Epilogo.

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Aprile 2015. Attico di Harry (e Norah).

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"Non è come sembra," Norah disse. Abbassò lentamente l'estintore. È esattamente ciò che sembra.

"Norah," Harry disse lentamente. "Hai provato a cucinare?"

Norah si guardò intorno, nella cucina. Tutto ciò che voleva fare era cucinare una cena piacevole e fatta in casa per Harry, sedersi e mangiare con lui come una coppia normale, ma poi due uova si ruppero e i fornelli presero fuoco ed aggiunse accidentalmente dello zucchero, invece del sale. Non i suoi momenti migliori.

"Stavo andando così bene, giuro, poi però, tipo. Fuoco." Norah si morse il labbro inferiore. "C'era del fuoco."

Harry la fissò per qualche momento, impassibile. "Hai dato fuoco alla cucina," disse dopo trenta secondi.

"Tecnicamente, solo i fornelli e una parte dei pensili. Dire che è tutta la cucina è un po' estremo, non pensi?" Norah alzò le sopracciglia ed incrociò le braccia.

Ci fu un momento in cui Harry e Norah si fissarono; gli occhi di Norah pieni di sfida e vergogna debolmente nascosta, e quelli di Harry ancora in gran parte piatti. Era alquanto sconcertante. Sarebbe decisamente dovuto essere furioso.

"Sei riuscita a dare fuoco alla nostra cucina in meno di una settimana da quando ti sei trasferita," disse, infine. "Incredibile. Miss Jennifer potrebbe potenzialmente ucciderti."

"Sono una donna dai molti talenti?" Norah provò. Spostò il peso da piede a piede, imbarazzata, con le mani unite dietro la schiena. C'era della farina sulle sue guance e aveva dell'uovo tra i capelli e stava pensando che quella era probabilmente la peggiore delle situazioni in cui si fosse mai trovata. Era persino peggiore di quando si trovò in una intervista uno-a-uno con lui.

"Vieni qui," Disse, infine.

Lei si spostò timidamente verso di lui, occhi fissi sul pavimento. "Mi dispiace. Chiamerò qualcuno domani e farò fare un preventivo e farò tutto quel che c'è da fare per fare aggiustare la --"

"Non provare mai, mai più a cucinare di nuovo. Hai capito?"

Norah sospirò. "Ma io volevo cucinarti la cena --"

E poi Harry la tirò verso di sé per la camicia mezza bruciata fino a quando erano a pochi centimetri l'uno dall'altra. Le mani di lui si posarono sui fianchi di Norah e fece un po' di pressione, ed era così familiare e non intimidatorio che lei si sentì collassare dal sollievo. "Mai più."

Norah non si sorprese nel sentire la sua voce piatta. "Non puoi dirmi cosa fare."

"Hai appena bruciato la mia cucina," Disse lui, divertito. La avvicinò ancora di più a sé e l'odore della sua colonia unita a quello di fumo era qualcosa che lei non voleva scordarsi. "Penso di avere decisamente il diritto di dirti cosa fare per un po'."

Considerando il fatto che non la cacciò di casa, o che non abbia rotto con lei, o che neanche le urlò contro per l'accaduto, non avrebbe discusso con lui. "Va bene," Fece il broncio, incrociano le braccia sul petto.

Harry si avvicinò lentamente, e Norah poté sentire il suo cuore battere nelle sue orecchie, l'adrenalina nel suo sistema era ancora fortemente presente nelle sue vene, esaltando la sensazione delle mani di Harry su di lei. Si fermò appena prima che le loro labbra si incontrassero e Norah si fece scappare una risatina nervosa.

Un sorrisetto comparve sulle labbra di lui, ovviamente, mentre la guardò negli occhi. "Bene. Ora andremo a farci una doccia perché sei un vero e proprio disastro."

Suit and Tie [Harry Styles AU] (Italiano)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora