-ten-

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"Fammi un po' di posto, dai." Mi volto trovandomi Remus ad un palmo di naso inginocchiato sull'erba.
"Non posso dirti che mi dispiace, Remus, non ci sperare." Mi guarda con aria interrogativa.
"Solo...perchè non mi hai ascoltato? Perchè ti sei ostinata ad uscire anche quella dannatissima sera? Perchè con Heidi? Perchè?"
"Remus, devi sapere che se mi si ordina di non fare una cosa io automaticamente la faccio. Tu mi hai detto di non venire e io sono venuta."
"Sei incredibile. Ho rischiato di ucciderti, di farti del male, te ne rendi conto?"
"Si, me ne rendo pienamente conto. Ma se sono qui, vicino a te, a parlarti qualcosa vorrà pur significare, non credi?"
"Mhh."
Poi un silenzio cala su di noi.
Non uno di quelli imbarazzanti ma uno di quelli accoglienti e caldi nei quali l'atmosfera non ha bisogno di parole per essere perfetta.
E a me è proprio nel silenzio che vengono in mente le idee più assurde.
Mi alzo in piedi e prendo a correre urlando a Remus un "Prendimi, se ci riesci!"
Lo vedo alzarsi e iniziare a corrermi dietro.
L'aria fredda mi sbatte sul viso e i capelli, rosa e lunghi, mi volano da tutte le parti. Mi volto e per un po' corro dando la schiena alla direzione in cui vado perdendomi ad osservare Remus che inciampa in un sasso e lasciandomi andare ad una risata. Riprendo a guardare dove sto andando e stendo le braccia come le ali di un aereo, un mezzo babbano che vola nel cielo. È una senzazione più bella dello stare sulla scopa durante gli allenamenti, o in partita.
Si, gioco a Quidditch nella squadra della mia casa come portiere. Siamo solo due ragazze, io e Allison, ma lei è una cacciatrice.
Continuo a correre liberando del tutto la mente sentendo solo l' aria e la mia risata scatenata senza un motivo preciso; mio padre direbbe che rido perchè sono felice di essere viva...e forse non ha tutti i torti.
Ma si sa, le cose belle sono destinate a durare poco e infatti nell'arco di qualche minuto mi trovo nell' area d'azione del Platano Picchiatore e quello inizia a muoversi e a ondeggiare pronto a colpire.
"Immobilus!" Remus pronuncia l'incanto e poi mi sorride fiero fermandosi dove sono ferma io, piazzando le mani sulle ginocchia e respirando velocemente.
"Come...venuto...mente...aff...ho...trent'...anni...diamine..."
Rido per l'espressione che sta assumendo per la stanchezza.
"Quando riprendi a vivere ripeti che non ho capito."
Fa un respiro profondo e poi si siede per terra lasciando andare la testa e facendole fare uno strano movimento che non mi piace per nulla.
"Come ti è venuto in mente di correre in piena notte? Ho quasi trent'anni non sono più in forma."
"Sono folle!"
"Sta uscendo la Black che è in te, per caso?"
"Perchè?"
"Perchè se rispondi affermativo riprendo a correre. I Black portano guai, anche se non te l'aspetteresti mai." l'ultima frase la proferisce canticchiando.
"E questa dove l'hai sentita?"
"Alcuni Grifondoro la cantavano, se così si può dire, nei primi giorni ad Hogwarts di Sirius-" si interrompe per lasciar spazio ad un lungo sospiro."-Tutte le volte che passavamo partivano a intonare questa specie di...cosa.... e alla fin fine mi è rimasta in testa."

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