Capitolo 4- Palmi sudati e interviste intense.
Venerdì arrivò fin troppo presto. Ero distesa sul mio letto, fissando, senza interesse, il soffitto e cercando di trovare una scusa per tirarmi fuori dall'intervista. Jace entrò nella mia stanza alle 8 del mattino, sorridendo contento, con un piatto di uova e toast in una mano e una tazza di caffè nell'altra.
"Buongiorno raggio di sole!" Disse allegramente. Lo fissai con sguardo assente. "Ti ho portato una colazione energizzante! Sceglierò cosa ti metterai oggi mentre mangi, poi dobbiamo correre al lavoro."
"Non posso. Sto male." Provai.
Jace spostò lo sguardo dal mio armadio, portandolo su di me e mi fissò con le mani sui fianchi. "Inizia a mangiare piccola stronza. Così mi stressi. È solo un'ora. Un'ora. Puoi farcela."
"Non capisci-"
"No, non m'interessa. Ora mangia."
"Sei il peggio." Mi lamentai, sedendomi e prendendo il piatto. Mi fece l'occhiolino rigirandosi verso l'armadio. Mangiai le uova arrabbiata e buttai giù il caffè in un sorso. Jace si girò con in mano una gonna rossa stampata ed una maglia a righe bianche e nere. Annuii, felice della sua scelta e lui poggiò i vestiti sul letto.
"Ora doccia." Comandò. Lo accontentai senza voglia, facendomi una doccia veloce e poi asciugandomi i capelli. Mi vestii velocemente, l'outfit mi stava addirittura meglio di come me l'ero immaginato. Passai poi al trucco. Uscii dalla mia stanza 30 minuti dopo.
Jace stava aspettando impazientemente alla porta con indosso il suo completo preferito, che porta solitamente quando vuole fare bella figura, e la nostra solita seconda dose di caffè in bicchieroni di carta. Camminammo velocemente dal nostro appartamento al lavoro. Erano le 9:00, significando che avrei avuto ancora due ore per prepararmi prima dell'arrivo di Styles.
Mi affrettai a pulire il mio ufficio e preparai le domande. Per le 10:45 stavo nervosamente battendo la punta del piede contro il pavimento e aggiustando il trucco mentre il mio cuore batteva all'impazzata. Jace entrò e prese la mia faccia tra le mani, piantando un bacio su entrambe le mie guance.
"Sarai perfetta. Ed io sarò qui con te." Disse con tono calmo. Risposi semplicemente annuendo e giocando con le mie mani, notai che i miei palmi iniziavano a sudare. Aggiustai la mia coda alta un'ultima volta, quando Alice piombò nel mio ufficio, le parole che temevo di più uscirono dalla sua bocca.
"Il Sig. Styles è qui per la sua intervista."
"Fallo entrare." Risposi. Sentii la mia stessa voce tremare. Jace prese la mia mano e la strinse velocemente. La porta si aprì, ed entrò Harry Styles.
I suoi ricci sfioravano la sua fronte. Portava la stessa espressione fredda che aveva la prima volta che ci incontrammo. Il suo completo perfettamente stirato, gli stava a pennello. Era di un blu chiaro, una sfumatura che normalmente non consiglierei a nessuno, ma lui la portava divinamente dandole un'aria potente e sexy. (foto a lato)
Jace ed io ci affrettammo per accoglierlo. Io porsi la mia mano. "Sig. Styles, grazie di essere qui," Dissi immediatamente. Guardò la mia mano tesa verso di lui prima di incrociare il mio sguardo e mise le sue mani nelle tasche dei suoi pantaloni. Ritirai il mio braccio imbarazzata. "Uhm, si sieda pure. Lui è il mio collega Jace."
Jace sembrava ipnotizzato. "Sig. Styles, è un onore incontrarla. Ho sentito del suo incredibile lavoro." Complimentò.
"Grazie," Rispose vagamente voltandosi verso di me. "Inizia l'intervista ora."
"Oh, uhm. Okay. Va bene," Balbettai. Lui alzò un sopracciglio, prese posto, accomodandosi sulla sedia e mi fissò. "Quindi, ha lasciato l'università all'ultimo anno, 4 mesi prima della laurea. Perchè questa decisione? Pensa che l'abbia giovata o penalizzata?"
"L'università non era abbastanza. Ha giovato." Rispose brevemente.
"Uhm, in che modo l'avrebbe giovata?"
"Ho iniziato i miei affari quattro mesi prima di quanto avrei fatto se mi fossi laureato." Disse con un sorrisetto.
"Quando sapeva di voler fondare un'impresa per conto proprio?"
"Mi è sempre piaciuto essere in controllo," Disse con voce profonda. Potei sentire l'implicazione nel suo tono. Giocai nervosamente con la punta della mia coda.
"Non piace un pò a tutti in fondo?" Jace si intromise con tono stuzzichevole. Gli mandai uno sguardo di gratitudine. "Come mantiene il rispetto dei suoi collaboratori più grandi di lei? Non è difficile essere sempre la persona più giovane nella stanza?"
Harry lanciò un'occhiata a Jace, il quale (dovetti dargli credito) non battè ciglio, prima di appoggiarsi alla mia scrivania sui suoi gomiti. "Non ho 'collaboratori'. Ho dipendenti. Mi guadagno il loro rispetto. Non è difficile essere la persona più giovane nella stanza quando sei anche la più potente."
Ritrovai finalmente la mia voce. "Sembra molto sicuro di sè e della sua posizione. Non teme di poter perdere tutto, soprattutto dopo aver guadagnato tutto ciò che ha ad una così giovane età? Ha fatto molti acquisti importanti recentemente."
"Non perderò nulla. Ho i soldi, perchè non dovrei fare grandi acquisti? Jack, per favore portami un caffè. Senza latte nè zucchero."
Jace puntò un dito verso sè stesso. "Io?"
"C'è un altro Jack nella stanza?" Harry chiese freddamente.
"È Jace, ma c'era quasi," Rispose velocemente. Gli mandai uno sguardo quando si alzò, odiandolo perchè mi stava abbandonando. Lui fece spallucce come per dire che non aveva altra scelta. Lo guardai, pregandolo senza parole, uscire dalla porta, chiudendola piano dietro di sè. Harry lo guardò andarsene.
Il mio cuore battè forte alla vista del suo profilo. Il suo naso piccolo e carino, la sua mascella avrebbe potuto tagliare il vetro. Si rigirò verso di me e guardai subito in basso, verso le domande. "Quindi, pensa mai di avere troppa pressione sulle sue spalle? Semba troppo da gestire per un solo uomo." Chiesi, cercando di mantenere la conversazione normale, senza alzare lo sguardo.
"Posso gestire molto." Rispose. Alzai gli occhi, rimpiangendo immediatamente l'azione. Quei suoi dannati occhi verdi, che erano troppo chiari per la sua persona, mi fissarono con un non so che nel suo sguardo.
Improvvisamente si alzò e camminò verso la porta, chiudendola a chiave. Provai a sedermi più composta, per non sembrare spaventata. Dove diavolo era Jace?
Styles si avvicinò e passò dietro alla mia scrivania, dove ero seduta nervosamente sulla mia sedia, seguendo ogni suo movimento coi miei occhi. Si fermò dietro di me silenziosamente. Rifiutai di girarmi. Con una delle sue mani spostò la mia coda di lato, esponendo il mio collo.
Brividi mi scesero per la schiena quando mi accorsi che si stava abbassando, sentii i suoi capelli solleticarmi la parte dietro del collo e il suo respiro nell'orecchio. "Penso che la domanda sia se tu riusci a gestire la pressione." Disse sottovoce.
Chiusi gli occhi e afferrai strettamente il mio blocco note. "Ho altre domande da porle." Mormorai. Lui rise profondamente prendendo la punta della mia coda e giocandoci con le sue dita.
"Mi piacciono i tuoi capelli così." Commentò piano.
"Grazie." Risposi altrettanto piano. La mia voce tremante fece trapassare la mia paura.
"Posso tenerla facilmente." Osservò, stringendo la presa e tirando leggermente per far capire cosa intendesse. Scioccata dalle sue azioni mi alzai bruscamente, voltandomi verso di lui. Lui sorrise vedendo la mia espressione.
"Dobbiamo finire l'intervista. E per favore tenga le sue mani per lei, Sig. Styles." Dissi. Alzai la testa cercando di sembrare più sicura. Anche sui miei tacchi da 10 centimetri, lui era più alto di me.
"Dobbiamo?" Disse leggermente divertito, facendo un passo verso di me. Potei sentire il suo profumo. "E devo?"
"Sì, sono sicura che lei avrà altri posti in cui andare. Più importanti." Dissi nervosamente.
"Posso annullare tutti gli appuntamenti quando voglio. La gente mi aspetterà."
Strinsi i denti dalla rabbia e lui prese l'azione come il via per fare un altro passo in avanti ed essere così direttamente di fronte a me e mise le mani sulla mia vita. Ne fece scorrere una su per il mio braccio fino a raggiungere la spalla, lasciando una scia di brividi.
Tracciò le mie clavicole con una mano, tenendomi ferma con l'altra e mi guardò intensamente negli occhi per tutto il tempo. Non potevo muovermi. Aveva completo controllo su di me e lo sapeva. La sua mano si spostò sulla mia nuca con presa decisa.
Poi la maniglia si girò facendomi tirare un sospiro di sollievo. "Jace." Sospirai. Harry strinse i denti.
"Un minuto, Jack." Disse ad alta voce. La sensazione di sollievo andò in frantumi quando riportò la mano sulla mia nuca più decisa di prima e si avvicinò. All'ultimo secondo girò la testa e piantò un bacio leggero sotto il mio orecchio. Il mio corpo era pura elettricità sotto il suo tocco, tutto ciò che faceva, mandava scosse.
"Non essere spaventata." Mormorò. Sentii poi i suoi denti tracciare il lobo del mio orecchio prima di morderlo gentilmente. Pressò poi il suo naso sul mio collo, i suoi ricci dappertutto. Profumavano di cocco. Un gemito involontario scappò dalle mie labbra e lui mi lasciò con la stessa velocità con cui mi prese.
Cercai di stabilizzarmi sui miei stessi piedi mentre lui apriva la porta, rivelando un'estremamente impanicato Jace che entrò di corsa nella stanza, passando frettolosamente il caffè ad Harry e venendo vicino a me. Notai la preoccupazione nel suo sguardo. Presi di nuovo posto sulla mia sedia, facendogli cenno con la testa di non dire nulla.
Styles prese di nuovo posto, una gamba incrociata sull'altra, fissandoci freddamente.
"Penso che l'intervista sia finita." Annunciò. Si alzò e se ne andò velocemente. Dentro e fuori dal mio ufficio in meno di 20 minuti.
Ma in quei 20 minuti abbiamo ricevuto delle risposte ad alcune domande e la mia dignità venne buttata direttamente giù nello scarico, insieme al caffè freddo che Harry Styles lasciò intoccato sulla mia scrivania. Jace si girò verso di me con occhi grandi e blu, come se avesse visto un fantasma.
"Il suo completo.." Disse sbalordito. "Il suo completo era un Yves Saint Laurent."[corretto 10/04/2015]
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Suit and Tie [Harry Styles AU] (Italiano)
FanfictionHarry Styles. 24 anni. Capo delle Imprese Styles. Milionario fatto da sè. È lo scapolo più desiderabile di New York. Ogni uomo e donna nell'arco di 100 miglia conosce il suo nome. Ma nessuno conosce realmente Harry. Norah Wilson. 22 anni. Apprendist...