14 FINALMENTE A CASA.
Finalmente eravamo a terra. Non vedevo l'ora di riabbracciare mia mamma,mio papá e i miei fratelli. Questa volta io entrai nella macchina di Axel,con Francesco e Giulia,tanto dovevamo andare tutti nella stessa casa,invece Marco dava un passaggio ad Alfy e Alex.
Facevo un giro di stazioni,ma niente di decente girava. Stavo per dare un pugno allo stereo.
C'era un freddo bestia,anche se eravamo al sud. Axel fumava e Giulia e Francesco si tiravano le cose "Ei! Giochi sporco." Francesco scoppiò a ridere alle parole di Giulia "E tu giochi male." Francesco provoca e posso dire per esperienza,che non sia una buona idea... il mio cervello si spegne,quando comincia a nevicare. Fiocchi che cadono lenti dal cielo,che adesso come adesso,era grigio e pieno di nuvoloni neri,stava per arrivare il temporale. "Wow..." mi girai verso Axel e sorrisi "Che c'è?" Lui con lo sguardo fisso sulla strada,rispose "Niente..." continuó a fumare lasciandomi nel dubbio.
Dopo cinque minuti,arrivammo davanti alla mia casa. Axel posteggió la macchina e prima di prendere le valige,bussai alla porta e dopo cinque secondi fui travolta da mia madre. Io non mi chiamavo Carola,ma 'Pezza da stritolare' poi si ci mette anche l'omone sempre incazzato,di un metro e novanta,ovvero mio papà. Il migliore. Lo abbracciai e la pezza diventó lui,poi però ricambiai "l'abbraccio" di mia madre. In città ci chiamavano 'La famiglia perfetta',ma quando si venne a scoprire che io avevo diversi problemi,non ci chiamarono più cosí,e raramente si avvicinavano a me. Io però non ci facevo caso,ero la morte che camminava per strada,quindi sentivo un sacco di commenti su di me,ma non mi facevano nessun effetto. Dopo che i miei genitori,finirono di stritolare Giulia,noi presentammo Francesco e Axel "Mamma e papà,vi presento Francesco e Axel." Giulia si prese Francesco e,non so con quale coraggio,disse "Lui è il mio ragazzo." Mia madre annuì raggiante,mio padre no. Io storsi la bocca e mi grattai la testa "Dai papá! È un bravo ragazzo. Tranquillo." A quel punto si giró verso di me e alzò un sopracciglio,poi con un cenno del capo,indicó Axel "E lui è il tuo?" Feci una risata nervosa e lo presi per il braccio "Ehm...no. Siamo amici." Mio padre annuí e si rilassó. Io e Giulia ci guardammo e tirammo un sospiro di sollievo. Entrammo e mio fratello Simone,scese le scale "Oh cazzo!" Venne da me e Giulia correndo e ci abbracció,avvolgendoci con le sue braccia possenti,e stampandoci un bacio in fronte a me e mia sorella "Quanto mi siete mancate." Sorrisi e lui slegó l'abbraccio. Poi,Simone,alzó lo sguardo verso Francesco e Axel. Giulia si schiarí la voce e sorrise "Ah già! Lui è Francesco,il mio ragazzo." Simone lo guardò come lo aveva guardato pochi miniti fa,mio padre,e poi distolse lo sguardo e lo rivolse ad Axel. Io,sempre più imbarazzata,lo indicai "Ehm,lui è Axel." Simone,sempre con lo sguardo fisso su Axel,chiese "E tu stai con lui?" Negai con il capo "No. Siamo solo amici." Simone sembró rilassarsi e poi li salutó. Mia madre spuntó dalla cucina con due ceste,e ce le porse "Allora ragazzi. Visto che Giulia e Francesco,stanno insieme,è giusto che stiano nella stessa camera,e Carola tu stai con Axel,ma dovrete dormire nello stesso letto." Ah wow,che novità la mia vocina che certe volte spuntava dal nulla,mi fece comparire la fossetta sulla guancia. "Mamma? Dov'è Dani?" Lei sorrise "Non sa che siete arrivati. Sta giocando con un pupazzo. Vai a trovarlo." Sorrisi e corsi verso le scale,salendole a due a due. Mi precipitai nella stanza dei giochi e trovai il bimbo nella culla che giocava contento. Mi avvicinai alla culla e lui si girò verso di me,io sorrisi e lui ricambió. Aveva due dentini,gli incisivi,occhioni verdi,pelle bianchissima,due gance da mangiare,e dei capelli lisci castani. Lui allargó le piccole braccia verso me,e io lo presi dalle ascelle e lo abbracciai e gli diedi tanti bacini nella fronte,nelle guance e nel collo "Patatona." La mia patatona.
Stavo da almeno tra minuti abbracciata a Daniele,ma poi una voce attiró la mia attenzione. Mi girai e trovai sulla soia Axel che sorrideva,poi si avvicinó e ghignó "Quanto vorrei essere in lui..." m'irrigidii e girai il bambino verso Axel "Dani,lui è Axel,e lo sai chi è? Un bimbo cattivo." Dissi affondando il naso nelle sue guance. Axel si avvicinó a me "Posso tenerlo?" Lo guardai e glielo porsi "Devi abbracciarlo. Come faccio io." Lui lo prese in braccio e lo guardó negli occhi. Daniel ricambió l'abbraccio e avvolse le braccia attorno al suo collo. Lo guardai e alzai un angolo della bocca "Ci sai fare..." lui mi guardò negli occhi "Anche tu..." e così dicendo,mi diede il bimbo e scomparve. Rimasi immobile,fissando la porta chiusa. Perché era così strano? Cosa c'era che non andava? Mia mamma entró e prese il bambino "Dammi quá. Lo devo allattare e poi metterlo a letto." Mi disse sempre raggiante "Puoi rimanere... magari lo metti a letto tu." Annuii e mi sedetti per terra "Domani sera c'è una cena organizzata per te al Three Colors." Sussultai "Ah wow. Ma domani è la vigilia! Vorrei passarla con voi..." lei sorrise "No tranquilla. Ci saranno i tuoi cugini e tutti i tuoi amici. Io andró da nonna,e ci saranno anche i miei fratelli." Sorrise e poi mi osservò fiera di me.
Ricambiai il sorriso e aspettai che finisse per poter cullare la patata. Dopo un po,mia madre mi diede il bambino e mi lasció sola. Cominciai a cullarlo 'Dormi piccolo angelo. Dormi che domani è un altro giorno. Dormi piccolo mio che sei bellissimo. Dormi piccolo amore mio,sei la luce dei miei occhi,e il pompare del mio cuore. Dormi piccolo mio.' E così dicendo si addormentó cullato dalle mie braccia. Lo poggiai con cautela nella culla,e spensi la luce,chiudendo la stanza. Trovai le mie valige nell'ingresso,e le trasferii nella mia stanza.
Quando la vidi,sorrisi. Non era cambiata per niente. Posai il mio sguardo a terra e trovai la valigia di Axel,ma di lui,nemmeno l'ombra.
Mi affacciai e vidi Axel sul prato,tutto bagnato. Perché faceva così?
Scesi le scale di fretta e uscii di casa "Axel!? Perché sei quí?! Entra! Fa freddo!" Lui si girò e mi guardò impassibile,poi si rigiró. Io mi avvicinai "Ferma." Lui si alzó di scatto e mi venne di fronte "Che c'è che non va?" Lui si prese la testa fra le mani "Sei tu! Cazzo. Sono stanco di essere così dolce. Io non sono così. Io sono lo stronzo. Io non sono abituato a trattare le donne cosí,e non so per quale motivo,con te è diverso. Io non ce la faccio più. Io sto impazzendo. Io ti avevo avvertito,ti volevo intimidire. Ma ci sono rimasto male per te,e ho tentato di essere buono. Ma io non sono cosí! Io voglio scopare,e non lo faccio da molto tempo. Ti avverto. Ti sei andata a cacciare in una situazione terribile. E con me,non ne esci viva..." alzai un sopracciglio. Ecco cosa c'era. "Tu sei cosí sicuro di te. Stai a sentire. Io non sono una preda facile,anzi nemmeno una preda. E se fossi al posto tuo,avrei paura." Lui fece una risata sarcastica e si avvicinó "Se io fossi al posto tuo,rifletterei prima di dire certe cose,perché a giocare col fuoco,poi si ci brucia." Assottigliai lo sguardo "Vuoi la guerra? E guerra sia..." Alzó un sopracciglio e fece per entrare. Ad un certo punto,si girò verso di me,e camminó al contrario,per poi voktarsi ed entrare. Lo guardai fin quando scomparve dietro la porta.
Pestai prr terra,e misi le mani in tasca per prendere il pacchetto di sigarette,e ne estrassi una. Anche se pioveva,e c'era freddo,non me ne fragava niente. L'odio allo stato puro.
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PEZZI MANCANTI-IN REVISIONE-
Novela JuvenilCarola ha 20 anni,non frequenta l'università e non fa il lavoro dei suoi sogni. Viene da un paesino marittimo,ma si è trasferita in una metropoli con degli amici. Axel,di anni ne ha 23,ha lasciato la scuola a 15 anni,e non ha un lavoro in grado di s...