Capitolo 24

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Era mattina presto, l'ora in cui di solito Holt si alzava per andare a correre e il sole tardava a farsi vedere fuori dalla finestra della camera del ragazzo. Lui era sveglio da circa un ora, la sue mente vagava immaginando momenti stupendi da vivere con la ragazza che gli dormiva vicino. Dopo che si era addormentata, Hope, non aveva più emesso un suono, nemmeno quando nel sonno lo aveva abbracciato dolcemente chiamandolo. A lui era parso di sognare, dopo che la sera prima aveva finalmente realizzato che quella ragazza lo faceva impazzire. Continuò a guardarla, ignorando l'orario sulla sveglia che lo chiamava al suo lavoro giornaliero, perché lei lo attirava molto di più. Non avrebbe mai pensato che il suo pigiama potesse star cosi bene a qualcuno. Certo, non aveva mai provato, ma questa prima volta era sicuramente stata un successo. Sorrise alla ragazza e si avvicinò piano al suo volto per darle un delicato bacio sulla fronte prima di lasciarla sola. Si tolse piano le coperte, per non svegliarla e poi andò all'armadio per vestirsi. Non era importante cosa avrebbe messo, sapeva che l'unica persona la cui opinione gli interessava era a casa ad aspettarlo nel dolce paese dei sogni. Prese la tuta che aveva vinto ad una gara di velocità, nera e bianca dell' Adidas, e se la infilò mentre scendeva al piano di sotto. Non aveva sentito Gage rientrare, ma non era strano, suo fratello passava piu notti a casa degli amici che in camera sua. Aprì la porta e la richiuse piano alle sue spalle. Kyle e Kole invece, erano sicuramente a casa perchè appena mise piede sugli scalini i due gli si pararono davanti con aria difensiva. -Dov'è?- Fece Kyle con evidenti postumi da sbronza. Holt gli sorrise. -Tranquilli ragazzi. Ieri sera è successa una cosa con Camel e...- Il ragazzo incrociò le braccia mentre Kole lo guardava preoccupato. Forse anche lui era dell'idea che Kyle stesse esagerando. -Lo sappiamo cos'è successo, ce l'ha detto Gage, quando ci ha riportati a casa. Ma la mia domanda è: Perché Hope non è nel suo bel lettuccio accanto alla mia camera?- Disse tutto d'un fiato. Holt si passò la mano fra i capelli. -Voleva andare a dormire ma non aveva la chiave Kyle. Ce l'avevi tu...- Disse indicandolo -Comunque non fa niente. Ho dormito sul divano. Calmati- Tagliò corto cominciando ad agitarsi anche lui. Kole sorrise. -Visto il nostro Holt?- Fece all'amico. -E' stato bravissimo. Ora torniamo a giocare alla play- E lo spinse dentro casa con le braccia. Holt li seguì con lo sguardo e Kole si girò a mimargli con la bocca. -Scusa amico- allora Holt gli sorrise e alzò la mano per salutarlo poco prima che chiudesse la porta. Uscì dal vialetto e prese a correre piano lungo il marciapiede della via. Il suo primo pensiero andò ad Hope, come tutte le volte che si trovava da solo dalla sera prima. Era fantastica. Era quel tipo di ragazza che si mostrava allegra, decisa, ma che era fragile, da non confondere con debole, Hope era fortissima. Mise le cuffiette a metà viale e fece partire le note accese di Amsterdam, degli Imagine Dragons. La strada era deserta, come al solito, non passavano ne auto ne persone, e quella tranquillità lo aiutava a concentrarsi nella corsa. Il fiato cominciava a farglisi piu corto mentre girava e tornava indietro a una velocita maggiore del solito. Improvvisamente, mentre attraversava la strada, il cellulare smise di emettere musica e cominciò a vibrare incessantemente. Il ragazzo, per niente sorpreso, premette il bottone sulle cuffie e rispose, senza smettere di correre. -Pronto? Holt?- Fece la voce di sua madre al telefono. Evelyn Courter era in di quelle madri che non si fanno mettere i piedi in testa da nessuno. Vincitrice di una decina di premi di partite a Polo, scalatrice accanita, surfista dai dodici anni, laureata in sciene politiche e in scienze del farmaco lavorava per la migliore azienda farmaceutica del pianeta, come rappresentante assieme al marito. Samuel Cortuer. -Pronto mamma- Disse lui ansimando un pochetto. -Tesoro! Scusa se ti ho disturbato mentre corri ma tuo padre, che è qui con me, ha avuto un idea fantastica e volevamo parlartene subito- Holt annui pur sapendo che lei non poteva vederlo -Dimmi- Fece curioso. -Quando iniziano le vacanze di natale?-Chiese lei con una vocina stranamente allegra. -Il prossimo weekend. No scusa, il prossimo ancora. Fra due weekend insomma- Fece impacciato mentre saltava delle bottiglie di plastica a terra. -Fantastico! Ora ascoltami, tuo padre è un genio- Holt aspettò mentre in sottofondo si sentiva un vociare, come se stessero ad una delle solite conferenze. -Abbiamo pensato che per le vacanze, potremo vederci tutti alla casa sul lago. Voi potete andare quando volete, tanto avete la chiave, e noi verremo qualche giorno prima della vigilia. Allora? Ti piace l'idea? Potrai fare quei giri in barca in solitudine che ami tanto- Ad Holt brillarono gli occhi, probabilmente per l'affaticamento, anche se era convinto che fosse per la gioia. -Si è perfetto!- Disse in estasi fermandosi davanti casa e piegandosi in due per lo sforzo. Guardò la porta e poi osservò quella accanto alla sua e la sua mente tornò inspiegabilmente su Hope. -Mamma posso portare degli amici? Diciamo tre?- Fece speranzoso dopo aver avuto la piu bella idea della sua vita. -Certo tesoro! Mi farebbe piacere conoscerli! Non mi hai mai presentato dei tuoi amici...- Rispose lei triste. -Non ci sei mai- Ribatte allora lui. La madre fece un respiro forzato, triste e spento, anche se il figlio lo aveva detto solo per puntualizzare, non per ferirla. -Buona giornata tesoro- E attaccò. Holt tolse le cuffie stanco e si poggiò con le braccia sulla staccionata bianca dell'appartamento. Odiava quel lato dei suoi. Si arrabbiavano se lui diceva la verità. In fondo non c'erano mai quando lui aveva bisogno di loro. Non c'erano stati il suo primo giorno di scuola, non c'erano stati al suo sedicesimo compleanno, non c'erano stati alla sua gara di atletica, quando era sul podio, loro non c'erano. Ci aveva fatto l'abitudine ormai e non provava rancore ma sembrava che a loro importasse molto piu che a lui. Si fece forza ed entrò dentro casa stanco e affaticato. -Buon giorno fratello- Fece Gage sorridendo dalla sua tazza di latte. Holt alzò la mano. -A che ora siete tornati?- Disse curioso mentre poggiava sul tavolino le cuffie e il telefono. -Verso le quattro- Rispose l'altro a bocca piena. -Perfetto. Allora ho fatto bene a far dormire Hope qui. Non aveva le chiavi di casa- Gage strabuzzò gli occhi -Davvero ha dormito qui?- Lui annuì silenziosamente. -Spero abbiate dormito- Disse lui beffardo. Holt prese a salire le scale e gli fece il dito medio senza guardarlo. Percorse il corridoio e arrivò in camera sua cercando di non far rumore. Hope dormiva, a pancia sotto, con i capelli neri che le incorniciavano il viso. Holt si mise a sedere sulla scrivania e la sua mente prese a vagare sulla vacanza al lago. Sperava che Kyle e Kole acconsentissero ad andare. Hope non avrebbe sicuramente avuto dubbi, ma quei due erano un osso duro. Mentre pensava guardava la ragazza sul letto, girarsi e sorridere al cuscino e si domandava come avesse fatto a credere a quela pazza di Camel e non a lei. -Buon giorno- Fece Hope sorridendogli. Holt rimase un attimo a guardarla. -Giorno Mims. Dormito bene?- Disse curioso. Lei annuì. -Da sogno- Lui si alzò e si mise accanto a lei sul letto. -Ho una domanda da farti- Annunciò mentre le sistemava i capelli, totalmente alla rinfusa. -Dimmi- Rispose lei sedendosi interessata. -Ti andrebbe, cioe non solo a te, anche a Kyle e Kole, di venire con me e Gage per le vacanze di natale? Abbiamo una casa sul lago- Lei non rispose subito, fu questo a preoccuparlo maggiormente ma poi, il suo viso si piegò in un sorriso. -Sarebbe magnifico-.

In copertina il nostro Holt in tuta ♡

Quasi Diversi ● Quasi Uguali (#Wattys2015)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora