22 PAROLE NON DETTE.*AXEL
Era da una settimana che mangiavo panini,o non mangiavo e basta.
Guardai la parete spoglia della mia camera,e mi persi nei miei pensieri. Bestemmiai tra me e me e presi una sigaretta.
Era da giorni che fumavo e bevevo come un turco.
L'avevo abbandonata,dopo che si era resa del tutto vulnerabile a me.
Suonarono al citofono e andai a vedere chi era. Francesco.
Gli aprii il citofono e poi la porta di casa e lo aspettai sul divano. Dopo un paio di minuti,mi vidi spuntare Giulia e Francesco. Francesco si era arreso a Giulia,che invece aveva un'aria incazzata,e mi sa che lo era con me "Tu!" Mi sfregai il viso con le mani "Cosa io?" "COSA TU?! E ME LO CHIEDI PURE!" sbattei le mani sulle cosce "Giulia,come te lo spiego? Lo abbiamo fatto con odio,con odio e veleno. Non è stato come voleva lei,è stato troppo veloce. Io non me la merito." Giulia sembró calmarsi e si mise accanto a me "Axel,ascolta. Torna da lei,perché ha bisogno di te. Sembra forte,sembra che non gliene freghi nulla,ma fidati,gli importa. Non è forte come vuole far credere,anzi... è caduta nella droga come se niente fosse,e forse è stata quell'esperienza che le ha fatto costruire una corazza che nessuno era mai riuscita a romperla. Tu invece l'hai rotta..." bevvi un sorso di birra e mi alzai "Giulia,devi darmi tempo. Non sono pronto ad affrontarla." Mi alzó il dito medio "Vigliacco!" Disse e poi uscì da casa mia. Misi le mani in testa "Bró! Non ti conviene farla incazzare..." annuii "Lo so. Sono uguali anche in questo." Ghignó "Oh! Guarda che ci sará una festa stasera a questo indirizzo." Disse porgendomi indirizzo e via "L'ha organizzata un mio amico. Vieni. Ma non scoparti nessuno." Annuii,anche se lo sapeva meglio di me che avrei scopato.
Sono stato cinque giorni a fumare,bere,scopare,allenarmi alla box,ma non riuscivo a distrarmi da lei. Dal suo profumo,dalla sua bocca,dai suoi seni,dai suoi capelli,non riuscivo a distrarmi e non smettevo di pensare a tutte le sue sfumature.
L'avevo lasciata per egoismo.Lei era troppo orgogliosa per cercarmi,e io troppo vigliacco per andare a parlarci,in pratica eravamo uno schifo.
Verso l'ora di pranzo,non avevo niente da fare e fu una delle poche volte che decisi di accendere la TV mentre mi condivo l'ennesimo panino.
Non sapevo cucinare e amavo il silenzio,quindi facevo infinitamente schifo. Aprii il frigo e presi la mia lattina di birra e "pranzai".
Poi mi andai a coricare,altrimenti mi sarei addormentato su uno dei divanetti.
Mi svegliai verso le sei,e dato che la festa,era alle 21:00,mi sistemai meglio e me la presi con comoda.
Mi feci un bagno e lo sciampoo. Mi asciugai i capelli,che avevo tagliato e mi vestii con una camicia bianca con le maniche arrotolate appena sotto il gomito. Misi dei jeans normali e gli anfibi. Presi il cellulare,le chiavi,le sigarette,e il portafoglio-in cui ci tenevo i preservativi- e misi tutto nella mia giacca. Accesi la macchina e cominciai a guidare verso la villa.
Era molto bella,in più c'era la neve che rendeva tutto molto più ordinato. Fuori c'erano delle lucine,di quelle che si mettono sull'albero di Natale, che circondavano tutto il tetto. Erano di tutti i colori. Nella veranda in legno,c'erano dei divanetti rossi e poi l'entrata. Andai al bancone e notai che c'era Arianna la barista "Chi si fa vedere!" "Stai zitta." Sorrise "Ti vuoi ubriacare di nuovo?" Alzai le sopracciglia "Ci provo." In realtà Arianna era mia cugina di secondo grado e nemmeno ci pensavo a fisanzarmi con lei. "Lei è quí." Sgranai lo sguardo "Giá è venuta a prendersi qualche drink. Tienila d'occhio. È una ragazza bellissima e oggi ha un vestito succinto,che non lascia molto all'immaginazione..." annuii e mi voltai verso la pista. Non la vidi. Francesco venne da me e fece la sua stretta di mano "Alla fine sei venuto!" Mi grattai la testa "Mi sono rotto i coglioni di stare a casa." Sorrise e diedi un'occhiata alla pista e a quel punto la vidi. Era bellissima,aveva un abito grigio,corto con le maniche lunghe. Era aderente e teneva le spalle scoperte,non vedevo l'ombra di bretelle e capii che non indossava il reggiseno. Aveva uno scollo profondo dietro la schiena e Arianna aveva ragione. Troppo sexy. Portava i capelli lisci di lato e certe volte li spostava sulla schiena. Si muoveva a ritmo di musica e notai che portava delle semplici scarpe nere col tacco,che la rendevano più alta di quanto giá era. Ma non mi avrebbe superato mai. Io sono due metri e cinque,lei invece era uno e ottanta e suo padre mi superava per giunta quindi...
Era truccata pesantemente ma non aveva rossetto. Il suo sguardo e il suo sorriso erano la fine del mondo e mi pentii di averla lasciata. Notai un gruppo di ragazzi che la guardavano e avevo una voglia matta di marcare il territorio,cosa che comunque si notava perché aveva delle macchie violaccee sul collo lasciate da me. "Bella eh!" Mi voltai e accanto a me c'era Emanuele "Che ci fai quí?" Dissi freddo "La tengo d'occhio. Amico! Hai perso un'occasione con lei. Le ho chiesto di uscire e lei ha accettato." Alzai un sopracciglio "Vattene." Dissi rude "Sei un coglione. Non vedo l'ora di sfidarti sul ring." Sorrisi sarcastico "Non mi fai paura." Lui se ne andó e mi lasció solo a bere una birra "Ari! Qualcosa di forte!" Lei mi diede un drink mischiato e lo buttai giú. Non me ne fregava un cazzo di cosa era fatto. Presi una sigaretta e cominciai a fumare mentre la guardavo. Ad un certo punto si giró verso di me e quando mi vide sgranò lo sguardo e vidi diventare gli occhi lucidi. Poi disse qualcosa a Naomi e scappó. Ormai mi aveva visto e volevo parlarle. La seguii al piano di sopra,ed entró in uno stanzino,feci per aprire,ma lei metteva fin troppa forza sulla porta. Ma io ero cento volte più forte e veloce di lei,come infatti riuscii ad aprire. Entrai nello stanzino e quando entrai lei mi diede le spalle e si andó a sedere nel bancone di legno e mi guardò a braccia conserte "Axel...io non ce la faccio più con te. Ti odio. Ti odio! Ti odio!" Rimasi fermo e immobile. Impassibile. La guardai negli occhi e lei ricambió "Si chiude a chiave così." Girai la maniglia dal lato opposto e mi voltai verso di lei che continuó a fissarmi con odio. Io mi accesi l'ennesima sigaretta e la guardai. Alzó le sopracciglia e si posizionó difronte a me prendendomi la sigaretta e mettendosela in bocca. Era troppo sexy. Mi stava provocando? "La vuoi sapere una cosa?" Alzai un sopracciglio "Se è l'ennesimo 'ti odio' non ci tengo." "No è l'ennesimo fanculo." Fece per andarsene,ma le bloccai l'uscita "Non ti muovere altrimenti mi incazzo e credo che tu lo sappia meglio di me." Sapevo che,anche se cercava di mostrarsi forte,i realtá aveva paura di me. Si poggió al bancone e io mi avvicinai a lei che aveva finito la mia sigaretta "Spiegami solo perché. Perché mi hai abbandonata?" La guardai negli occhi e e sbuffai "Perché non è stato come lo avevo immaginato,e in più non voglio esserne emotivamente coinvolto." Annuì "Non ti sto chiedendo di fidanzarci..." "Cosa mi stai chiedendo?" Alzó gli occhi al cielo "Sono stanca di essere abbandonata...sono stanca di essere usata solo per i tuoi porci comodi. Io forse sono troppo orgogliosa,ma nemmeno un messaggio..." Chiusi gli occhi e misi le dita nelle meningi "Quindi che hai intenzione di fare?" La incalzai "Niente." Odiavo quella parola,odiavo quella parola e odiavo lei. Mi avvicinai e lei indietreggió fino a sbattere contro la parete. Misi le mani ai lati del suo corpo e mi avvicinai fino ad avere il suo respiro sul mio collo "Io ti odio." Continuava a provocarmi. "Basta. Mi hai fatto incazzare." La caricai sulla spalla e uscii dalla villa "Mettimi giù! Porca troia!" Scalciava,mi dava morsi e unghiate. La buttai nel sedile accanto al mio e le misi la cintura. Feci per entrare in macchina ma lei uscì e tentó di tornare dentro la villa "Cazzo! Ma perché?!" La presi in tempo e la misi nei sedili posteriori,dove c'era la sicura per i bambini. Mi misi alla guida "Fai schifo. Ti odio! Hai capito?!" Si accasciò sul sedile e trovó una bottiglia di alcool che cominció a bere. Quando arrivai a casa mia,lei si era scolata mezza bottiglia di vino. Aprii lo sportello per farla uscire,ma quando ci provó,cominció a tremare e barcollare sui tacchi. L'aiutai a salire sull'ascensore e poi la portai verso il divano "Sei uno stronzo. E io ti odio,ma non riesco a non pensare a quella notte ..." Sorrisi e presi una bacinella. Subito dopo vomitó anche l'anima e si addormentó. Si sveglió dopo un po e sembrava che la sbronza le fosse passata "Dove mi trovo?" "A casa mia." "Non posso stare quí." Disse alzandosi "Mi spiace ma da quì,tu non ti muovi." Mise le mani sui fianchi e mi guardò "Tu credi?" Annuii,ma lei fece per andarsene. La odiavo perché era testarda come non mai,e mi provocava alla prima occasione favorevole. Non ce la facevo più. Mi alzai e a passo veloce la raggiunsi e lei indietreggió fino a sbattere violentemente verso la porta,le misi le mani sui fianchi e la baciai violentamente,come fumare dopo un mese di astinenza. La presi per le cosce e lei si aggrappó sui miei fianchi. Le abbassai una manica e intravidi il seno destro. Le succhiai il collo e poi la parte di seno che si intravedeva. Lei allacció le braccia al mio collo e mi tiró i capelli. Le abbassai le maniche scoprendola del tutto. Mordicchiai il suo capezzolo destro mentre con l'altra mano le palpai il seno sinistro "Axel! Perfavore!"poggiai la fronte sulla sua e la guardai negli occhi e mi tolse la camicia giá sbottonata "Quindi cosa vuoi?" Dissi con il fiatone. Scesi un dito dall'angolo della sua bocca,alla clavicola,per poi passare sul seno,sul capezzolo,sulla pancia e poi arrivai al perizoma e le sfregai il dito medio verso la sua intimitá,poi aggiunsi l'indice e la penetrai con le mie due dita. Dentro e fuori,lentamente. Lei gemette "Axe-l" "Dai bellissima. Raggiungi l'orgasmo." Continuai la tortura e finalmente venne tra le mie mani "Guardami negli occhi. Perfavore." Alzó lo sguardo e puntó i suoi occhi nei miei. Erano lucidi e perció i suoi occhi risultavano più chiari. Ma era sempre bella. Strinse i miei capelli e cominció a tirarli.
La presi in braccio e la portai a letto. Mi posizionai megli tra le sue gambe e la baciai in bocca sempre più violentemente. Le morsi un labbro e poi le morsi anche il collo,per poi lasciarle delle macchie violaccee sul collo. Le baciai il seno,sotto l'ombelico e poi misi le mani sui suoi fianchi e lei mi guardò. Respirai sulla sua intimitá e poi incominciai il mio gioco-per non dire tortura-di lingua. La esplorai cosí. Lei strinse i miei capelli e li tiró. Amavo quando lo faceva. Ritornai a baciarla e lei smanettó con la cintura e mi aprí il pantalone con un movimento secco,che mi fece eccitare ancora di più. Mi abbassó i pantaloni e poi li tolsi con un calcio. Sorrisi sulle sue labbra "Bella addormentata,impaziente?" Le sussurrai e lei mi guardò scioccata "Si ma adesso tocca a me...non credi?" Si mise sopra di me e mi mise le mani sul petto. Mi bació in bocca dolcemente e poi mi lasció una macchia sul collo. Mi baciò il petto mentre mi graffió la schiena. Percorse con la lingua tutta la mia pancia e poi arrivó alle mutande. Prese l'elastico dei boxer con i denti e lo abbassó e se ne liberó. Non sopportavo il fatto che lei predominasse,perció la presi per le ascelle e la misi sotto di me. Mi ricordai che avevo messo i preservativi nella giacca che avevo lasciato in corridoio "Piccola. Prendi la pillola?" Annuí e sorrisi. La penetrai lentamente e con cautela. Sapevo che non era vergine peró la scopata che avevamo avuto qualche tempo prima,non era stata come questa. "Stai bene?" Annuí e continuai a dare spinte lente,piano piano peró feci piú velocemente. Lei gemette e cominció a gridare il mio nome. Buttó la testa all'indietro "Axel!" Le misi le mani dietro la schiena e la mantenni dritta con la testa "Piccola vai. Gridalo di nuovo." Diedi una spinta più forte "AH!" Le tirai i capelli indietro e le morsi il collo "Gridalo." Le morsi un capezzolo " AXEL!" Le baciai la mascella e poi la morsi. Diedi un'ultima spinta e mi accasciai accanto a lei. "E adesso?" Mi guardó con le sopracciglia alzate "Ti prego. Non adesso." Lei si girò e mi diedee spalle,per poi sentirla singhiozzare. L'abbracciai da dietro e misi la mia guancia sulla sua "Ti odio." "Lo so."

STAI LEGGENDO
PEZZI MANCANTI-IN REVISIONE-
Novela JuvenilCarola ha 20 anni,non frequenta l'università e non fa il lavoro dei suoi sogni. Viene da un paesino marittimo,ma si è trasferita in una metropoli con degli amici. Axel,di anni ne ha 23,ha lasciato la scuola a 15 anni,e non ha un lavoro in grado di s...