13. Kiss me

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La mattina arriva presto, e vengo svegliata dal cinguettio degli uccellini. Giosuè come al solito dorme, ed io per evitare di fare altre cavolate, lo sveglio piano.
"Giosuè.." sussurro, ricevendo un gemito come risposta.

"Vado a fare un giro, ci vediamo oggi pomeriggio"

"Come? Ma può essere pericoloso, vengo con te" dice subito con l'intenzione di alzarsi.

"Stà tranquillo, non mi allontanerò, promesso"

Giosuè si toglie una piccola catenina e me la porge.

"Se hai bisogno di me, in qualsiasi momento, stringi forte questo ciondolo" mormora guardandomi intensamente.

Osservo il ciondolo: è a forma di ala.

"Va bene .. potresti mettermelo?" chiedo con finta nonchalance sollevando la mia chioma ramata.
Lui annuisce e me la mette, ma mentre lo fa, le sue mani delicate toccano il mio collo sensibile, provocandomi tanti brividi. Chiudo gli occhi a quel contatto, mentre Giosuè non stacca le sue mani dalla mia nuca.

"È.. e meglio che vada, Giosuè" dico tossendo ed alzandomi dal letto.

"Sei sicura di voler andare da sola?"

"A meno che tu non soffra di solitudine, si" dico alzando le spalle.

Lui ride divertito e si avvicina a me, abbracciandomi e lasciandomi immobile e con il cuore a mille.

"Stà attenta, mia piccola pastifera"

Il mio cervello si blocca alla parola "mia", mentre sento le guance andare a fuoco.

Mi separo da lui e gli sorrido, comandando al mio cervello di non riempirlo di baci.

Esco dalla capanna e prendo una boccata d'aria, mentre cerco di non allontanarmi troppo.
Durante il mio cammino, vedo diversi bambini soffrire la fame, mentre altri giocare con un pallone sgonfio. Mi fanno tanta tenerezza. Mi appoggio ad un albero per guardare meglio, quando noto una bambina, probabilmente cieca visto il suo sguardo nel vuoto, venire nella mia direzione.

"C'è.. c'è qualcuno?" domanda in una lingua che stranamente riesco a capire perfettamente.

"Tu.. puoi.. vedermi?" mormoro cauta, stupendomi delle mie stesse parole: non sono in italiano.

"No, io sono ceca" sorride la bambina avvicinandosi e accarezzandomi il viso e i capelli.

"Che strano.." mormoro.

"Cosa?"

"Oh, niente piccola.." dico accarezzandole i capelli, mentre lei mi stringe la vita.

"Sei morbida.. e profumi di rose" mormora posando la testa sul mio grembo.

"Sai, sei una bambina strana" rido.

"Perché sono cieca? "

"No, perché sei speciale.. "

"E perché lo sono?"

Io non rispondo e osservo il mio ciondolo. È di Giosuè, ma servirà sicuramente più a lei che a me.
Lo sgancio e lo metto intorno il suo piccolo collo.

"Ma.. cosa stai facendo?" mi chiede la bambina divertita.

"Quando avrai bisogno di aiuto, stringi forte questa collana. Ti darà forza, piccola"

"Grazie.. ma.. perché me l'hai data?"

"Perché penso che sia la cosa più giusta da fare. Tu puoi vedermi, anche se non con gli occhi, e puoi sentirmi. Sei speciale" dico dandole un bacio sulla guancia ed allontanandomi da lei. Sono sicura che sia stata la scelta più giusta da fare.

Presto il cielo si oscurisce, ed io torno alla capanna, ma di Giosuè non vi è neanche l'ombra.
Alzo le spalle e mi sgranchisco le gambe, mentre sento una presenza dietro di me. Mi volto, e vedo Giosuè a petto nudo.

"Oh, sei qui.." dico cercando di non sembrare imbarazzata, mentre lui si avvicina a me.

Mi guarda in modo inusuale, quasi.. malizioso.

"Ehm..Giosuè.. domani dovremmo.."

"Shh" mi interrompe posando un dito sulle mie labbra.

"Non parlare" dice sensualmente avvicinando il suo corpo al mio.

"Giosuè, gli angeli.."

"Gli angeli non sapranno mai nulla e non vedranno mai niente" sussurra avvicinando le sue labbra alle mie. Quanto vorrei colmare quella distanza...

"Noi.. non possiamo. ." mormoro estasiata dal suo profumo.

"Sì.. lasciati andare" dice con le sue labbra a un millimetro dalle mie. Sto per baciarlo, quando mi viene in mente la sua punizione se avrebbe peccato.

"No!" esclamo allontanandolo da me, mentre Giosuè sbuffa.

"Uffa. . Sei proprio difficile da tentare" confessa facendomi aggrottare la fronte.

"Angelica!" sento improvvisamente. Mi volto e vedo.. Giosuè. Con la maglietta.
Oddio, due Giosuè in una capanna.

"Ma..cosa.." balbetto sconcertata.

"Sei solo un imbroglione, Federick! " esclama Giosuè con la maglietta.

Giosuè senza maglietta sorride e piano piano cambia sembianze..diventando..il demone che cercò di uccidermi!

"Tu?!" urlo sconcertata.

"E già, piccola. Sei stato bravo, angioletto, la tua protetta non ha ceduto alle mie lusinghe " ride diabolico, mentre vedo Giosuè stringere le mani a pugno.

"Lasciala in pace" ringhia, mentre io li guardo sempre più confusa.

"Anch'io ho l'ordine di portarla dalla mia parte, esattamente come te" risponde Federick.

"Ehm.. scusate..io sono qui!" li richiamo, ed entrambi mi guardano.

"Io sono un'umana, una persona, non un trofeo da vincere!" urlo indignata.

"Sto solo cercando di proteggerti, visto che non fai altro che metterti nei guai!" mi ammonisce Giosuè.

"Piantala di trattarla così! Non vedi che è pazza d'amore per te?" ribatte il demone serio, mentre io non posso far altro che abbassare lo sguardo.

Federick scuote la testa e sparisce, mentre Giosuè mi guarda.

"È vero..ciò che ha detto?" mi domanda cauto dopo un pò.

"Leggi nei miei occhi. Cosa vedi?" gli chiedo avvicinandomi a lui.

"Non ti metterei mai nei guai, stà tranquillo" dico rassegnata abbassando lo sguardo.

Lui mi solleva il mento con il suo indice e mi guarda intensamente.

"Non lasciarmi più" dice stringendomi al suo petto e non aggiungendo nient'altro. Io chiudo gli occhi, consapevole che quella situazione mi avrebbe portato alla rovina.

Angel- Destinazione paradisoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora