7. Sola

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Apro gli occhi. Non mi trovo più in India, lo capisco dalla mancanza di case lussuose e di odori di spezie. Mi trovo in un luogo deserto, intorno a me non c'è praticamente niente. Mi chiudo a riccio, non mi è mai piaciuto rimanere sola. Ma dov'è Giosuè? Mi volto, ma non vedo nessuno.
Improvvisamente sento il rumore dello sbattere delle ali. Alzo il capo e vedo il mio angelo custode scendere e posizionarsi proprio di fronte a me.
"Giosuè! Ma dove mi trovo?" gli domando alzandomi.

"In un altro passaggio di transizione, creato però da me. Le tue condizioni stanno peggiorando, Angelica."

Delle lame trafiggono il mio petto.

"In.. in che senso?"

"Prima reagivi agli stimoli, mentre adesso non riesci più a muovere un singolo muscolo. Mi dispiace, Angelica" mi dice guardandomi e cercando di penetrare il mio sguardo di pietra.

"Sono in coma vegetale?"

"Sì" afferma.

Non cosa dire. Non capisco nemmeno le emozioni che sto provando. Tristezza? No. Gioia? Neanche per sogno. Dolore? Non proprio. Confusione? Sì. Tanta.

Giosuè si avvicina lentamente a me e cerca di abbracciarmi,  ma io mi scanso.

"Scusami Giosuè, ma.. non è il momento" dico sconvolta.

"Angelica, niente è perduto. Sei una ragazza forte, la più guerriera che abbia mai conosciuto, non arrenderti!"

"Infatti non mi arredo" ribatto decisa "ma voglio andarmene da questo posto. Mi mette ansia "

Giosuè ride e libera le sue enormi ali. Mi aggrappo a lui e cominciamo a volare. Non mi godo il panorama, non osservo il cielo azzurro: sto morendo, è questa la verità. Ed ho 19 anni.
Una lacrima scende dal mio viso e cade su una piuma, ma poco mi importa. Nessuno non può biasimarmi.
Giosuè improvvisamente si blocca e scende precipitosamente, facendomi prendere quasi un infarto. Quando siamo a terra, scendo dalla sua schiena e gli dò un colpo sul braccio.

"Ahi! Perché mi hai colpito?" dice massaggiandosi la parte dove gli ho dato il pugno.

"Ti sembra il modo di atterrare? Mi hai spaventata!"

"Beh, almeno hai smesso di piangere" sorride sollevando le spalle.

Rimango per un pò in silenzio ed abbasso lo sguardo.
Giosuè mi si avvicina e con il suo indice, alza il mio viso: i suoi occhi mi colpiscono come lance, e per la prima volta, arrossisco in sua presenza. Caspita, quanto è bello. Lui sorride come se potesse leggermi nel pensiero.

"Sono riuscito a farti arrossire, tanti complimenti a me" ride, mentre io lo allontano con una spinta, ancora più rossa di prima.

"Tu sei.. ahh, un giorno mi farai perdere la pazienza" dico alzando le braccia al cielo.

"Non c'è niente di male, dai!" afferma ridendo più di prima.

"Ah si? Beh,  finché mi guardi così" dico avvicinandomi al suo viso e guardandolo nei suoi occhi color del mare "è normale che arrossisca! " esclamo non staccando i miei occhi dai suoi, non accorgendomi che ci separano solo pochi centimetri.

"Non dovresti starmi così vicino" sussurra Giosuè terribilmente vicino a me, tanto che il suo fiato accarezza il mio viso, per poi allontanarsi. Rimango stranamente delusa.

"Perché no? In fondo sei il mio angelo"

"Già, ma i nostri gesti potrebbero essere fraintesi" dice lui con sguardo preoccupato.

"Fraintesi da chi?" domando non  capendo.

Giosuè sospira.

"Lascia perdere" dice cominciando a camminare.

"No, ora devi dirmelo! Non abbiamo fatto nulla di male!"

"Mentre tu eri svenuta, gli angeli mi hanno convocato e mi hanno detto che dovremmo avere un rapporto più.. distaccato.." confessa Giosuè.

"Cosa? Ma se a malapena andiamo d'accordo!" esclamo shockata.

"È la stessa cosa che ho detto anch'io.."

Sospiro.

"Come se ci potesse mai essere qualcosa tra noi due.. è praticamente impossibile" dico alzando gli occhi al cielo.

"Già" afferma lui.

"Già" ripeto sorridendo, ma stranamente mi sento una bugiarda.

Angel- Destinazione paradisoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora