Capitolo 9.

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Mi sveglio, tutto è così tranquillo. Mi sento quasi sollevata, come se tutto il dolore che avevo dentro se n'è andato.

Mi do un pizzicotto su una coscia per vedere se è tutto un sogno, ma non lo è. Mi alzo dal letto per andare al piano di sotto, in cui suppongo ci sia Brad.

Scendo le prime scale con un sorriso tranquillo sul viso, ma tutta quella tranquillità e allegria mi abbandonano dopo essere quasi al piano inferiore.

Paul sta stringendo con forza le mani attorno al collo di Brad, che è ormai quasi incosciente mentre appoggia la schiena al muro. Mi attappo la bocca per non urlare, visto che l'unico che si è accorto della mia presenza è Brad. Poggio un indice tremante sulla punta del naso, per fargli capire di rimanere in silenzio, pensando subito dopo che non avrebbe potuto parlare comunque.

Prima che il riccio possa cadere a terra senza fiato, mi avvicino silenziosamente a loro, prendendo un coltellino che era su un mobile alle mie spalle per infilarlo subito dopo nella gamba dell'uomo, che subito dopo cade a terra dolorante.

-Non devi più toccarlo, hai capito?!- gli urlo contro, mentre lascia dei gemiti di dolore e tiene gli occhi chiusi. Sposto lo sguardo su Brad, anche lui a terra mentre fa dei profondi respiri per riprendere fiato. Sposto Paul con un piede, per avvicinarmi meglio a Bradley.

-V...va meglio?- chiedo guardandolo e cercando di trattenere le lacrime, ma me ne lascio cadere una che asciugo subito dopo. Il ragazzo mi sorride leggermente per rassicurarmi ed io lo aiuto ad alzarsi. Lo faccio avvicinare al divano su cui si siede poco dopo, poi mi riavvicino all'uomo a terra.

-Pensi che ti lasceró qua? Vattene via- dico senza emozioni guardandolo. Mi coglie alla sprovvista tirandomi a terra per una caviglia, facendomi sbattere la testa sul pavimento. Lo vedo avvicinarsi zoppicando, mentre il dolore alla testa diventa sempre più forte e lo sguardo mi si appanna.

-Credevi davvero di potermi competere?- chiede con un sorrisetto maligno. Tutto intorno a me diventa più confuso quando un suo piede colpisce con forza il mio fianco. Gli occhi si chiudono, ormai incapaci di guardarsi intorno, mentre la voce sempre più lontana di Brad mi riscalda il cuore sempre più debole.

Brad's pov

Sono ormai ore che sono seduto su questa dannata sedia in questo ospedale così bianco da far venire la nausea.

I ragazzi mi hanno raggiunto appena li ho avvertiti. Continuo a guardare la porta che mi separa da Alex mentre ascolto distrattamente i continui singhiozzi di Lea che piange fra le braccia di James. Nel frattempo Tristan cerca di tranquillizzare Connor che continua a fare avanti e indietro per il corridoio.

Mi passo una mano fra i capelli e chiudo gli occhi, dopo averli lasciati aperti per qualche minuto di troppo.

Con la coda dell'occhio noto una sagoma che mi sembra fin troppo conosciuta, così mi giro a guardare. Paul Smith sta uscendo da una camera con una gamba fasciata, le mani legate in un paio di manette e qualche polizziotto alle sue spalle. Appena si accorge di me mi guarda male, ed io ricambio con un sorrisetto soddisfatto mentre mi alzo, finalmente, dalla sedia.

-Comunque sappi che mi fai schifo- gli dico prima che lo portino via, mentre mi sento sempre più soddisfatto per averlo denunciato.

Il mio sorrisetto scompare quando il mio sguardo ricade sulla porta davanti a me, ma invece di risedermi, mi avvicino ad essa.

Una volta davanti ci poggio una mano, poi la fronte, mentre i rumori che provengono da quella stanza sono sempre più vicini alle mie orecchie. Li ascolto bene per non perderne uno: si sentono diverse voci dei dottori, poi lo sento. Sento quel bruttissimo bip che segna lo stato del cuore.

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