Capitolo 7.

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-Potresti spiegarti un po' meglio?- chiede perplesso dopo qualche minuto. Prendo un respiro profondo e comincio a raccontare ciò che é successo due anni fa.

Appoggia la chitarra sul letto e mi stringe in un abbraccio forte. Uno di quegli abbracci in cui non servono parole per descriverli, perchè il loro affetto parla da solo.

-Non è colpa tua, è successo e non potevi saperlo- spiega rassicurandomi.

-Ora però sto bene- dico staccandomi dall'abbraccio. Sforzo un sorriso e abbasso lo sguardo.

-Guardami- ordina in tono secco. Faccio come mi dice e punto i miei occhi acquamarina nei suoi color caramello. Mi guarda per dei secondi che sembrano ore, e per ogni secondo che passa mi perdo sempre di più nel suo sguardo. Poi, improvvisamente, la sua voce mi riporta alla realtà.

-No Alex, tu non stai bene, lo leggo nei tuoi occhi- spiega con voce preoccupata e seria.

Mi alzo dal letto e mi avvicino alla finestra per guardare fuori.

-No, io sto bene. Gli altri lo dicono e lo vedono. Io sforzo un sorriso e sto bene, poi se in fondo sto male non importa, perchè la mia bocca ha detto il contrario- dico agitata, lasciando scendere una lacrima che ho trattenuto per troppo tempo. E poi di nuovo silenzio. Nella stanza solo un'anima viva ed una persa che piange in silenzio.

-La gente sa ascoltare le parole ma non gli sguardi- dice improvvisamente Brad, rompendo il silenzio. Mi giro verso di lui e mi asciugo il mento ormai pieno di lacrime.

-Sembra che ne abbia passate cosí tante anche tu...- dico guardandolo e facendo un sorriso sincero.

-Nella vita tutti soffrono Alex, poi c'è chi soffre troppo e chi soffre troppo poco per capire com'è fatta la vita- spiega abbassando lo sguardo e sorridendo.

Mi avvicino di nuovo a lui mentre le lacrime continuano ad appannarmi la vista. Mi siedo sulle sue gambe e cingo il suo collo con le braccia, per poi stringerlo a me. Ed è lí che lo sento troppo debole per non sgretolarsi fra le mie braccia. Solo quando lo sento singhiozzare mi rendo conto che non sono l'unica anima persa nella stanza.

-La vita è troppo crudele per meritarci- dico con la voce spezzata dai singhiozzi. Mi stringe forte anche lui, continuando a piangere.

E solo in quel momento ho capito di non essere sola, e quel 'meritarci' era riferito a noi due, perchè ora nella stanza c'erano solo i singhiozzi di due anime perse che ne hanno passate troppe per continuare a piangere in silenzio.

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Apro gli occhi e sono di nuovo nel buio più assoluto, ma questa volta non sono sola. Davanti a me vedo una sagoma scura, ma non riesco a capire chi è.

-Chi sei?- chiedo facendomi coraggio.

-Alex, sei tu? S...sono Brad- risponde il ragazzo. Sembra spaventato.

-Si sono io Brad- rispondo con voce sollevata. Mi avvicino a lui porgendogli una mano e le nostre dita si sfiorano, provocando un luccichio misterioso.

Continuo ad avvicinarmi e più i nostri corpi si avvicinano, più il luccichio diventa più grande. Alla fine ci abbracciamo e il buio scompare totalmente.

Mi guardo intorno senza staccarmi dall'abbraccio e vedo che ci troviamo su un immenso prato verde.

-Alex ma cosa sta succedendo?- chiede il ragazzo ancora spaventato.

-Non lo so, ma stai tranquillo, ci sono qua io- rispondo facendolo tranquillizzare. Mi stringe più forte a se, ma subito dopo qualcuno o qualcosa ci divide, e più ci allontaniamo piú il buio torna a regnare su di noi.

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