Capitolo 6.

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Mi sveglio e mi stropiccio gli occhi. Mi siedo sul letto per poi guardarmi intorno, ricordandomi di essere rimasta a dormire con Brad. Guardo il letto e mi rendo conto che lui non c'è.

Controllo l'ora sul mio telefono. 10.20. Cazzo, devo andare a casa!

Corro al piano di sotto ritrovandomi in sala. I ragazzi sono sul divano che parlano tranquillamente e appena mi vedono cominciano a fissarmi tutti e quattro in silenzio. Figura di merda.

-Io...bhè...devo andare- balbetto abbassando la testa e diventando rossa come un peperone. In quel momento vorrei tanto trovare una buca al mio fianco per potermi sotterrare.

Sorrido nervosamente e vado verso la porta, ma qualcuno mi blocca mettendo una mano sulla mia schiena. Bradley.

-Ti accompagno io, almeno arrivi prima- dice aprendomi la porta e sorridendo. Ricambio il sorriso ed esco, respirando l'aria non troppo calda di Londra.

-Hai paura della moto?- chiede con un sorriso di sfida sulle labbra. Faccio cenno di no con la testa e sorrido.

-Staremo a vedere- dice porgendomi un casco. Lo indosso e salgo subito dopo di lui.

-Ti consiglio di abbracciarmi forte, ci sarà da correre- dice maliziosamente, ed io gli do una pacca sulla spalla.

-Adoro l'adrenalina Simpson- dico ridendo e lui accende il motore facendolo rombare. Parte a tutta velocità ed io tolgo le mani dalla sua schiena, lasciandole libere nell'aria. Comincio a ridere senza un motivo, facendo volteggiare le mani in aria, poi le appoggio sulle mie gambe e chiudo gli occhi, lasciando che il vento mi sposti i capelli.

Dopo circa 45 minuti siamo davanti casa mia. Tolgo il casco e lo appoggio sul cuoio della moto, accanto a quello di Brad.

-Allora?- chiede Brad sorridendo. Lo guardo per un po' ancora eccitata, poi lo abbraccio.

-Grazie- sussurro affondando il viso nell'incavo del suo collo.

Ricambia subito l'abbraccio e mi stringe forte a se. Il suo profumo di vaniglia mi riempie le narici e mi rilassa, è così dolce.

Dopo un po' ci stacchiamo ed entro in casa, salutandolo con un cenno della mano.

-Tesoro, ma dove sei stata?- chiede mamma venendomi incontro preoccupata.

-Oh niente, Lea ha bevuto un bicchiere di troppo e ho deciso di farle compagnia la notte- dico sparando la prima cavolata che mi viene in mente e per fortuna se la beve.

-Tesoro, devo dirti una cosa- dice mia madre mentre salgo le scale. Mi blocco e torno indietro.

-D...dimmi- rispondo facendo una risatina nervosa. Da quando mio padre se n'è andato, mamma ha dovuto trovarsi un buon lavoro per mantenerci, ma purtroppo il suo buon lavoro ha anche preso il sopravvento sulla sua vita famigliare.

-Bhè, vedi...il capo mi ha dovuto trasferire a Chicago e saró costretta a trasferirmi lì. Ho pensato peró, che se non hai voglia di lasciare i tuoi amici, potrai rimanere qua. Ormai sei grande, fra pochi mesi avrai 18 anni e puoi cavartela da sola. Ho solo bisogno del tuo parere- dice tutto d'un fiato. La guardo in silenzio, cercando di trattenere le lacrime.

Mia madre sarebbe dovuta andare a Chicago, in America, ed io potevo decidere se andare con lei o rimanere qui. Penso a tutto ció che ho qui: gli unici ricordi che mi rimangono di mio fratello, una migliore amica fantastica, dei ragazzi che, anche se mi mostro scontrosa, non si sono tirati indietro e mi sono rimasti accanto. E poi ho Brad, l'unico in due anni che è riuscito a farmi ridere, a farmi sentire libera da ogni dolore.

Poi penso a ció che potrei avere a Chicago: una nuova casa, una madre che non ci sarà quasi mai, e probabilmente nessuno vorrà essere mio amico. Non avrei più una migliore amica di cui fidarmi davvero o un ragazzo che mi fa stare bene e non mi giudica per quello che sono.

Alive.//B.W.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora