Capitolo 15

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L'autrice di questa storia è LiveLifeInTheRain; questa è solo la traduzione fatta da me, tamafune.

"Vuoi che ti punisca?" Mi chiese ed io annuì e poi mi ricordai che la comunicazione verbale è molto importante per lui.

"Si." Risposi.

"Perché?" Mi chiese.

"Perché me lo merito, Signore." Gli dissi e mi guardò dritto negli occhi per un minuto, forse cerca un segno di esitazione? Ma non lo troverà.

"Farà male." Disse.

"Lo so. Fallo. Per favore." Aggiunsi e mi guardò per ancora un minuto prima di alzarsi e porgermi una mano. Mi alzai anch'io e mi portò verso la porta.

"Vorrei provare queste." Disse e lo guardai andare verso l'armadio e tornare con una scatola. Lo guardai prendere quello che c'era nella scatola.

"Quelle sono nuove." Dissi e sogghignò.

"Possono essere usate solo per le mani o possono essere usate anche per la parte inferiore." Disse e gentilmente mi spinse contro la porta.

Gli lasciai prendere una mia mano e poi l'altra per poi mettere le manette, che con un laccio erano legate ad un chiodo che era sopra la porta. Pressò forte il suo corpo contro il mio e mi baciò per poi tirarsi indietro e farmi girare così ero con la faccia di fronte alla porta. Le manette facevano in modo che le mie mani erano sopra la mia testa.

"Separa le gambe." Ordinò e le separai. Bloccò altre due cose attorno alle mie caviglie e guardai in basso per vedere la barra distanziatrice che avevo ordinato su internet con Rochelle, sembrano essere passati anni da quella giornata. Questa roba ancora non l'abbiamo usata.

"Guardami." Disse e girai la mia testa oltre la mia spalla e Chase fece una foto. Ho lasciato la telecamera sul tavolino per lui ma di solito la tengo io sottochiave, nessuno sa la combinazione. Potrei anche essere paranoica ma non voglio che nessuno veda i video o le foto, mai. "Stai bene?" Mi chiese.

"Si, Signore." Risposi, ciò che mi aveva messo alle mani e alle caviglie non era più scomodo di quelle che ha sempre usato.

"Ti schiaffeggerò con questo." Sentì il rumore di uno schiaffo con quello che fui sicura fosse la sua mano prima che ciò che aveva in mano comparve nel mio campo visivo e la mia bocca si seccò.

"Non usi la mano?" Chiesi e scosse la testa.

"Tu ami quando porto la mia mano sul tuo sedere, la punizione non deve essere per forza piacere." Mi disse e mi leccai le labbra cercando di riavere un po' di saliva.

"Quante volte?" Gli chiesi e Chase si accigliò.

"Amerei dire una per ogni giorno che hai fatto tutte quelle stronzate, ma così sarebbero davvero troppe. Dodici, una per ogni giorno che non sei tornata a casa." Annuì accettando il numero. "Non voglio colpirti troppo forte, so che non sei abituata a questo ma farà male." Mi disse ed io annuì di nuovo.

"Ho capito." Stavo cercando di restare calma perché più ti tendi e più ti preoccupi, più farà male. Se dico a me stessa di rilassarmi e di godermelo, di solito funziona.

"Inizierò a fare piano così che sai quello che ti devi aspettare." Lo sentì sulla mia pelle e saltai a causa del contatto ma non faceva male. "Ora lo farò più forte, ora voglio che conti." Mi disse.

"Si, Signore." Dissi e questa volta mi colpì forte. "Uno." Gli dissi e mi colpì di nuovo. Continuò a colpirmi ogni volta sempre più forte e in punti differenti, contavo forte mentre sentivo la corda di cuoio colpire la mia pelle.

Dominating Love [Book 2]- Italian translationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora