Hope camminò fino al banco che Holt aveva gia colonizzato riempendolo di matite colorate. -Non ci credo- Fece il ragazzo sistemandosi i capelli chiari. -Che ci fai qui?- Hope poggiò lo zaino per terra e si mise a sedere vicino a lui. -Che vuol dire che ci faccio qui? Ci faccio quello che ci fai tu- Lui scosse la testa sorridendo. -Scusa ma sono sorpreso di vederti qui. Ti piace l'architettura?- Hope annuì -Si. Norman Foster, Jean Nouvel, Philippe Starck... presente?- Disse lei sfindandolo. Lui incrociò le braccia al petto. -Certo che ho presente. Dai non volevo sembrare il classico cinico che non crede nella parità dei sessi, solo che non ti facevo un amante di queste cose- Lei annuì un po' delusa poi tirò fuori il block notes esattamente quando la campanella suonò. Il professore si alzò in piedi e cominciò la lezione. -Ragazzi per i prossimi due semestri avremo con noi una ragazza Australiana, Hope May, la vincitrice della borsa di studio messa in palio dalla nostra scuola negli altri stati del mondo. Spero farete tutti amicizia con lei- La classe fece un silenzio ceco mentre tutti la osservavano. -Ora... dove eravamo rimasti la scorsa volta?- Una ragazza alzò la mano e parlò dopo un cenno del professore. -Stavamo parlando delle opere di Charles Correa- Il prof annuì e cominciò a parlare proprio quando Holt scrisse su un foglio qualcosa per Hope. Il ragazzo lo mise in mezzo al banco cosi che Hope potesse leggere.
-Ti ho fatto arrabbiare?- Mentre lei leggeva Holt la guardava. Hope alzò lo sguardo e si trovò quello del ragazzo a pochi centimetri. Era davvero bello. Indossava la camicia scolastica bianca con la cravatta nera ed aveva arrotolato le maniche. I pantaloni invece che coprivano le lunghe gambe gli finivano esattamente sulla caviglia lasciando vedere le Vans nere praticamente nuove.
-No- Scrisse lei schietta sul foglio mentre tornava a volgere lo sguardo al prof
-Dai dimmi la verità. Non far finta di ascoltare. Se sei cosi appassionata di Architettura da offenderti a questo modo vuol dire che questo artista lo conosci gia- Scrisse velocemente
Lei sorrise -Si l'ho studiato un paio di mesi fa per i fatti miei-
-Scusa per prima- Rispose lui con un leggero sorriso, quasi dolce
-Non preoccuparti sono abituata a battute sessiste, vivo con due maschi nel caso non lo avessi notato- E distolse di nuovo lo sguardo
-Punto numero uno, non era una battuta sessista, lo giuro. Punto numero due, credimi, l'ho notato-
Lei continuò a ignorarlo e lui scrisse ancora. -Dai ti prego. Ti faccio sedere a pranzo con i piu fichi se mi perdoni-
-I più fichi include te?- Disse guardandolo. Lui sorrise a trentadue denti -Beh...- E scoppiarono a ridere insieme, a volume ridotto però, per non disturbare la lezione. Holt si avvicinò al suo orecchio -Dammi i tuo orario, voglio vedere quando hai il pranzo, se nel primo o nel secondo turno- Il suo fiato le fece il solletico così Hope ci mise un attimo a reagire ma poi prese la cartellina e gliela porse. Holt la aprì e lesse il suo orario. Poi prese un evidenziatore e cominciò ad evidenziare dei corsi. Due il lunedì, uno il martedì, due il giovedì e due il venerdì. -Che diavolo fai?- Gli sussurrò Hope. Holt gli porse il foglio. -Questi...- Fece indicando gli eventi evidenziati, -sono i corsi che abbiamo in comune- Hope strabuzzò gli occhi. -Come diavolo è possibile che fai quasi i tre quarti dei miei corsi? Tu frequenti Scienze delle tecnologie e Arte del monumento?- Fece lei sorpresa -Hey attenta, adesso sei tu che fai battute sessiste- Lei mise una ciocca di capelli dietro l'orecchio. -No è che... non credevo avessimo tutte queste cose in comune- Lui fece spallucce. -Nemmeno io... ma è bello scoprirlo. No?- Lei annui col sorriso sulla faccia che cercava disperatamente di nascondere. La lezione procedette sempre parlando della vita dell'architetto perle due ore successive e quando la campanella suonò Hope raccolse le sue cose ed uscì. -Ci vediamo fra tre ore fuori dalla porta della scuola May. Non mancarmi... Ehm, cioè, non mancare- Lei annuì guardandolo mentre si sistemava i capelli nel modo piu sexy del mondo poi andò in cerca dell'aula 3 nell'ala Est. Le attendevano tre ore di Letteratura Inglese, così si posizionò in fondo all'aula, sicura che avrebbe ignorato la maggior parte della lezione. -Hey ciao- Disse una voce alle sue spalle. Hope si voltò e trovò il ragazzo che in piazza le aveva tirato la palla a sorridergli. -Ciao- Rispose lei. Lui indicò la sedia -Posso?- Lei annuì un po incerta. Il ragazzo indossava la divisa della scuola come tutti gli altri studenti ma a differenza di molti portava non la camicia nera o bianca ma quella blu notte. I suoi zigomi spigolosi si posizionarono in un sorriso quasi subito. -Allora, hai intenzione di dirmi il tuo nome o devo tirarti addosso un altra palla per saperlo?- Hope scoppiò a ridere e il ragazzo le porse amichevolmente la mano. -Piacere, io sono Warren Bale- Hope strinse la sua mano, era calda e forte -Hope May- Lui sorrise, -Nuova?- Lei fece una smorfia -Si vede?- Lui scosse la testa -No, tranquilla. Ho solo notato che non ti avevo mai vista qui- Lei gli sorrise e insieme presero ad ascoltare in silenzio la leziona della pesantissima professoressa Leighton. Quando la campanella suonò Hope salutò Warren e uscì dall'aula per raggiungere l'atrio. Molti ragazzi e ragazze si stavano dirigendo nella sua stessa direzione così lei li seguì per evitare di sbagliare strada. Quando arrivò Holt era in piedi appoggiato al muro con un piede e stava tenendo un libro fra le mani. Appena la vide il suo volto si illuminò. -Hey, Mims- Fece lui alzando la mano per salutarla. Hope lo raggiunse mentre lui metteva nella tracolla il suo libro. -Mims?- Lui le sorrise dolcemente. -Si, è il tuo soprannome. Non ti piace?- Lei scosse la testa -Si ma non lo capisco- Lui la fece uscire dalla scuola e le si affiancò mentre camminavano per il cortile, -Ora ti spiego. Il tuo cognome è May, che vuol dire Maggio, che si da il caso, è il mese che preferisco dell'anno. A maggio fioriscono le mimose. Mimose... Mims- Lei gli sorrise, -A questo punto dovrei darti un soprannome anche io?- Holt scosse la testa -E' il ragazzo che da il soprannome non la ragazza- Lei rise e lui indicò un tavolo con alcune persone sedute. -E' il nostro tavolo, vieni- Hope lo seguì mebtre su avvicinava al tavolo e si sedeva ad una panca vicino a una ragazza. -Ragazzi lei è Hope May, sarà con noi per tutto l'anno. Hope, loro sono Caleb,- Disse indicando un ragazzo nero che la salutò sorridente -Selene- E una bionda ragazza la salutò senza staccare gli occhi dal cellulare. -Micheal- Un tipo tosto e muscoloso, sicuramente capo delle squadre dell istituto le fece un mezzo sorriso -e Camel- Disse indicando la ragazza vicino a cui era seduto che le sorrise in tutta la sua perfezione. Hope si sedette al tavolo e addento il panino che si era preparata. -Allora Hope come ti sembra la nostra scuola?- Hope osservò la struttura. -Mi piace, è grande e ho gia conosciuto parecchia gente- Camel prese la parola un po stizzata. -Si hai gia conosciuto Holt vedo- Hope annuì e lo guardò mentre lui cercava di evitare il suo sguardo.-Da dove vieni?- Fece Mike. Hope degluti -Australia, centro di Sindey precisamente-. Selene le sorrise. -Deve essere bello beccarsi un po di sole ogni tanto e non la solita pioggerella spenta- Hope rispose al sorriso. -Si ma per me è il contrario. Sono contenta di cambiare clima finalmente-. -Sei qua da sola?- Chiese Caleb mentre scriveva qualcosa sul suo taccuino. -No sono con degli amici. Kyle Daniels e Kole Finner. Saranno sicuramente in giro a cercarmi- Fece lei guardandosi intorno. -Se ti mancano tanto puoi tornare da loro- Fece improvvisamente Camel. Tutti i suoi amici la guardarono e Hope, che si sentiva fuori posto dal suo comportamento, rimise a posto il suo panino prima di alzarsi. -Forse ha ragione, è meglio che vada da loro. Grazie e ciao a tutti- Holt si alzò in piedi -Mims aspetta!- Ma Hope non si girò e continuò a camminare. -Possibile che sei sempre cosi perfida?- Chiese Mike a Camel che rispose facendo spallucce.
Hope si diresse dentro la scuola alla disperata ricerca dei suoi amici e quando li individuò gli corse incontro. -Ragazzi!- Kyle e Kole la abbracciarono. -Tutto ok?- Chiese Kole curioso. -Si, ho tipo diciotto mila corsi in comune con Holt ma per il resto apposto- Kyle le si avvicinó -Cosa hai?- Lei strinse la presa sullo zaino. -Molti corsi in comune con Holt- Kyle le si avvicinò ancora di piu. -Con Holt intendi quell'Holt?- Lei alzò gli occhi al cielo. Non vedeva il problema. Holt era un bravo ragazzo e in fin dei conti almeno non avrebbe passato la meta delle lezioni da sola. -Quanti Holt conosci scusa? Non mi sembra avessimo un amico che si chiamava Holt a Sidney- Kyle chiuse gli occhi per un momento come se stesse caricando le sue energie poi si precipitò con passo veloce verso il giardino -Io lo ammazzo. Gli spezzo le ossa e dopo voglio vedere se si fa vedere ancora nel pollaio- Kole lo prese per la camicia come si fa con in bambini e lo fermò. -Smettila Vendicatore... è una scuola, succede. Io sono in un corso con Gage- Kyle guardò Hope negli occhi. -Hopy tu sai quanto tengo a te vero?- Hope annuì dolcemente. -Allora per l'amor del cielo non fare in moda che debba ucciderti con quello- Hope scoppiò a ridere. Kole guardò l'amico. -Wao. E pensare che credevo che sarei stato io quello geloso- Kyle abbracció Hope. -Tu sei mia per questo mi comporto cosi- Kole fece un colpettino di tosse. -Nostra, tu sei nostra- Kole sorrise. -Meglio- Hope guardò gli amici. -Mi ha apprna presentato i suoi "amici" e una tipa mi ha preso d'occhio, una certa Camel... non so mi ha fatto brutto e sono andata via. I miei corsi oggi sono finiti e credo che me ne andró a casa o a fare un giro in città. Non ho voglia di vedere i club- Kyle e Kole la guardarono. -Non è che ti ha dato fastidio?- Lei scosse la testa. -No è che speravo che ci fosse gente piu simpatica. Ma in fin dei conti è sempre una scuola- Kole la abbracció e Kyle le diede un piccolo bacio sulla guancia. -A dopo- Lei lo salutò mentre si allontanava.
Appena uscita da scuola prese la via piu corta per arrivare a casa e mentre camminava notó una piccola gelateria artigianale e si fermò a leggere i gusti del gelato. Hope aveva sempre amato il gelato sin da bambina cosi entrò e ne prese uno al cioccolato, crema e nocciola. Poi usci e si mise sul muretto che dava sulla strada a guardare le auto sfrecciare sull'asfalto. Il paesaggio di quel posto le piaceva molto. Era totalmente diverso dal suo solito e forse era per quello che le piaceva tanto. -Sai non ho mai visto qualcuno che abbina a una divisa scolastica un paio di Converse- Disse una voce alle sue spalle. Hope si girò e trovò Holt che sorrideva con le mani in tasca. -Che hanno le mie scarpe perche?- Lui alzo le spalle. -Oh niente ti stanno benissimo. Una semplice osservazione- Holt si sedette accanto a lei e la osservò mentre finiva il suo gelato. -Com'è andato il primo giorno di scuola?- Lei sorrise. -Bene. Mi piace il posto e anche se ci sono alcune persone che sicuramente eviterò non mi lamento- Holt sorrise. -Kyle e Kole?-, -Oh se la sono cavata alla grande... loro... loro sono formidabili- Holt annuì serio. -Allora andiamo a casa?- Chiese per cambiare discorso. -Hope si alzò e insieme camminarono fino all' appartamento- Quando arrivarono davanti alle due porte ognuno si mise davanti alla propria. -Allora domani ci aspetta l'ora dopo il pranzo assieme, Arte del monumento- Hope annuì. -A domani Holt- Lui sorrise sistemandole una ciocca ribelle dietro l'orecchio. -A domani Mims-.
La ragazza entrò e lui si rese conto di aver detto una cavolata assurda.
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Quasi Diversi ● Quasi Uguali (#Wattys2015)
Chick-LitNEW! "Era questo che facevano sempre loro due. Si osservavano. Passavano il tempo a scrutarsi e a guardarsi, senza dirsi l'un l'altro quello che pensavano veramente. Era un gioco che facevano da sempre, senza pensarci, dal primo momento in cui si e...