25 ALLARME TEMPESTA.
Non era molto facile fare finta di niente. Una marea di paranoie mi travolsero e io non ero una persona prudente...
Non potevo farla felice,non sarei riuscito a farla franca,perché ormai non potevo più scappare da lei. Scappare da lei,era come scappare da me,e a che serviva scappare? A niente.
Carola si addormentó tra le mie braccia.
La presi in braccio come se fosse una principessa,uscii dal pub e la posizionai in macchina. Quando arrivai a casa,la feci distendere a letto.
Presi una sigaretta e mi tolsi la maglia,aprii la finestra e mi arrampicai sul baule,per poi affacciarmi. Era bellissima Milano di notte e mi chiesi come mai non avevo mai deciso di ammirare quel panorama,visto che era da una vita che abitavo lí.
Carola si sveglió e si anzó dal letto,mi raggiunse e io l'aiutai ad arrampicarsi sul baule e affacciarsi alla finestra "Scusa." Disse con tono calmo e malinconico "Per cosa? Per quello che hai detto?" Sorrise "Anche se ero sbronza,ricordo tutto." Aprii la finestra del tutto e mi misi seduto sul davanzale. Carola si accavalló al davanzale,girata verso di me "Eppure mi ricordo tutto." "Sei bellissima." Sorrise e si avvicinó a me "Vorrei che non fossimo cosí incasinati. Vorrei anche non litigare prima di fare sesso. Ti rendi conto che quando lo facciamo siamo violenti?" Annuii "Axel,io non voglio solo fare sesso. Io voglio di più." Buttai la sigaretta e la guardai "Ti rendi conto che non si può fare?" "Si. Mi ritroverei nella stessa condizione di tempo fa. Kevin aveva dei debiti da pagare e un giorno mi puntarono una pistola contro dicendo 'se non ci dai i soldi,le sparo' non si facevano scrupoli a farlo,e anche per questo motivo lasciai Kevin." Sospirai afflitto. La amo,o almeno credo,ma non posso averla "Nonostante tutto,ti amo. Ma non puó essere." "Vieni quí." Dissi aprendo le braccia per stringerla a me. Mi abbracciò e mise il viso nell'incavo del mio collo "Non voglio perderti." Scoppiò a piangere e io le accarezzai i capelli e la schiena. Le presi il viso tra le mani e con i pollici,le tolsi il trucco scolato sulle guance e la baciai in bocca con fare possessivo. La presi per i fianchi e la portai in bagno,entrammo nella doccia e aprii l'acqua. Non me ne fregava un cazzo se eravamo vestiti,ma avevo voglia di accarezzarla e sentirla mia anche se non lo era. Le tolsi il top e le abbassai le bretelle del reggiseno. Gli baciai il collo e le spalle,per poi scendere sul seno. Le lasciai delle macchie violaccee e poi le tolsi il reggiseno. Continuai a baciarla e ad accarezzarla. Mi misi in ginocchio e le sbottonai il pantaloncino con i denti,e le abbassai sia il pantaloncino che il perizoma. "Io ti voglio." Ansimó e mi incominció a tirare i capelli. La penetrai con le dita. Era calda,e amavo il suo odore "A-axel!" Poi tolsi la mano e le feci un gioco di lingua sempre dove avevo messo le dita "Sei troppo buona,e fragile..." dissi,e mi alzai la baciai in bocca e poi mi tolsi il pantalone e i boxer "Sei pronta?" Annuì e la penetrai. La prima spinta,la diedi piano,per evitare che lei si facesse male,ma poi cominciai a velocizzarle. Non so con quale forza e sanitá mentale,lei riuscì a farmi un succhiotto nel collo. In genere,non me li facevo fare da nessuna troia,perché era simbolo di appartenenza e io non appertenevo a loro,invece lei poteva farmi di tutto. Ci appartenavamo.
Le ultime spinte furono le più belle. Lei gridó alle spinte più violente,ma non le facevo male.
"Sei peggio di Cristian Gray lo sai?" Disse sorridente "Fanculo. Mica ti ho fatto male." Si mise a ridere "Lo so. Ma le tue torture sono più eccitanti delle sue" "Le sue fanno solo male." E scoppiai a ridere.
Chiusi l'acqua e presi un telo. Mi asciugai e mi vestii. Appena finii di vestirmi,le diedi un'occhiata. Stava dormendo. Cosí la presi in braccio,la asciugai,e le misi il pigiama. La adagiai sul letto e poi mi distesi al suo fianco.
Inutile dire che non riuscii a dormire cosí mi vestii e andai a dormire all'ospedale dove era ricoverata mia madre.
POV'S CAROLA
La luce del mattino,mi obbligó a svegliarmi. Era sabato e non dovevo lavorare. Quando aprii gli occhi,mi voltai verso Axel ma lui non c'era,e poi vidi il biglietto. Il mio cuore cominció ad accellelare. No! Non poteva essere vero? Mi aveva lasciata di nuovo?! Lessi il messaggio e feci un sospiro di sollievo. C'era scritto che era andato da sua madre in ospedale. Naomi entró irrumpendo i miei pensieri " Buongiorno! Record dei record! Ieri sera mi sono presa la sbronza perversa,e stamattina mi sono alzata dal letto senza cadere a terra." Scoppiai a ridere "Non sei normale." "Lo so. Dov'è Axel?" "È andato in ospedale da sua madre." Sorrise e andó verso il mio armadio "Mi presti un vestito per stasera?" Alzai um sopracciglio "Perché dove andiamo?" "Una mia amica organizza una festa alla discoteca del padre. Mi ha garantito che per noi è tutto gratis." Annuii e lei si voltó verso di me con un vestito nero "Allora?" "Cosa?" "Ci vuoi andare?" Alzai le spalle "Bu per me è ok." Annuí e cambió stanza con il MIO vestito.
Mi alzai e andai in cucina a fare colazione. Mentre cambiavo canale,Axel entró dalla porta "Buongiorno." "Ciao!" Sorrise e si sedette accanto a me "Lo hai letto il biglietto?" Annuii mentre finivo di bere il latte "Ascolta. Te la senti stasera di uscire?" Annuì "No problem." "Ci sará Veronica e molte altre ragazze. Perfavore non andare con nessuna di loro." "Altrimenti?" Disse alzando un sopracciglio "Ti taglio il pisello." Fece una smorfia di dolore,come se giá sapesse cosa significasse "Ok mi hai convinto." Scoppiai a ridere e azzannai una fetta di pane con il burro e la marmellata "Nevica fuori. E c'è freddo." Presi una sigaretta e cominciai a fumare "Sai che me ne frega." "Incosciente." Mi rimproverò. Gli trilló il telefono e vide il messaggio,sgranò lo sguardo e alzó la testa verso di me "Kevin è quí." "Cosa?!" "Mi hanno inviato un messaggio." "Chi te l'ha inviato?" Esitó prima di rispondere "Emanuele." "No. Merda,merda,merda!" Axel tentó di calmarmi,ma entrambi eravamo fin troppo agitati "Vabbè non sa dove abiti." "No. Ma potrebbe scoprirlo." "Di bene in meglio." "Dimmi una cosa? Che precedenti hai con lui?" Gli chiesi "Mi ha venduto la droga,ma non avevo i soldi per pagarlo,cosí non lo pagai. Poi una vicenda che successe nella sua cittá,lo costrinse a tornare." Cercai di fare mente locale "Si diceva che era un gruppo di ragazzi. Si facevano chiamare "Abicrom". Praticamente uno del membro,aveva una relazione con la sorella della sua ragazza. Se non sbaglio si chiamava Salvo. Lui picchió le sorelle ed entrambe finirono in ospedale. Poi si scoprí che Salvo voleva approfittare della sorella per controllare l'altra,che era l'ex fidanzata del boss dei Abicrom,che si chiamava Lorenzo." Smise di parlare quando vide la mia espressione. Ero crollata a terra,tremavo e avevo l'espressione di chi aveva appena visto un fantasma "Non mi dire che le ragazze di cui sto parlando,siete tu e Giulia." Negai con la testa "Lorenzo era il mio ex. Lo lasciai a causa della scuola. Non immaginavo che ce l'avesse con me. Qualche mese dopo,mia sorella cominció a frequentare Salvo. Lui la picchiava. Un giorno,picchió anche me. Qualche settimana dopo,venni rapita e drogata da Salvo,per poi venire violentata da Lorenzo. Mi trovarono subito,ma venne arrestato solo Salvo. Lorenzo scappó. Subii un'operazione che mi fece perdere la memoria degli ultimi giorni. Intanto Kevin,Naomi e Marco,investigarono sulla vicenda e andarono a casa di Lorenzo. Trovarono delle foto,un cellulare e una lavagnetta. Volevano uccidere me,mia sorella,Naomi,Marco... e anche Kevin. Lui mi salvó da Lorenzo e il mio ex,finí in prigione. Dopo aver lasciato Kevin,venni ad abitare quí e gli Abicrom furono scagionati." "Si ma ora mi chiedo perché è tornato..." lui sgranó lo sguardo "E se si fosse alleato con gli Abicrom?" Riflettei sulla sua osservazione. Non era da sottovalutare questa ipotesi. Lo dovevo scoprire io. Ma c'era un'altra cosa che mi chiedevo "E se Emanuele si fosse alleato?" "Te li sei scelta buoni. Sono tutti e tre doppi giochisti. Ma non credo che Emanuele si sia alleato con loro. Non avrebbe senso." Annuii e mi alzai. "Non pensarci. Magari non è venuto per te." "Si ma potrebbe avercela con te." Alzó le spalle e mi guardò "Stai tranquilla per me." Annuii e mi avvolsi alla copertina per vedere la TV con il pigiama. In tutto questo,Axel mi faceva i dispetti provocandomi "Cretino!" Lo guardai in cagnesco perché mi aveva fatto il solletico. Di pomeriggio,Axel,andò in palestra,io invece cominciai a prepararmi.
Feci una doccia e mi asciugai i capelli,poi andai in camera di Naomi e presi dal suo armadio un vestito bianco,corto e aderente con le maniche in pizzo. Misi le scarpe col tacco vellutate nere e mi truccai leggermente e poi raggiunsi i miei amici al bar per mangiare qualcosa. Gli altri preferivano la birra,ma a me non piaceva tanto così presi una bibita energizzante. Poco più tardi,Axel ci raggiunse e poi ci recammo al pub.
Il pub era strapieno di gente. Sapevo che Lara fosse popolare,ma non pensavo così tanto. Io passavo e la gente mi spintonava. Riuscii a trovare un posticino libero e tranquillo ai divanetti. Incominciammo a bere gettandoci sui divanetti di pelle nera mentre svariate luci a neon ci illuminavano il viso. Tra gli invitati c'erano un paio di ragazzi che avevo visto al raduno di Axel,c'erano anche Giulia,Francesco e Tamara. Ma non poteva mancare il ragazzo che la scorsa sera,stava tentando di rimorchiarmi,pure lui del clab.
Osservai con la coda dell'occhio Axel e lo vidi alzare gli occhi al cielo. Dopo un po,incominciai a essere un po brilla e presi per mano Naomi e cominciammo a muoverci sulla pista. Non so come,ma mi ritrovai tra le braccia del ragazzo della sera prima "Ei! Non ricordo il tuo nome!" Urlai per farmi sentire "Matteo!" Annuii compiaciuta e cominciai a muovermi tra le sue braccia. Mi piaceva essere toccata da mani estranee e mi piaceva non pensare ad Axel e alla tipa rossa con cui stava parlando e sorridendo. Mi piaceva vendicarmi,specie con lui.
"Ti va di uscire a fare due passi?" Annuii e presi la giacca e la borsa. Presi una sigaretta e uscii con Matteo.
La neve era fitta,e c'era un freddo che mi gelava anche la punta dei capelli "Che fai per vivere?" "La personal trainer,d'estate peró la palestra chiude ma vado a fare l'animatrice nei villaggi. Mi piacciono i bambini. Te?" Ghignó e all'improvviso,mi sentii osservata "L'hai visto ció che faccio,ma spaccio pure. E gudagneró altri soldi proprio in questo momento." Disse alzando un sopracciglio e fermandosi "Che vuol dire tutto questo?" "Carola! Quanto tempo! Mi sei mancata..."
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PEZZI MANCANTI-IN REVISIONE-
Novela JuvenilCarola ha 20 anni,non frequenta l'università e non fa il lavoro dei suoi sogni. Viene da un paesino marittimo,ma si è trasferita in una metropoli con degli amici. Axel,di anni ne ha 23,ha lasciato la scuola a 15 anni,e non ha un lavoro in grado di s...