Capitolo 28- Ufficio enorme ed esasperazione.

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DA CORREGGERE.

[In caso qualcosa nella traduzione non andasse bene comunicatemelo (senza insultarmi, possibilmente) xx]

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Capitolo 28- Ufficio enorme ed esasperazione.

Li fissai senza espressione finchè la mano calda di Jace prese la mia, riportandomi alla realtà. "Norah," Disse gentilmente. "Pensavo mi avessi detto che non avrebbe visto nessun'altra."

"Lui ha detto così."

"Oh. Andiamo, usciamo di qui e andiamo in un locale."

"Se ce ne andiamo mi vedrà."

Jace sospirò girando nel piatto i pezzi di sushi rimasti. "Quindi? Aspetterai qui finchè non finiscono?"

"Questo è il piano." Alzai le spalle. "A meno che tu non possa pensare a qualcosa di migliore."

"Sì, posso. Tu porti il tuo sederino sexy fuori di qui senza neanche guardarlo." Disse. Strinsi gli occhi nella sua direzione e la sua postura cadde. Non sarei mai riuscita semplicemente a passare davanti ad Harry Styles. Probabilmente o mi seguirebbe o mi ignorerebbe totalmente, e non seppi quale sarebbe stata peggio. "Va bene. Sgattaioliamo dalla finestra del bagno. Non è questo che si fa ad un appuntamento andato male?"

"Penso di sì." Mormorai. "Ma questi jeans sono troppo stretti per riuscire ad uscire da una finestra. Non possiamo solo aspettare, per favore? Ordiniamo altri shots Saki e passiamo una lunga serata tra migliori amici."

Annuendo leggermente in conferma chiudemmo l'accordo per quella sera, la quale incluse stare seduti in un angolo del ristorante per un'altra ora e mezza con me che promisi di non girarmi e ritrovarmi il cuore in tanti piccoli pezzettini mentre Jace continuò a blaterare di Louis.

Infine lui sospirò profondamente sollevato, fece cenno per il conto ed uscimmo dal ristorante il più velocemente possibile con confezioni d'asporto in mano. Il viaggio di ritorno fu silenzioso. Non ebbi nulla da dire ed il mio coinquilino, conoscendomi, seppe che non volevo parlare.

Quando finalmente arrivammo a casa lanciai il mio telefono a Jace. "Tienilo. Mi scriverà." Mormorai scuotendo la testa. I suoi occhi blu mi seguirono mentre mi trascinai in camera mia.

"Ti sveglierò io domani. Ti voglio bene!" Disse.

"Ti voglio bene anche io."

Fu come se il mio letto mi stesse chiamando e mi ci lanciai sopra senza preoccuparmi di cambiare vestiti, mi misi sotto le coperte pressando la faccia sul cuscino. Cercai di concentrarmi su pensieri riguardanti Jace ed il lavoro e quella fantastica borsa di Marc Jacobs che desideravo tanto, invece, tutto ciò che riuscii a vedere fu la stupida faccia di Harry.

IL MATTINO DOPO Jace dovette buttarmi giù dal letto e trascinarmi nella doccia, nella quale mi parlò tutto il tempo mentre mi lavai. Quando uscii trovai un outfit pronto sul mio letto con una tazza fumante di caffè ed una ciotola di farina d'avena.

"Ora Norah." Iniziò mentre mi misi la camicia stampata. (foto a lato) "Sò che sei triste e tutto, ma non accetto che tu stia così per uno stronzo qualunque. Capito?"

"Sì, lo sò. Capito. Ora possiamo andare?" Mormorai. Lui alzò gli occhi al cielo ed uscimmo dall'appartamento, ritrovandoci nell'aria fredda di New York. Iniziò a fare abbastanza freddo, al punto in cui si riesce a vedere il respiro che esce dalla bocca formare una nuvoletta bianca, quindi, ovviamente, Jace ed io facemmo finta di fumare da adulti maturi che siamo.

Suit and Tie [Harry Styles AU] (Italiano)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora