1CAPITOLO

243 5 0
                                    

1 DISPREZZO.
Mi precipitai a casa sudata e senza fiato. Respirai lentamente e guardai il tavolo:c'era il mio carissimo amico caffè che mi diceva Carola sono quí approfittati di me. Presi una tazzina dall'asciugapiatti e versai il liquido marrone,caldo e amaro nella mia tazza bianca neve,poi andai verso la finestra,dove giacevano i famosi tre barattoli,quello del sale,dello zucchero e del pangrattato. Aprii quello dello zucchero e ne misi un po' nel mio caffè. Quando mi portai la tazza alle labbra,i miei occhi guardarono il cielo nuvoloso che aveva sempre offuscato le strade di Milano. Mentre bevevo il caffè,c'era qualcosa che non andava in me,ma non capivo cosa.Era come se un ronzio mi percorresse il corpo. Poggiai la tazza sul davanzale della finestra ed estrassi dalla tasca del jeans un pacco di sigarette e ne accesi una cacciandomela in bocca. Aspirai e poi posai lo sguardo verso il basso e a quel punto capii che sensazione sentivo. Quel ronzio,era perché mi sentivo osservata e trovai subito lo sguardo del guardatore. Era un ragazzo con i capelli biondi e un po accorciati ai lati,e gli occhi blu. Aveva la pelle molto chiara.Stava fumando una sigaretta,o qualcosa di simile,e nel mentre mi osservava mettendomi a disagio. Gli lanciai un'occiataccia per poi prendere la tazza e andarmene.
Mentre sciacquavo la mia tazza,sentii il rumore delle chiavi e mi girai. Era Naomi.
Naomi era la mia migliore amica,era più grande di me. Da un lato era un bene perchè mi aveva sempre dato esempio,come una sorella maggiore,dall'altro lato meno per il modo di ragionare. Nonostante questo,dentro di lei regnava sempre il cuore di una bambina. I suoi capelli neri,le si appiccicarono al viso tutto sudato e il mascara scolato mi fece venire voglia di ridere. "Ei! Cha hai combinato?" Dissi ridendo. Lei mi guardò di sottecchi e fece una risata sarcastica "C'è un freddo boia,e io sudo lo stesso! È una cosa assurda!" Sorrisi e poi la guardai "Vai a farti una bella doccia e rilassati." Lei sbarró gli occhi e mi guardò con approvazione "Sai una cosa?Hai ragione." Sfrecció in bagno e si chiuse a chiave. Mi andai a sedere sul bancone e alzai la schermata del computer,ma mi distrasse subito un altro giro di chiave e subito dopo entró Marco,il fidanzato di Naomi. A differenza di lei,lui era super profumato e rilassato. Lo guardai perplessa "Sei arrivato con la moto?" Lui sorrise e annuì " Naomi?" Feci una risata sarcastica "È nella doccia. Si sta rinfrescando e rilassando..." Lui andò verso il frigorifero e prese una birra "Come mai?" Chiusi il computer e lo guardai "È arrivata dal lavoro tutta sudata e incazzata..." Lui bevve un sorso di birra e alzó le sopracciglia "Sì.È stressata. Ci sono stati licenziamenti e ha paura che la buttino fuori." Io corrugai la fronte e lo guardai "Si però non si deve stressare..." Lui mise le mani nei capelli castano scuro "Provaci tu. A me non mi ascolta." Marco prese il pacco di sigarette che aveva nella tasca e ne estrasse una. "Sai una cosa? Fanculo tutti!" Alzai un sopracciglio con aria perplessa "Marco!Che hai pure tu?!" Gridai perché già era andato nella sua stanza.
Mi affacciai di nuovo ed era ancora lì,che mi fissava con lo sguardo intenso. Alzai gli occhi in cielo e me ne andai a braccia conserte,dirigendomi nella mia stanza. Mi buttai sul letto e misi gli auricolari per alleggerire i pensieri. Odiavo essere osservata,sembrava che mi spogliassero con gli occhi e mi giudicassero.
Misi le vans e il pantaloncino della tuta con una canotta nera e scesi giù con chiavi,cellulare e sigarette. Mi guardai attorno per trovarlo e lo vidi. Mi bloccai un secondo,pensando al fatto che non sapevo chi avessi davanti,ma la rabbia mi offuscó la mente. Arrivai come una furia e gli puntai il dito contro "Si vuol sapere che cazzo di problemi hai?! Perché mi fissi." Lui gettó la sigaretta,e mi guardò negli occhi con quella intensitá. Era un normalissimo ragazzo,ma aveva molto fascino,insomma era un bel ragazzo "Wow! Non pensavo fossi capace di affrontarmi." Disse con un sorrisino seducente. Io mi limitai ad alzare gli occhi in cielo. "Comunque io sono Axel." Lo guardai in faccia e sembrava innocente "Carola." Mi scrutó dalla testa ai piedi e mi guardò negli occhi "Mh...non sei male sapientona" gli lanciai un'occhiataccia e cacciai una sigaretta in bocca "Senti sono scesa per dirti solo di smetterla di fissarmi.Quindi levati dai piedi,sono occupata."  Infastidita,feci per andarmene,ma mi bloccò per un braccio,costringendomi a voltarmi. Mi prese il volto fra le mani e mi avvicinó a lui,poi mi sussurró "Non ti libererai facilmente di me."  sorrise e mi lasciò. Poi se ne andò.
Risalii lasciandomi alle spalle quel ragazzo,ma purtroppo le sue parole rimbombavano nella mia testa e il risultato del mio tentativo di lasciar scorrere quel che era successo,fu un totale disastro. Il problema non erano tanto le sue parole,ma i suoi movimenti,il suo tono. Mi ricordó la persona che più avrei voluto dimenticare,ma impossibile. Luca,o per dirla tutta,Kevin. Kevin era il mio ex,una delle persone che avrei voluto cancellare. Kevin e io ci mettemmo insieme quando io avevo quindici anni,invece lui ne aveva diciassette. Lui mi fece conoscere il terribile mondo della droga,di cui fui dipendente per tanto tempo. Il mio rapporto con Kevin e la droga andava di pari passo. Kevin frequentava un raduno,al quale settimanalmente mi faceva andare. Questo raduno era gestito da maggiorenni che probabilmente o avevano vissuto una situazione familiare particolare,o non avevano niente da fare. Questi ragazzi riuscivano a trovare la droga facilmente,e per entrare a questo raduno ogniuno di noi doveva versare del denaro appunto per avere droga o alcool. Fu lí che il mio percorso di crescita ebbe inizio.
Kevin aveva la famiglia disastrata,a tal punto da distruggere quella degli altri,ovvero la mia. Il rapporto con la droga aumentó sempre di più,perché cominciai a bucarmi,certe volte ero cosí andata da farmi fare le siringhe da lui,e quando io cercavo di smetterla,Kevin si arrabbiava e mi picchiava. La situazione diventava sempre più stretta e cominci a non mangiare più e diventai autolesionista,fin quando non andai in overdose. A quel punto la mia famiglia venne a conoscenza del mio problema,e a causa della riabilitazione,persi il secondo anno di liceo. Intanto mia madre mi aveva preso un gatto di nome PJ. Ovviamente avevo lasciato Kevin ed ero venuta a conoscenza del fatto che lui mi tradisse con la migliore amica di mia sorella. Brutto colpo. Infine,ripetei l'anno,ma nel corso,Kevin ed io ricominciammo a frequentarci alle mie condizioni. Kevin ancora si drogava e perció lui ancora ne faceva uso,ma a causa dei suoi problemi economici,finii per rimetterci io. Gli compravo la droga e mi prendevo cura di lui,ma i miei genitori cominciarono a sospettare che io facessi ancora uso di droghe perché mancavano soldi,perció non potevo più pagargli da droga. La situazione precipitó quando per mezzo di un suo guaio,io mi ritrovai con una pistola puntata. Per fortuna ne uscii viva,e per mezzo dell'accaduto io e Kevin litigammo di brutto,ma l'amore e cieco ed io ero innamorato. Quella notte io e lui,per la prima volta,facemmo l'amore. L'indomani mattina lui se ne era andato e dopo di ciò non avevamo più parlato.
Il fatto che io non frequentassi più Kevin,mi aiutó con la scuola,studiavo tantissimo e riuscivo a prendere il massimo dei voti fin quando mi diplomai.
Intanto PJ morí e mia madre aveva paura che io potessi ricominciare con la droga,ma il mio migliore amico Alfredo,propose a mia madre una cosa mi avrebbe cambiato la vita e le disse che lui e Naomi,con i rispettivi fidanzati,si sarebbero trasferiti a Milano e sarebbero stati felici sei io fossi andata con loro. Io la implorai fin quando non mi diede il permesso,alla condizione che mia sorella Giulia si fosse trasferita con me.
Pensai cosí tanto che salita a casa,mi gettai sul letto e chiusi gli occhi per la stanchezza e mi addormentai.

PEZZI MANCANTI-IN REVISIONE-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora