10 CAPITOLO

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10 PAROLE INCITANTI.
Mi intristii quando Axel mi raccontó un po il suo passato/presente,e gli feci promettere che mi avrebbe portata a conoscere la sua mamma. Intanto io e Axel per due giorni non litigammo spesso,qualche lite l'abbiamo avute ma solo per pochi istanti.
Mi svegliai di colpo quando qualcosa sfioró il mio piede,e quel qualcosa,era il piede dell'individuo che dormiva da settimane con me. Alzai gli occhi al cielo e lo guardai dormire,era troppo carino,e i suoi capelli erano troppo belli e li dovevo toccare. Gli accarezzai i capelli molto delicamente,incastrandomi l'indice e il medio tra i suoi piccoli boccoli rotondi. "Ti stai divertendo?" Incominciai a ridere "Buongiorno!" Lui sorrise e poi si grattò la testa "Buongiorno..." Notai che era sudato e sembrava stanco,aveva ancora i muscoli contratti come le sopracciglia e aveva la pelle d'oca. A quel punto mi preoccupai e gli misi una mano sulla fronte,ma poi la ritrassi subito perché era bollente "Cazzo! Ma tu hai la febbre!" Mi alzai e andai verso il cassetto dei farmaci estraendo il termometro. Gli misurai la febbre,e quando vidi la temperatura per poco gli occhi non mi arrivarono al cervello:40,5.
"Ma cosa hai combinato!" Axel si strofinó gli occhi arrossati e lucidi e farfuglió qualcosa di nettamente incomprensibile "Ti prego! Soddisfa i miei bisogni." Sussurró quelle dolci parole e io ero combattuta,era brutto vederlo in cosí pessime condizioni,ed era ancora peggio dirgli di 'no' con la faccia che aveva "Axel...non possiamo,e poi se tu mi contaggiassi?" Lui incominciò a ridere,manco fosse ubriaco "Mi prenderei io cura di te." Assottigliai lo sguardo e poi alzai un sopracciglio "Ah si? E come?" Lui assunse quel sorrisetto furbo che mi ha sempre dato fastidio. Me ne andai e incominciai a fare il caffè,appena finii di fare colazione,incominciai a riempire un recipiente d'acqua calda mentre fumavo,e prima di ritornare in camera,presi una pezza. I trucchetti di mia madre mi erano sempre stati utili.
Entrai in camera e dirigendomi verso il letto,immersi la pezza nell'acqua,mi misi a fianco a lui e gli poggiai la pezza sulla fronte,e tamponando diverse zone "Carola. Sei bellissima. Io non voglio perderti." Sorrisi "Sto quí." Lui contrasse le sopracciglia "Tu te ne andrai come hanno sempre fatto tutti con me!" Gli accarezzai la guancia e sorrisi "No tranquillo. Rimango sempre con te." Lui sembró tranquillizzarsi e poi si addormentó e io aprii l'armadio e presi un maglione per stare a casa e un pantalone largo del pigiama e poi l'intimo. Mi rifugiai in bagno e mi riempii la vasca di acqua mite. Mi spogliai e ci entrai. Affondai tra il profumo e il calore che tanto desidero d'inverno. Mi feci lo sciampoo,uscii,mi vestii e mi asciugai i capelli. Nell'ingresso beccai Marco che faceva avanti e indietro "Marco!?" Lui si giró verso di me e sorrise "Ah buongiorno!" Guardai il soggiorno "Ma che fai?" Lui si accese una sigaretta "Sto uscendo le cose di Natale." Sorrisi entusiasta "Facciamo oggi?! Peró di pomeriggio verso le quattro perfavore." Lui scoppiò a ridere "D'accordo bambina." Io applaudii e saltellai da una parte all'altra.
Mi recai in camera mia e cercai di svegliare Axel "Axel? Dai svegliati..." lui aprí gli occhi e sorrise,io gli misi una mano sulla fronte e notai che la febbre era scesa "Axel,più tardi,se ti senti meglio,potresti fare l'albero con noi?" Lui abbassó lo sguardo "Non faccio un albero da un sacco di tempo. Da quando è morto mio padre..." feci un mezzo sorriso per trattenere le lacrime "Raccontami." Lui sorrise sempre a sguardo basso "Io amavo quando tutti noi,ci mettevamo alle prese con l'albero ascoltando musica Natalizie,e poi io e mio fratello mettevamo il cappellino. Mio padre morí in questo periodo...e sta per arrivare l'ora di mia madre." Sgranai lo sguardo "Come sarebbe a dire?" Lui mi guardò "Mia madre ha il cancro da sei anni. Ma mi sa che sta per cedere." Sperai con tutta me stessa che ciò che aveva appena detto,non lo pensava davvero "Sei un idiota. La speranza è l'ultima a morire,e tu dici ste cazzate." Lui cercó di afferrarmi i polsi,e ci riuscì,facendomi pure male "Lasciami!" Lui non lo fece "Sono sei anni di sofferenza. Mia madre mi ha sempre dato la colpa per tutto,peró era per non essere sola!" Sgranai lo sguardo. Lui mi lasciò i polsi. Ero pietrificata,tremavo. Tirai su col naso e lo guardai,poi lui mi prese la testa e se la poggió sulla spalla,era una forma di abbraccio,e allora lo abbracciai e poi tra le lacrime cominciai a ridere. "Scusa... Mi sono messa nei tuoi panni... Scusa." Lui mi accarezzó una guancia con il pollice e poi mi diede un bacio nel punto dove prima mi aveva fatto la carezza "Sei bellissima..." lo guardai negli occhi e vidi un pizzico di desiderio. A quel punto mi allontanai e dall'uscio della porta gli chiesi "Allora... il nostro bambino malato cosa vuole per pranzo?" Lui si girò ghignando "Sono solamente assetato..." cercai di capire che volesse dire,e poi mi ricordai che tipo di soggetto era e poi spalancai gli occhi "Sei cretino." Dissi ridendo e uscendo dalla camera. Andai in cucina e trovai Naomi che cercava le chiavi e Marco che teneva la porta "Ragazzi! Dove andate?" Naomi sorrise "Stiamo andando al Christmas shop,mancano delle cose... siamo quí entro le cinque. Guarda che Alfy e Alex stanno venendo con noi." Annuii e li salutai con la mano.
Mentre preparavo il purè di patate,mi si fiondó addosso Axel,abbracciandomi da dietro e facendo scivolare le mani sui miei fianchi,affondando la testa tra i capelli e sul collo. Chiusi gli occhi e respirai a fondo. Il cuore era diventato una bomba a orologeria,pronto a scoppiare. Non riuscii a fermarlo o a respingerlo,il desiderio era cresciuto anche a me. Poi sul collo incominciò a sussurrarmi "Tu non hai indea di cosa ti farei in questo momento,ma ho la febbre,sto delirando e tu sei troppo per me. Peró un giorno succederá e tu sarai sempre bellissima e io sarò sempre quello che sono. Ma ti giuro che saró bravo così tanto da..." strinsi gli occhi "Axel..." ansimai "Da urlare il mio nome e io saró cosí bravo,ma così tanto da farci fondere insieme,gambe contro gambe,mani contro mani,pelle contro pelle e anche se siamo così diversi ci fonderemo insieme come cera al sole." Mi girai e lo fermai prima che potesse mettere le mani dove non doveva "Fermo. Axel no! Cazzo no! Vuoi capire che io ci sono rimasta fottuta in passato?! No tu non puoi capire. Perché voi non tenete a niente,nemmeno i soldi. Voi usate le donne per scopo personale,per farvi godere. E poi siete i primi che ci chiamano 'puttane'. Axel vai a riposare che poi facciamo l'albero." Lui mi guardò negli occhi,peró aveva una sguardo diverso...di sfida credo.
Lui si voltó e se ne andó. Io misi le dita alle meningi e mi poggiai al piano cottura. Purtroppo,non ho l'armatura d'acciaio,ma ho costruito attorno a me un muro,crescendo e facendo le mie esperienze si è rafforzato e nessuno ha mai oltrepassato questo muro,e impediró anche ad Axel di oltrepassarlo.

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