. Lo stesso succede con Matteo e Federico che provano perfino a offrirle qualcosa. Dopo aver finito di ridere e sfotterli per il loro fallimento mi faccio avanti io.

Da vicino è ancora più bella. -Ei, fai bene a non accettare bibite dagli idioti-Per un attimo si paralizza al suono della mia voce, poi lentamente si volta e noto che ha le pupille dilatate. -A sì?- Ei, aspetta. Mi ha parlato! 1-0 per Marco!

-Si faresti proprio bene ad evitarli-le suggerisco sfoderando il mio miglior sorriso. Si avvicina e per un attimo credo che si voglia appoggiare a me poi dice: -Allora non ti offendi se me ne vado- Mi sorpassa e raggiunge i miei amici a pochi passi da me e sento che mormora -Sfigato- I ragazzi iniziano a ridere e io rimango sconcertato. Non perché mi abbia rifiutato ma perché va a sedersi accanto a uno sfigato.

Lia's pov

Da quando sono scesa dal palco non fanno altro che arrivare ragazzi che cercano di provarci. Non sono brutti, anzi sono molto carini. Ma io non mi vendo a questi pervertiti. Per ora se ne sono avvicinati quattro e non ho dato corda neanche a uno. Ho semplicemente fatto finta che non esistessero. Finchè...

-Ei, fai bene a non accettare bibite dagli idioti-Quella voce. Quella voce che tutti i giorni mi tormenta. Sento i muscoli irrigidirsi e mi volto lentamente ritrovandomelo davanti.

Non so come ma trovo la forza di parlargli. -A sì?- fa un sorrisino malizioso. Adesso ne ho la possibilità e non mi tirerò indietro. Voglio dargli un assaggio dell' umiliazione che mi ha fatto gustare in tutti questi anni!

-Sì, faresti proprio meglio ad evitarli- Prendo la mia bibita e sciolgo le gambe per alzarmi e guardarlo negli occhi -Allora non ti offendi se me ne vado- mi godo per un attimo il suo sguardo sconcertato poi lo supero e quando sono certa che sia i suoi amici che lui mi possano sentire sfodero un gran sorriso e dico -Sfigato- Vedo un ragazzo da solo al bancone e vado a sedermi accanto. Mi pare di averlo già visto, sì sono quasi sicura che frequenti il corso avanzato di matematica.

-Non c'erano altri posti liberi?- mi chiede, alza lo sguardo nascosto da un paio di occhiali dalle lenti esageratamente spesse.

-No, perché lo chiedi?-

-Perché ti sei seduta qui - continuo a guardarlo e mormoro un"continuo a non capire".

-Nessuno si vuole sedere accanto a me, perciò... perché ti sei seduta qua? Soprattutto perché te?-

-Bè eri da solo e ho pensato che la tua compagnia sarebbe stata sicuramente migliore di quella di altri ma inizio a pensare che non sia così. Ti sei mai chiesto che se nessuno voglia stare con te dipenda dal fatto che attacchi tutti prima di potersi presentare?- mi alzo e faccio per andarmene ma mi afferra il polso.

-Scusa... hai ragione. Ricominciamo, ok? Sono Lucas- dice e mi porge la mano che stringo un po' titubante.

-Chels-

-È il tuo vero nome?-

-Oh... no. Ma non posso dirti quello vero- mi massaggio la nuca e bevo un sorso di vodka.

-Lo capisco. Hai cantato bene stasera, era la prima volta che ti sentivo-

-Oh, grazie. Era la prima volta che venivi a una festa?-domando.

Sghignazza sotto i baffi -Sì,non sono un tipo da feste-

-Ti posso dire un segreto?- gli propongo finendo l'ultimo sorso di vodka. Annuisce, mi avvicino di più a lui. -Neanche io all'inizio. Poi mi sono abituata e ora bè diciamo che ora mi sento più a mio agio-

Mi guarda e ride -Davvero? Cioè non è una candit- camera? Tu che mi parli e mi dici che non sei un tipo da feste, devo segnarmi questa giornata-

Do un'occhiata alla pista e ho una voglia matta di ballare. -Ti va di ballare?-

-Chels, aspetta- si alza e si avvicina in modo che solo io possa sentirlo -Non so se è una buona idea. Io vedi...io non sono come gli altri-

-Ho capito che non sei un tipo da feste-

-No, non sono come gli altri nel senso che non mi piace strusciarmi addosso alle ragazze- alza una mano e si gratta la nuca -Io vedi io... sono...-

-Sei...- lo incito.

-Io sono gay-

 -Per me non è un problema. Sai potremmo essere buoni amici noi- Mi regala un sorriso carico di gratitudine e finalmente si lascia portare in pista.


Ti amo ma non so chi seiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora