14. Paradise

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La mattina dopo, io e Giosuè partiamo in viaggio verso una meta a me sconosciuta.
Non abbiamo parlato per tutta la mattina, si è semplicemente limitato ad aprire le sue ali ed io a salirci sopra. Stranamente il volo dura più del solito, e la testa comincia a girarmi vorticosamente.

"Giosuè.. fermati, mi gira la testa" confesso.

"D'accordo, ci fermeremo ad un passaggio di transizione" annuncia cominciando ad atterrare.

Quando i miei piedi toccano terra, le ginocchia cedono e Giosuè mi prende prontamente per la vita.

"Angelica, stai bene?"

"Giosuè.. io.." sono le ultime parole che riesco a pronunciare prima di vedere il buio.

Dottore, la ragazza ha mosso un dito!

Sento gridare da un'infermiera.

Facciamole una tac..

Voci, brusio, rumori riempiono le mie orecchie. No, non voglio restare qui. Voglio tornare da Giosuè! Voglio andare da lui!
Cerco di concentrarmi, ma non ci riesco.

Amore mio, spero ti sveglierai presto

Dice Enrico. Brutto stronzo, appena mi sveglio vedrai come ti manderò io in coma!
Razza di ipocrita.

Angi, ci manchi tanto.. ma come fai ad essere così bella anche mentre dormi?

Sento dire da una delle mie amiche.
La testa ricomincia a girare, e mi sveglio con la tachicardia e l'affanno.

"Tutto bene, Angelica?" mi chiede Giosuè preoccupato.

Io annuisco e mi guardo intorno: sono su una spiaggia.
Mi sdraio appoggiando la testa sulla sabbia e chiudo gli occhi.

"Dove andremo stavolta?" chiedo cercando di calmarmi.

"In un posto che poche persone hanno la fortuna di vedere"

"Cioè?" apro gli occhi curiosa, vedendo il suo viso sorridente accanto al mio.

Cerco di guardare il mare, ma come posso ignorarlo se l'azzurro mi ricorda così tanto i suoi occhi? Stupida umana, penso insultandomi da sola.

"Andremo in Paradiso"

"Come?! In..in Paradiso?"

Giosuè annuisce, mentre io cerco di metabolizzare la notizia.

"Quindi.. sono morta?"

"No"

"Ma tu mi dicesti che i vivi non possono entrare in Paradiso"

"Le strade del Signore sono infinite" si limita a rispondere lui sollevando le spalle.

"Giosuè.. io ho paura" confesso.

"E di cosa?"

"Di essere giudica.. non lo so.."

"Non posso crederci, non hai paura dei demoni ed hai paura di noi angeli?" mi prende in giro, ma io non riesco a sorridere.

"Angelica, non ti faranno mai del male. Non lo permetterei mai"

"Già, perché sei il mio angelo custode" dico anticipandolo.

"No, perché ci tengo a te" dice inchiodandomi con lo sguardo.
Io non riesco a staccare il contatto visivo, sono incantata da lui e dal suo viso perfetto e angelico. Vorrei toccarlo, accarezzarlo, ma sono consapevole che lo punirebbero, e questo non può succedere. Però..però. Ho bisogno di un bagno freddo.

Corro in mare e mi tuffo con il vestito, cercando di eliminare i pensieri poco opportuni che mi vengono in mente.

Lascio che l'acqua mi attraversi, mi bagni, quando sento due mani affermarmi per la vita e sollevarmi. Non ho il tempo di urlare che mi ritrovo scaraventata in mare. Apro gli occhi e noto che Giosuè sta ridendo come un bambino.
Io lo raggiungo e mi fiondo su di lui, buttandolo sott'acqua.

"Vuoi la guerra allora!" esclama prima di schizzarmi energicamente.
Cerco di difendermi come posso, ma ovviamente non è facile.

Solo quando smette, il mio sguardo si posa sul suo petto nudo. Mi tuffo nuovamente, sperando che l'acqua possa aiutarmi, ma quando esco lui è vicinissimo a me.
Sorrido e mi fiondo su di lui, circondandogli la vita con le gambe. È inutile dire che il mio cuore sembra essere impazzito, così tanto che sono sicura che Giosuè possa sentirlo.
Gli accarezzo delicatamente il viso bagnato, mentre lui mi tiene stretta per i fianchi.

"Tu mi farai impazzire, piccola peste" mi dice non lasciando il suo sguardo dal mio viso.

Tu mi hai fatto già impazzire, penso, e me ne rendo conto dal rumore che il mio cuore fa quando sono con te.

"Ti voglio bene, Giosuè. Sono contenta che tu sia il mio angelo" confesso, mentendo però sulla prima frase. Si può voler bene il ragazzo che si ama? Si vuole bene ad un amico, ad un fratello, no al ragazzo che dà un senso anche ai giorni in cui sei in coma.

"Temo che per noi, il semplice affetto tra amici non è abbastanza" mormora, prima di buttarmi nuovamente in acqua e stordirmi.

Quando riapro gli occhi, sono fuori dall'acqua, precisamente in un giardino ricco di frutti.
Giosuè mi raggiunge. Indossa dei jeans bianchi stretti, una maglietta azzurra e una giacca bianca ed è completamente asciutto.
Mi guardo e mi accorgo che indosso degli altri abiti: ho un vestito celeste, lungo e stretto, e le maniche sono in pizzo. È semplicemente meraviglioso, ma troppo elegante.

"Scusami Angelica, non potevo mostrarti l'ingresso del Paradiso. Quella porta che vedi ci separa dal mio regno. Ah, un'ultima cosa: sei stupenda" mi dice Giosuè, facendomi arrossire.

Sorrido e lui mi porge la mano.

"Sei pronta per entrare nel mondo degli Angeli?" mi chiede, ed io gli afferro la mano.

"Con te, sono pronta a tutto" mormoro prima di entrare in Paradiso.

Angel- Destinazione paradisoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora