Capitolo 5

23 3 0
                                    

Viaggio verso la Luna

Ero chiaramente in ritardo. Il sole era quasi all'orizzonte e capii che avrei perso la nave se non mi fossi alzato all'istante. Presi le mie cose e velocemente andai in direzione del porto. Camminando lungo la banchina ci avrei messo non più di dieci minuti. Iniziava a fare buio e affrettai il passo. Intorno a me c'erano file di reti da pesca e forte odore di mare. Respiravo e mi affannavo per arrivare prima possibile. Quando mi accorsi di aver percorso quasi un chilometro ma che il ponte che dovevo attraversare era in manutenzione.

Non chiedetemene il motivo ma istintivamente presi un respiro profondo e mi gettai in acqua. Era novembre, subito dopo il tuffo, persi i sensi e la cognizione del tempo e mi risvegliai ancora bagnato e sotto una coperta di lana. Ero su un peschereccio tra secchi pieni di pesce e budella. Mi alzai di scatto mentre veniva incontro a me un ragazzo. Avrà avuto venti anni, viso dolce e rassicurante. Si chiamava Amir. Mi disse di starmene tranquillo, che mi avevano ripreso a poche miglia da terra e che non avrebbero avuto tempo di riportarmi indietro ora, quindi sarei stato in turno con loro quella notte in mare. Mi fece alzare e mi sistemo in un posto un po' più riparato e comodo.

<< Stai un po qua, tra poco ti verrò a svegliare per portarti la colazione. Tra circa cinque ora saremo di nuovo al porto.>>

<< Grazie! >> dissi io, ma non ci pensavo proprio a dormire sopra quel letamaio!

Iniziai allora a guardare il cielo. Riuscivo a vedere milioni di stelle diverse e la Via Lattea. Il cielo di color indaco e limpido. Era come guardare uno specchio in cui riflettere e immaginare. Sentii la nave virare, permettendomi d'intravedere la luna. Rimasi sbalordito. Era pallida e i suoi crateri erano così vicini e distinti che sembrava di poterla toccare. Istintivamente allungati un braccio simulando una carezza a quella magnifica visione. Sembrava il viso di una donna. Lucente e delicato, trasmetteva grandissime emozioni. Sentivo il cuore riempirsi di amore e gioire.

Fui interrotto da un forte baccano e una grande botta.

I marinai gridavano e correvano su e giù per la nave. Presi dal panico cercavano di trovare un riparo. A quel punto alzai lo sguardo per capire cosa stesse succedendo e mi si gelo il sangue. Davanti ai miei occhi una massa d'acqua alta almeno 30 metri si dirigeva verso di noi.Il posto di comando era stato abbandonato e il timoniere giaceva svenuto a terra. Il ragazzo che prima era stato tanto gentile con me, cercava di rianimarlo ma senza successo. Presi tutto il coraggio che avevo prendendo in mano il timone. Ci voleva una grande forza per tenerlo ed io non ci riuscivo proprio.Ero nel panico e tremavo pensando ormai il peggio. L'onda a quel punto era vicinissima e non mi restò che pregare per la mia vita. Mi chinai con la testa tra le gambe stretto al ragazzo attendendo solo il forte impatto. Dieci, nove, otto... smisi di contare.

Stava succedendo qualcosa di strano, ma non era ciò che tutti si aspettavano.

C'era un forte silenzio improvviso, nessuno osava alzarsi in piedi, ma tutto era così surreale e cercai di capire aggrappandomi timidamente a una fune e alzandomi sulle mie gambe. Quello che videro i miei occhi fu incredibile.Sembrava che la nave stesse volando in aria. Mi affacciai da un lato ancora con i brividi addosso e vidi l'imbarcazione fluttuare. In verità sporgendomi meglio mi accorsi che cavalcavamo quell'onda. Eravamo leggeri e il mare ci stava accompagnando con la sua forza verso quello che sarebbe stato il viaggio più fantastico della mia vita.

Non so come ma capivo cosa stava succedendo. Qualcosa me lo aveva suggerito qualche minuto prima. Ci staccammo dal pelo dell'acqua condotti all'interno di un vortice di nube bianca, al centro di essa c'era la luce chiara della luna. Questa sfera perfetta di color argento che tanti uomini affascina ogni giorno, mi cantava la sua melodia come una sirena farebbe con Ulisse. Mai mi sarebbe passato per la testa di farmi legare. Mi sentivo chiuso dentro una bolla di sapone, saliva lentamente e mi allietava con i suoi colori sgargianti. Mentre mi sentivo trascinato sempre più in alto, ma sapevo di essere protetto come un neonato dentro il liquido amniotico. La bolla era il mio ventre, mentre il cordone era un filo invisibile teso verso quella madre così premurosa che molti chiamano Luna. Sempre più luminosa era la visione che quel pianeta ci dava. Incredibile. Un momento prima avevo sognato in cuor mio di raggiungerla cercando anche di toccarla. Adesso non so bene con quale magia, stavo per arrivare sopra di lei per poterla abbracciare. Il vortice ci spingeva sempre più nella sua direzione. Tutti adesso erano più calmi, come se la sua influenza su di noi fosse positiva.

Cercai con entusiasmo di richiamare l'attenzione degli altri, ma era come se fossero ipnotizzati, immobili. Avevo le stesse sensazioni anch'io, ma sembrava che quello spettacolo fosse stato scritto da qualche antica divinità per me. Non feci in tempo a pensarlo, e in lontananza iniziai a scrutare un oggetto. Aveva lo stesso colore della luna, ma si muoveva velocemente verso di me. Con una forma sferica rifletteva l'ambiente intorno come uno specchio. Era una sorta di piattaforma volante. Si bloccò sopra la mia testa e in quel momento scese un fascio di fili color oro brillanti. Scivolavano giù come stelle filanti iniziando a formare una colonna di ghiaccio e fumo azzurro. Si plasmò una bellissima creatura all' apparenza femminile. I suoi occhi sembravano un alveare e il suo corpo era lungo con ali richiuse sulla schiena. Sopra la testa due antenne quasi impercettibili che iniziarono a muoversi formando scariche elettromagnetiche. Si avvicinarono al mio viso come per dirmi qualcosa, mi stavano facendo uno scanner. Arrivate all'altezza dei miei occhi si bloccarono e mi si posarono sopra per farmi vedere qualcosa. Entrai in contatto mentale con quella splendida creatura. Leggevo i suoi pensieri e vedevo il suo mondo da dentro. Ogni piccolo esagono dei suoi occhi mi lanciava un'immagine diversa. Mi spiegava l'origine della sua razza, di com'erano stati creati, come vivevano. Ogni particella del suo essere mi diffondeva informazioni molte delle quali non riuscii neanche a codificare. Troppo erano intense e trasmesse in una maniera a me sconosciuta. Anche quello che vivevo e che osservavo in quel momento, non potrei descriverlo. Era come leggere un libro sacro, qualcosa di sicuro stavo memorizzando, ma non certo con la mia testa. Mi chiedevo come avrei potuto raccontarlo. Lo avrei descritto come un viaggio al centro della vita. Sentivo il corpo così piccolo per contenere tutto, ma allo stesso tempo le mie cellule vivevano e viaggiavano nel tempo e nello spazio per girare il film della nostra esistenza. Ebbi un orgasmo cosmico! Ero il feto dell'universo partorito dal grembo della luna. Un bambino cullato dalle stelle in viaggio per l'universo. Il custode del messaggio che ogni uomo dovrebbe leggere.Nascere era stata la cosa più stupefacente che mi potesse succedere. Mi sentii rinfrescato da acqua fresca e vento. Sobbalzai per un momento e rividi lui, Amir il ragazzo dai lineamenti femminili e dolci. Mi aveva tirato un secchio d'acqua per svegliarmi.

<< Ehi! E' ora di scendere, questo viaggio è finito. Prendi questo, bevi. Tieni pure la coperta e scendi facendo attenzione alla banchina >>.

Gli sorrisi e me ne andai ringraziandolo.

Ogni singolo passo lasciava impronte di gloria e rinascita. Il mio sguardo lucente e sicuro mi mostrava la strada. Le mie mani veloci e pazienti si posarono sul viso chiedendosi come comprendere ciò che era appena successo. Le tolsi portandomele lungo il corpo, abbassai lo sguardo e dal centro della pancia vidi un cordone d'argento che saliva fino al cielo. Correva dritto fino alla Luna che mi mostro per la prima volta il suo volto di madre. Mi diede il suo sguardo d'amore incondizionato e tutto si dissolse tornando alla normalità.

Arrivò finalmente la mia nave. Sarei tornato a casa presto.

La musica della mia AnimaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora