23 L'APPUNTAMENTO INFERNALE.
*Flashback
Avevo deciso di dare una specie di opportunità ad Emanuele. Non so perché l'avevo fatto,ma ero più che sicura che non mi avrebbe mai potuto fare felice,perché a me faceva felice,ció che non poteva rendermi felice,in pratica Axel.
Forse volevo provare,o capire,o sapere se Emanuele era degno. Così mi chiese un appuntamento e io -credo per vendetta- accettai.
----fine flashback---
Mi svegliai e mi guardai attorno. Questa volta Axel c'era,e non mi aveva abbandonato. Sorrisi e cominciai a giocare con i suoi capelli "Hai finito?" Disse ghignante "Stronzo." Sorrisi e feci per dargli pugni ma lui mi bloccó i polsi e mi mise sotto di lui "No dai! Non è giusto cosí." Sorrise e mi lasció. Scesi dal letto e presi le mie cose da terra "Dov'è il bagno?" "In fondo a destra." Riuscii a trovare il bagno e mi gettai sotto l'acqua. Mi sciacquai il viso sotto il getto e rimasi in quella posizione rilassante. Ora sorge un problema,cosa siamo io e lui. Sicuramente il mio amore non è ricambiato,ma non posso star male cosí. Tanti pensieri mi vagarono per la testa,tra cui uno terribile. Sarebbe una storia senza fine che mi porterebbe dritta ad una via senza ritorno. Fare l'amore senza essere amanti,solo amici. Non avrei mai avuto la forza di parlare di questa situazione. Avrei tanto voluto dirgli che la settimana era stata una merda,che piangevo per lui,che forse stavo ricadendo nel fumo e nell'alcool. Era da giorni che mi ubriacavo nella terrazza,poi Naomi mi trovava mezza nuda che dicevo cose senza senzo,poi vomitavo e lei mi portava a letto. Per cinque giorni ho fatto questo. Non potevo dirglielo peró questo,dovevo ritornare fredda e distaccata. Dovevo semplicemente scordarmi di lui,e sperai che l'appuntamento con Ema,servisse a farmi dimenticare di Axel. Era da giorni che non dormivo perché avevo paura di fare un incubo. Era maledettamente frustrante il fatto di non poterglielo dire,sono troppo orgogliosa per dirglielo. Ovviamente ho anche paura di un rifiuto. E se glielo dicessi,credo che fuggirebbe di nuovo e questa volta non saremmo ritornati più quelli di adesso.
Uscii dalla doccia e mi vestii. Raccolsi i capelli bagnati in una asciugamano e andai verso il soggiorno "Axel!" Sorrise e spense la sigaretta nel portacenere,si strofinó le mani sul viso e alzó lo sguardo verso di me "Ei! Problemi? Dico...l'ha sotto. Siccome non lo.... fai..." lo fermai "No tranquillo. Ho fame..." mi lamentai e poggió il gomito sul tavolo reggendo la testa "Caffè? Latte e caffè?" "Ma sai cucinare?!" Scoppió a ridere "No. So fare i panini e qualcosa al forno. E tu?" Arrossii. Non sapevo cucinare,mi dava noia cucinare e non ho mai imparato. Al massimo sapevo fare le cose che sapeva fare lui "Latte e caffè. Hai pan bauli?" Annuì e me li diede. "E la marmellata e il burro sono nel frigorifero?" Annuí e prese lui tutto l'occorrente.
Mentre lui face il caffè,io riempii due tazze di latte e cominciai a tostare le fette di pane.
Quando tutto era pronto,incominciammo a fare colazione "Che hai fatto questa settimana?" Disse "Ho lavorato,e poi mi guardavo film..." dissi in modo molto generico "Solo? Mi devi dire la verità." Il mio sguardo si fece rude "Tutte le sere mi sono ubriacata. Ho pianto. Ho preso a pugni qualcuno e ho ricevuto un appuntamento. Ti basta?" Lui mi guardò freddo "Quando hai l'appuntamento?" "Stasera." Lui annuí e prese una sigaretta dal MIO pacchetto. Alzai un sopracciglio e accavallai una gamba sull'altra,incrociando le braccia "Non vuoi sapere con chi?" Lui guardó la finestra e dalla sua bocca uscí una nuvola di fumo "Lo so giá con chi ..." lo guardai negli occhi e mi alzai,misi le scarpe e presi una sua felpa "Mi accompagni a casa?" Lui prese una maglione dalla sedia e se lo mise "Posso venire da te per stasera?" Annuii incerta "Basta che non fai scenate..." annuí e prese due borsoni "Non ho più soldi per vivere quí..." lo guardai curiosa "Come? Perché?!" "L'appartamento è in affitto,e i soldi dello stipendio mi servono per il cibo,il fumo e la palestra." Sospirai afflitta "Devi smettere di fumare di tutto e devi smetterla con la droga,e devi trovare un altro lavoro..." Annuí "Puoi abitare da me per il momento. Ti daró il tempo di trovare un lavoro decente e anche di racimolare dei soldi." Venne verso di me e mi prese il viso tra le mani "Grazie." Sussurró per poi lasciarmi un bacio in fronte. Dopo aver asciugato i capelli,e dopo che Axel finì di fare le valige,andammo in macchina e guidó verso casa mia "Allora?" "Cosa allora?" Chiesi "Come ti vuoi vestire per stasera?" Mi grattai la testa e feci una smorfia di smarrimento totale. Sorrise e scosse la testa "Facciamo un salto a casa e poi andiamo al negozio ok?" Sorrisi riconoscente e stupita dal suo comportamento. Poggió una mano sul mio collo e lo accarezzó. Socchiusi gli occhi pronta a prestarmi a lui,ma,non so con quale sanitá mentale,gli bloccai il polso "Basta. Dobbiamo andare a prendere il vestito per stasera." Lui annuí afflitto. Ricominció a guidare,e il silenzio predominava in quella macchina "Accosta." Dissi quasi supplichevole. Lui accostó e mi misi a cavalcioni sulle sue gambe e lo baciai. Misi le mani dietro la sua testa stringendogli,di poco,in viso. Mi scostai dal 'casto bacio' e gli sorrisi "Allora? Sei ancora arrabbiato?" Negó con la testa e io sorrisi "Ti accontenti di poco eh!" Dissi buttando indietro i capelli. Mi rimisi al mio posto e lo guardai. Era sconcertato. Forse avevo azzardato troppo.
Si rimise a guidare e dopo un po arrivammo a casa. Arrivai al mio appartamento ed entrai subito in bagno per cambiarmi.
POV'S AXEL.
Mi gettai sul divano e sfregai le mani sul viso. Quella ragazza era impossibile. Poi la scena che aveva fatto in macchina fu così eccitante che forse avrei avuto bisogno di un nuovo paio di pantaloni.
Naomi entró con Veronica "Oh ciao Axel! Avete fatto pace?" Disse Naomi sorridente. Vidi Veronica alzare un sopracciglio "Nel migliore dei modi." Dissi sorridendo ripensando alla serata di prima. Veronica alzò gli occhi al cielo perché aveva capito ció che volevo dire. "Piuttosto. Tu e Giulia non avevate litigato?" "Hai detto bene. Avevamo. Adesso siamo tornate amiche." Disse con un sorrisino beffardo mentre Naomi andava nella sua stanza"Non è vero. Giulia rivuole tutti i suoi soldi." Disse Carola a braccia conserte poggiata sul muro "Troia." "Uh! Da che pulpito." Dissi sarcastica "Andiamo Axel." Mi alzai dal divano e la raggiunsi. Veronica la bloccó dal polso e la fece girare "Chi è che si è scopata il primo che passa?" Disse Veronica "Non sono cazzi tuoi. E poi lasciami stare." La guardai negli occhi. Si stava trattenendo dal piangere "Caro Axel,devi sapere che Lunedì,è andata ad una festa con il suo allenatore. Ha bevuto troppo,e si è scopata il suo accompagnatore." tecnicamente non eravamo fidanzati,perció lei poteva fare ció che voleva. La notizia mi irritó,ma lei aveva tutto il diritto di farlo,perció presi le sue difese "Veronica,se non sbaglio,tu sei venuta a letto con me,la prima sera che ci siamo conosciuti. Almeno lei,il suo allenatore lo conosce,tu non mi hai mai conosciuto." E così facendo,la presi per il polso e uscii.
In macchina,lei si rannicchió su stessa e chiuse gli occhi "Che è successo quella sera?" Mugugnó "Non faceva che passarmi alcool. Ne ho bevuto a fiumi. Mi ubriacai e lui mi ha baciato. Poi la cosa degeneró." Annuii e tossii "Ti ha toccata?" Aprì gli occhi e mi guardò "Sì. Ma per me non vale il suo tocco. È stato un bacio rubato." Mi scrutó il profilo e vidi il suo sguardo sui miei occhi,poi sul mio naso,sulle mie labbra,sulla mia mascella e infine sul mio collo. Forse aspettava una mia reazione "E io? Dico...com'è stato con me? Eri ancora ubriaca o ti era passata? Ti ho toccata come desideravi o ti ho toccata come tutti gli altri?" Sorrise "No. Non ero ubriaca. E poi si,mi hai toccata come nessuno aveva fatto." "E com'è stato?" Dissi voltandomi verso di lei "È stato indimenticabile. E io? Com'è stato con me?" "Sei brava. Mi da fastidio il fatto che non sia stata solo con me,ma me lo merito no?" Sospiró e incroció le braccia al petto.
Non mi rispose. Andammo al negozio. Era un negozio che aveva magazzini in tutt'Italia,perció ero sicuro di non perdere molto tempo. Entró e sorrise. Prese un vestito nero,corto con le bretelle. Era molto bello ma non ero sicuro che quel vestito la rappresentasse. Decisi di intervenire io "Ma che fai?!" Mi misi a cercare il suo vestito e poi lo trovai. Nero,corto,a mezze maniche,scollato e stretto. Le presi un cinturino anch'esso nero lucido,e poi le scarpe col tacco nero lucido come il cinturino. Le porsi tutto il completo e abbozzai un sorriso "Nero come il tuo passato. Lucido come il tuo presente. Bello come te. E aggressivo come il tuo carattere." Sorrise e prese il tutto dalle mie mani. Poi mi abbracciò "Grazie." E corse in camerino.
La aspettai,anche se ero tentato da entrare,vederla in intimo e farla mia.
Quando uscí le brillavano gli occhi,e anche a me. Era bellissima. Mi sorrise "Come sto?" Impiegai un po prima di rispondere "Sei bellissima." Dissi tutto d'un fiato. Sorrise e chiuse la porta alle sue spalle.
Fu una giornata abbastanza stancante e verso le cinque tornammo a casa e lei si catapultó in bagno.
Era irritante vederla mentre si faceva bella per qualcuno che non ero io. Ed era ancora peggio vederle addosso il vestito che le avevo regalato io per un appuntamento con un altro. Era irritante. Mi gettai sul divano e accesi la TV. Presi una bottiglia di birra e cominciai a fumare. Verso le otto suonarono al citofono e vidi Carola e Naomi mettersi le giacche "Uscita a quattro?" "No. Naomi e Marco fanno otto anni di relazione. Marco è giá al ristorante. Noi le diamo un passaggio e poi io e Emanuele andiamo in un'altro locale." Annuii "D'accordo. Divertitevi." Feci un cenno con la mano e loro aprirono la porta,ma prima di abbandonarmi alla mia serata,Carola si voltó verso di me"Se vuoi puoi inviare un tuo amico,o una tua amica." Disse quasi incerta. Le sorrisi e lei chiuse la porta.
Presi un'altra sigaretta e una bottiglia di vino,mi affacciai alla finestra e la vidi abbandonarmi.
Rabbia e voglia di spaccare la faccia a qualcuno,si erano impossessati del mio autocontrollo.
Misi la giacca e presi il borsone della palestra.
Presi la moto e andai a fare una partita di box clandestina.
Vinsi. Ero arrabiato,e nel pugilato clandestino,c'è una sola regola,fare tutto ció che il boss diceva di fare.
Carola non mi conosceva bene,piú che alro perché non volevo che si preoccupasse di me,e non volevo che lei si immischiasse in situazioni pericolose,che non le interessavano.
Era un pericolo abitare con lei. Io rischiavo abitando con lei. Non volevo che le accadesse niente,e proprio per questo motivo,volevo che avesse una vita sentimentale con altre persone che non mi riguardavano. Anche se alla fine ci soffrivo io.
POV'S CAROLA
Continuai a guardare fuori dalla finestra,in attesa che lui venisse a prendermi e portarmi via da Emanuele.
Dopo un po,capii perché avevo accettato l'appartamento. Speravo in una reazione da parte di Axel,che però non arrivó.
Emanuele mi accarezzó una mano "Ti annoi?" Lo guardai negli occhi e abbozzai un sorriso "No. È solo che sono stanca e vorrei tornare a casa." Lui annuí e credo che avesse capito il vero motivo.
Mi accompagnó a casa. Il viaggio in macchina fu abbastanza silenzioso. Aveva guidato bene,invece i viaggi che mi ero fatta con Axel furono terribili e pieni di tensione,ma mi sentivo al sicuro con lui. Con Ema,era come stare dallo psicologo. Non sai che dire,e spesso stai in silenzio,o rispondi a una domanda con un cenno.
Non mi accompagnó al portone,mi osservò mentre entravo,poi sorrise e se ne andó. Salii le scale e quando arrivai alla porta di casa,feci dei respiri profondi prima di aprire.
Axel non c'era. Me lo dovevo aspettare. Che scema.
Buttai la giacca sul divano,e poi anche la borsa,mi tolsi le scarpe e mi accasciai,con le spalle al muro,e il viso rivolto alla porta che aspettava che si aprisse. Presi una sigaretta e mi tirai i capelli indietro,ma poi ritornai a fare Mortisia,con i capelli che coprivano le mie guance un po arrossate. Per dieci minuti rimasi in quella posizione,per dieci minuti fumai,per dieci minuti piansi. Poi però sentii delle chiavi e poi vidi che la porta si aprì.
Axel. Quando mi vide in quelle condizioni si preoccupó "Ti ha toccata? Ti ha fatto male?" Disse venendomi in contro. Non lo vidi bene in faccia,c'era buio. "Non è stato lui." Alzó le sopracciglia preoccupato "E chi è stato?" Lacrime silenziose solcarono il mio viso e lo spinsi "Sei stato tu!" "Che ho fatto?! Anzi che speravi che facessi scusa?! Cosa vuoi da me?! Dimmelo. Non so piú che fare con te! Sembra che tu abbia il ciclo tutti i fottutissimi giorni!" Si avventó su di me. Io mi alzai e mi poggiai al muro,rimasi zitta. Dopo un po,si alzó pure lui e mise le mani ai lati del mio corpo,si avvicinó a me. Eravamo faccia a faccia "Allora?Cosa vuoi?"
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Ficção AdolescenteCarola ha 20 anni,non frequenta l'università e non fa il lavoro dei suoi sogni. Viene da un paesino marittimo,ma si è trasferita in una metropoli con degli amici. Axel,di anni ne ha 23,ha lasciato la scuola a 15 anni,e non ha un lavoro in grado di s...